33. Ci vediamo a Parigi

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<<Buonanotte, Nicholas>> gli sussurro, a un passo dal viso.
<<Buonanotte, Catherine>> risponde lui, voltandosi dal mio lato e la sua voce rimbomba sulle mie labbra.

Buonanotte, Catherine.
Catherine.
Il mio nome pronunciato dalla sua voce fa tutto un altro effetto: è così piacevole. Ho il netto presentimento che potrei ascoltarlo per sempre senza stancarmi mai.
Catherine.
Catherine.

<<Catherine, perché stai sorridendo?>> La voce di Cole, questa volta, cancella ogni pensiero dalla mia testa e mi coglie totalmente di sorpresa. Stavo sorridendo?
Riacquisisco un pizzico di serietà, cancello l'espressione imbambolata che molto probabilmente traboccava sul mio viso e mi concentro sulla gonna che sto mettendo nella mia valigia.
<<Niente di ché>> mento, afferrando anche il top che sono solita abbinare a quella. <<Stavo pensando ad una cosa, una sciocchezza però>>

Contro ogni mia aspettativa, lui lascia cadere il discorso e continua a sistemare nel mio beauty i prodotti per la cura della pelle e i pochi trucchi che ho portato con me.
Tenta di chiudere la cerniera ma si blocca a metà ed è costretto a ricominciare ad incastrarli.
<<Sei sicura che queste siano strettamente necessarie?>> Capisco immediatamente che lo dica per evitarsi la fatica ma, purtroppo per lui, lo sono.
<<Sicura, ritenta e sarai più fortunato>> lo liquido, cercando di capire quali scarpe portare. I sandali o le scarpe alte?

Cole e Simon si sposeranno a Parigi tra una settimana e a me spetta il compito di organizzare questo matrimonio!
Per la precisione, dovremmo farlo io, Cole e Taissa, ma so che la parte impegnativa del lavoro spetterà a me.

Abbiamo un piano ben preciso: tra due ore noi tre prenderemo da La Rochelle un volo che ci porterà direttamente a Parigi e lì ci perderemo nei preparativi per il lieto evento.
Sarà divertente!
E stressante.
D'altronde, la quantità di tempo di cui disponiamo non mi permette di essere ottimista e contribuisce ad accrescere l'ansia che ho di non farcela con i tempi...

Tra sette giorni ci raggiungeranno anche Nicholas, Sandy e Simon, che non possono allontanarsi dalla nave per così tanto tempo, dal momento che sono tutti impegnati con il lavoro: le indagini, il centro estetico e il bar.
Al termine della giornata di festeggiamenti, ci imbarcheremo tutti insieme su un altro aereo che ci condurrà a Brest, dove la nave sarà ferma da ben due giorni, e torneremo a bordo.

Non so se tutto ciò sia possibile in condizioni normali, dubito che ci avrebbero dato il permesso in altre circostanze: sono stati Nicholas e Simon ad occuparsi di avvertire il commissario di bordo che, a detta loro, "Non ha posto alcuna resistenza e porge i suoi auguri ai due novelli sposi".
La verità? Ci credo davvero poco.
In fin dei conti, però, poco importa: abbiamo avuto il permesso di fare questa deviazione e non c'è bisogno di preoccuparsi. Credo.
È tutto perfettamente organizzato!
E farebbe meglio a filare del tutto liscio...

<<Fatto!>> Esclama Cole dall'aria esausta <<Mio dio, non sento più le dita>> effettivamente i suoi polpastrelli sono rossi a causa dello sforzo, ma è stato per una giusta causa!
Afferro il mio beauty per sistemarlo nella valigia e, dopo aver infilato anche i miei sandali, la chiudo e la poggio sul pavimento.
<<Ecco qui!>> Strofino le mie mani, soddisfatta <<Abbiamo finito!>>

<<Il taxi ci aspetta al porto tra mezz'ora>> constato, lanciando uno sguardo al display illuminato del mio telefono <<Direi che possiamo recuperare Taissa e incominciare a scendere per fare tutto con calma>>
<<Io devo passare a salutare Simon!>> Non siamo ancora sulla terraferma e già comincia ad interporsi tra me e la perfetta organizzazione che ho messo a punto.

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