39. Cambio di rotta

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<<Quindi vado da lei e...?>> Lascio la domanda in sospeso, sperando che sia lui ad anticiparmi e concluderla al posto mio.
<<Vai da lei e ti presenti>> per l'appunto mi risponde dal bagno e devo sforzarmi per trattenere l'impulso di andare da lui ad applaudire.
Menomale che me l'ha detto, non ci sarei mai arrivata!
<<Grazie, Nicholas...Hai la stessa utilità di un ombrello nel deserto!>> Gli urlo a mia volta.
Sì, sono abbastanza nervosa stamattina.

Il motivo?
Ovviamente non può che essere il ragazzo a pochi metri da me.
Il suo "regalo" si è rivelato essere molto più impegnativo di un semplice favore da nulla, motivo per cui stanotte ho dormito male.
Colpa dell'ansia.
Per lo stesso motivo, mi sono svegliata presto. Troppo presto.
Neanche al liceo il giorno di un test ero così mattiniera!

Sono corsa in camera mia.
Oddio, forse "corsa" non è esattamente il termine giusto.
Ammetto di essermi concessa pochi minuti, una mezzora, per fissare Nicholas che dormiva.
Non sono pazza, tanto per chiarire.
Semplicemente sembrava così indifeso, privo di barriere, e io tra le sue braccia ci stavo fin troppo bene per privarmi di quel calore accogliente.

Alla fine, però, mi sono arresa.
Malvolentieri, mi sono discostata dalla sua presa e lui se n'è accorto. Ha mugolato qualcosa, vittima del sonno, e i suoi occhi si sono schiusi, arrossati e ancora segnati dalla stanchezza.
<<Che fai?>> Mi ha chiesto con la voce roca e il tono colmo di incertezza.
Non posso negare che il contrasto tra le due cose mi abbia fatto sorridere.
<<Torno tra poco>> gli ho sussurrato, lasciandogli un bacio a fior di labbra, allora lui ha sorriso ed è tornato a dormire.
Almeno quando dorme non fa tante domande.

Mi sono preparata, ho scelto accuratamente cosa indossare, messo un filo di trucco per coprire le occhiaie e dare al mio viso un po' di colorito, e infine sono tornata indietro.
Al contrario mio, Nicholas sembra essersela presa con tutti i suoi comodi, tant'è vero che al momento è ancora impegnato a radersi il leggero filo di barba che aveva sul viso.
Però sembra di buon umore, a differenza mia: è davvero sorridente.

<<Sei tu che ti stai ponendo interrogativi inutili...>> Mi rimprovera lui e mi avvicino per fronteggiarlo.
<<Non sono stupidi, sono più che leciti!>> Sottolineo, poggiandomi allo stipite della porta. <<E non te la puoi mettere una maglietta?>> Sbotto, ricordando perché avevo deciso di mantenermi distante.

Scuote la testa, restando concentrato <<No, vorrei evitare di macchiarla ancor prima di iniziare la giornata>> spiega risoluto, voltandosi per dedicarmi un'occhiata fugace <<Qualche problema?>>
<<Figurati, non mi lascio distrarre per così poco>>
<<Avrei qualche dubbio in merito>>

<<Disse quello che ieri ha passato l'intera serata a fissarmi come uno stalker>> questa volta sorride e basta, incassa il colpo e non aggiunge altro.
<<Ma non era questo il punto della nostra conversazione!>>
<<Sai di aver appena indirettamente ammesso di esserti distratta?>>
Mi interrompe prima che io possa continuare e metto su una smorfia.
<<Sei un cretino!>>

<<Però!>> Esclama compiaciuto <<Ho superato la fase dello stronzo...Facciamo passi da gigante, Rose!>>
Sento il nervosismo propagarsi in ogni cellula del mio essere e respiro profondamente per non inveirgli contro.
<<Ho capito, ti ignoro...Come giustifico la tua assenza?>>
<<Non c'è motivo per cui tu debba farlo, sa già perché non posso andare>> sciacqua il suo viso e afferra il dopobarba, svitandone il tappo.
<<Cioè?>> Domando, non riuscendo a tenere a freno la lingua.
<<Segreto!>> Esclama lui e onestamente non mi pongo troppi interrogativi, lascio scivolare la cosa.
Ho già troppi problemi.
<<Davvero, Rose, non capisco perché tutta quest'ansia>>

Under the same night sky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora