42. Il codice dei serpenti

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Una settimana dopo cammino per i corridoi della nave intenta a raggiungere Cole, quando mi imbatto nell'elegante e curata figura di Taissa.
<<Catherine!>> Alza il passo non appena mi inquadra, venendomi incontro <<Non ci vediamo da troppo tempo...Dobbiamo assolutamente organizzarci! Scusami, devo scappare!>> Mi supera, senza neanche darmi il tempo di risponderle, e riprende a correre sui suoi tacchi fucsia.
<<Va bene!>> Urlo, divertita da ciò che è appena successo.
È completamente fuori di testa.
Ecco perché la adoro!

Quando finalmente arrivo, Cole è impegnato a girare il cucchiaino all'interno della tazza con il suo cappuccino.
<<Buongiorno!>> Esclamo a gran voce, scoccandogli un bacio sulla guancia.
<<Guarda chi si vede! Dovrei sentirmi onorato?>> Domanda, voltandosi con il busto verso di me per potermi guardare meglio, gli occhi vispi e insinuanti.

<<Ma cosa avete tutti oggi? Taissa mi ha fermato per dirmi che non passiamo del tempo insieme da troppo, ora tu...Ci manca solo che me lo dica anche Sandy! Eppure io sono sempre rimasta sulla nave!>> Esclamo a mia volta, accomodandomi accanto a lui.
<<Ti sei tenuta impegnata però>> avvicina la sua tazza alla bocca, sorseggiando con sguardo saccente.
Ahimè, non posso dargli torto!

La scorsa settimana è stata senza alcun dubbio la più bella della mia vita.
Da quando siamo tornati da casa sua le cose tra me e Nicholas sono migliorate di gran lunga.
Abbiamo trascorso insieme ogni momento libero a nostra disposizione ed è stato...meraviglioso.

Un sospiro sognante fuoriesce dalle mie labbra se ripenso a tutto quello che abbiamo fatto in questi pochi giorni.
Abbiamo visto dei film, anche se io crollavo a dormire prima che finissero, fatto lunghe chiacchierate sul ponte della nave e  trascorso qualche pomeriggio nella sala giochi a nostra disposizione.
Ieri sera ha parlato con lo staff e abbiamo trascorso un'intera notte a cucinare insieme.
La pizza più buona della mia vita.

Lo ammetto, non sono stata esattamente una persona presente e costante nell'ultimo periodo.
Ma, ahimè, non me ne pento affatto...

Ogni tanto capitava che lui continuasse a parlare e io mi incantassi, deliziata dalla spontaneità e dalla semplicità del momento che stavamo vivendo.
Sembravamo una coppia normale.
Dopo tutto quello che Nicholas mi ha raccontato, non ho mai provato a introdurre le discussione del "Cosa siamo?".
Capisco che ha ben altre cose a cui pensare in questo momento e non voglio metterlo in una situazione scomoda.
Vivere nell'incertezza però fa male.

A volte temo che lui non sia tanto coinvolto quanto me, che per lui sarebbe più facile voltare pagina o, peggio ancora, che possa succedergli qualcosa di brutto. Non credo che sarei in grado di sopportarlo.

Ciò nonostante, cerco di godere a pieno di ogni minuto del presente senza lasciarmi condizionare dal futuro.
Per il momento mi va bene così.

<<Non puoi negare che sia successo lo stesso quando hai conosciuto Simon...>> Lo rimbecco, usando la sua stessa arma contro di lui. <<E smettila di tenere il broncio! Oggi passiamo insieme l'intera giornata, no?>>
Rubo uno dei suoi biscotti e lui mi scocca un'occhiataccia.
<<Allora...>> Ignoro volutamente lo sguardo di fuoco che mi sta rivolgendo <<Che si fa?>>
E finalmente vedo sorgere sul viso un sorrisetto.

***

<<Sei uno stronzo!>> Abbasso lo sguardo per valutare meglio la situazione e sento un capogiro cogliermi a causa dell'altezza. <<Non se ne parla!>>

<<Sei stata tu a chiedermi cosa dovessimo fare, la prossima volta scegli tu!>> Schiamazza lui dal basso, mentre tutti ci osservano a dir poco scioccati.
Certo, perché vedere un'esaurita e un deficiente che si urlano vicendevolmente, uno in piscina, l'altra dal trampolino, non deve essere un esperienza quotidiana!
<<Ti ho chiesto un'attività da fare per passare il tempo, non per passare a miglior vita...Si può sapere che cazzo hai in quella testa?>>
Forse dovrei calmarmi, sì, dovrei decisamente farlo.

Under the same night sky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora