26. Caldo e freddo

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Qualcuno mi ha scritto che
si aspettava che questo capitolo fosse una bomba.
Nella speranza che sia abbastanza "esplosivo", lo dedico a voi che da poco meno di sette mesi mi aspettate e mi sostenete, nonostante la mia incostanza.
Buona lettura
🤍

***

<<Tu sei completamente fuori di testa!>>
Non posso credere che stia succedendo esattamente quello che sta succedendo.

Quando stamattina abbiamo posato i nostri piedi sulla terraferma e cominciato ad aggirarci per Malaga, immaginavo che questa uscita sarebbe stata molto più....semplice, sempre che semplice sia la parola più giusta da adoperare.

La mia testa non si capacita di quanto sia assurdo ciò che sta avendo luogo in questo momento, penso che mai, nemmeno nei miei sogni più avvincenti, io abbia pensato di trovarmi in questa situazione.

Se ero convinta che questa sarebbe stata un'uscita come un'altra, allora mi sbagliavo di grosso.
Forse avrei dovuto cominciare a nutrire qualche sospetto nel momento in cui, vedendolo sghignazzare, gli ho domandato cosa ci fosse di tanto divertente.
"Non penso che le mura di questo posto siano abituate a vestitini bianchi e capelli pieni di brillantini" mi ha risposto, quindi io ho insistito per sapere dove stessimo andando.
Arrivati a quel punto avrebbe potuto anche concedermi un piccolo indizio... Non sarei mica scappata!

Un'ora dopo, posso affermare che invece sì, è esattamente quello che avrei fatto.
Avrei individuato presto una via di fuga e, con molta nonchalance, me la sarei data a gambe.

Ma purtroppo non è andata così.
Nella mia totale ingenuità, per non parlare direttamente di ignoranza, l'ho seguito fino ad arrivare davanti ad una costruzione in cemento grigio, dall'aspetto tutt'altro che rassicurante.
Abbiamo varcato il cancello in ferro che ne delimita il perimetro e, giunti all'ingresso, un signore in uniforme ci ha chiesto i documenti di riconoscimento.
Nicholas ha preso immediatamente in mano la situazione, rispondendo in maniera esaustiva alle varie domande che l'uomo ci rivolgeva.

Io, dal mio canto, mi sono distratta e ho smesso di prestare attenzione alla conversazione per guardarmi attorno, nella speranza di riuscire a capire dove ci trovassimo. Del tutto inutile, non ce l'ho fatta.

Ho iniziato a intuire in che direzione si stesse evolvendo la vicenda solo quando, poco prima di entrare in una stanza, hanno fornito ad entrambi occhiali trasparenti, come quelli da laboratorio, e un paio di cuffie insonorizzanti.
<<Un Poligono di tiro, Nicholas?>> con una pistola tra le mani tremanti, continuo ad inveire nella direzione di lui che, tranquillo, si gode la scena del mio sclero con le braccia incrociate al petto.
E in più sembra quasi divertivo!
<<Sei serio?>> continuo, immersa nel buio della stanza che vede solo me e lui come ospiti.

Alza le spalle <<Te l'avevo promesso, mi è sembrato che fossimo d'accordo>> si giustifica e no, questa non gliela faccio passare liscia!
<<D'accordo un corno! Io ho esplicitamente espresso il mio dissenso nei confronti di questa idea!>> urlo in preda al panico, posando lo sguardo sul bersaglio giallo che, al termine della corsia di fronte alla quale mi trovo, è affisso al muro e aspetta soltanto che un colpo lo raggiunga.
Se lo può benissimo scordare, io una cosa del genere non la farò mai!

<<Ormai siamo qui>> ignora le mie lamentele avvicinandosi.
<<E quindi?>>
<<Quindi sarebbe un peccato tornare indietro senza neanche provarci, non credi?>> tenta di raggirarmi ma non mi lascio corrompere dai suoi ragionamenti sofisti.
<<No>> la mia è una risposta secca, priva di tentennamenti, penso mi sia capitato poche volte nella vita di essere così decisa <<Penso proprio che sarebbe la cosa giusta da fare!>> spiego, voltandomi per marciare verso l'uscita ma molto presto due braccia mi cingono la vita e non mi permettono di allontanarmi. Maledizione!

Under the same night sky Where stories live. Discover now