28. Pensare è estenuante

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<<Sono una persona terribile!>>
Questa mattina non ho voglia di alzarmi dal letto. Tutto ciò che voglio fare è stare da sola nella mia stanza, affondare il mio viso sui morbidi cuscini e semplicemente deprimermi.
Esatto, deprimermi.

La scorsa notte è stata abbastanza travagliata: in sostanza sono tornata in stanza e ho pianto.
In un primo momento, le lacrime mi hanno anche guidato verso il mondo dei sogni. Sono riuscita a dormire, seppur per una quantità di tempo alquanto irrisoria, fino a quando, nel bel mezzo della notte, i miei occhi si sono spalancati all'improvviso e non sembravano volerne sapere di tornare a chiudersi.
Inquieti, si spostavano da una parte all'altra della stanza, riflettendo il movimento dei pensieri nella mia testa.
Tristi, estremamente tristi.

Essendo sola, il mio unico conforto è stato il pupazzo di Paperina sul piccolo comodino accanto al mio letto.
Inizialmente l'ho fissato per un po', non potendo fare a meno di associarlo alla persona che me l'ha regalato.
Sei un traditore, un bugiardo, ecco cosa sei.

Ho pensato a Nicholas per così tanto tempo che alla fine la mia testa scoppiava, appesantita, e tutto ciò che desideravo era dormire e lasciare che il sonno si portasse via anche le mie paranoie.
Ho afferrato il pupazzo e, come se fossi una bambina di cinque anni, ho aspettato di cedere stringendolo tra le mie braccia, in una sorta di gesto rassicurante.
Però non è successo presto come immaginavo.

Il nome di Nicholas continuava a ronzarmi in testa e, alla fine, mi sono arresa: non ho provato a dormire, né tantomeno a scacciare il pensiero di lui.
Ho lasciato fare al destino ma a quanto pare non devo stargli estremamente a genio nell'ultimo periodo.

La verità è che non riuscivo a smettere di ripercorrere la giornata di ieri nella mia testa, era una scaletta in riproduzione automatica.
Iniziavo dal peluche, poi passavo al poligono di tiro, seguivano il ristorante, il bacio, il nostro incontro, il diario, e alla fine ero di nuovo la Catherine che piangeva rannicchiata sul suo letto.
E più mi ripetevo "Perché piangi, Catherine? Non hai motivo per farlo" più capivo che stavo soltanto prendendo in giro me stessa.

<<Non sei una brutta persona, Catherine>> una delle due persone alle mie spalle, tenta di rassicurarmi ma è tutto inutile, ormai sono pienamente convinta della mia colpevolezza. Mi immobilizzo sulle coperte e una brutta sensazione si impossessa della mia pancia.

<<Ha un figlio e una moglie a casa! Lo capite? E io l'ho baciato!>> Biascico, non riuscendo a capire come facciano a non comprendere il profondo senso di colpa che mi sta facendo sprofondare. Certo, a loro manca un tassello del puzzle abbastanza fondamentale.

<<E questo è tutto?>> Taissa si unisce a Cole nei suoi vani tentativi di convincimento, mentre, comodamente seduta sulla poltroncina della mia stanza, si controlla le punte dei capelli. <<Se vuoi ti dico cosa ci ho fatto io, così ti senti meglio!>> Propone e se il suo intento era quello di rassicurarmi non ci riesce proprio, anzi, peggiora di gran lunga il mio umore.
Avevo rimosso il flirt avuto con lei.
Adesso mi sento più uno schifo di prima.
E anche lui mi fa più schifo di prima!

<<Quello stronzo>> bisbiglio, lo sguardo fisso davanti a me.
Come può essere riuscito a scrivere delle frasi così sincere, descrivere un sentimento così profondo e poi...Tradire la sua ragazza senza pensarci due volte?
Perché se è vero che ufficialmente il nostro era un bacio di scena, pura finzione, non mi sembra che con Taissa abbia avuto molte remore.
E chissà se lo ha fatto anche con qualcun'altra!
<<Traditore>> continuo la mia invettiva nei suoi confronti e mi sembra di vedere il suo odioso faccino davanti agli occhi.
Te lo faccio sparire quel sorriso!

Under the same night sky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora