Capitolo 3: IN e OUT

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Nel pomeriggio sono seduta al tavolino dello Starbucks di fronte ad Ashley e Phoebe e ai nostri caffè lunghi.

"... E poi siamo stati al Louvre, ho posato per un ritratto a Montmartre, abbiamo girato per Le Marais e preso i biglietti per uno spettacolo al Moulin Rouge... Oh! Parigi è così romantica e anche Zac lo è..."

Sono solo le quattro e un minuto e io non reggo più il fastidioso resoconto di Phoebe. Ashley non sembra del mio parere, dal momento che ascolta l'amica a bocca aperta ed occhi sognanti. La porta del locale si apre, lasciando entrare il gruppo di ragazzi della squadra di basket, tra loro c'è anche Hunter. I nostri occhi si incontrano e restano connessi per un istante.

"Scusatemi" mi alzo dalla sedia e vado dal ragazzo biondo e muscoloso che ho scelto come fidanzato.

Hunter passa un braccio attorno alla mia vita e mi bacia. "È bello vederti, zuccherino. Mi sei mancata quest'estate!" mi sussurra all'orecchio, poi si allontana e mi indica due tipi in pantaloncini corti e maglia larga al bancone del locale. "Adesso sono con i ragazzi, non posso farli aspettare. Passo al tuo dormitorio più tardi, okay?"

Lo lascio andare, annuendo. Volgo lo sguardo alle ragazze sedute al tavolino, stanno sghignazzando, mimando idioti baci sui dorsi delle loro mani. Sospiro e torno da loro.

"Questo non è tirare avanti" dice Ashley, ammiccando.

"È solo uno stupido bacio sulle labbra" bevo un lungo sorso del mio caffè.

"Un bacio con Hunter Parrish non è mai uno stupido bacio" interviene Phoebe, guardandomi fin troppo seriamente.

La studio per un attimo di troppo. È fidanzata con Zac Efron, il miglior giocatore dei Dolphins, cosa vuole da me e Hunter? Se potessi farlo, senza risultare sfrontata o maleducata, le direi di godersi il suo ragazzo e lasciar perdere quello delle amiche. Le direi di non avventurarsi in territori che non la riguardano, se non vuole mettere a repentaglio quelle sue lunghe ciocche di capelli finti.
Poi però rifletto che non vale la pena rispondere alle sue provocazioni, perché è di questo che si tratta, pure e mere provocazioni. Phobe Tonkin è la regina indiscussa della Jacksonville University. O con lei o contro di lei. Ed io non ho nessun interesse di incasinare ancora di più la mia vita.

Ashley termina il suo caffè e spalanca i suoi occhi azzurri in direzione della porta d'ingresso. "Non-è-possibile" sillaba, scandendo a una a una le parole.

"America? Penn?" aggiunge Phoebe, sgomenta. "Chi ha detto loro di mettere piede in questo posto? Non sanno che lo Starbucks è territorio proibito per gli OUT?" si mette in piedi, andando loro incontro.

Poso il bicchiere sul tavolo e resto girata per osservare la scena. Non ho mai capito chi abbia ideato questa storia degli IN e OUT. Forse proprio Phoebe in persona.

"Credo che quei due non ne usciranno vivi" dice Ashley, fissando l'andamento impettito dell'amica sul suo tacco dodici.

"Non dovreste stare qua!" Phoebe posiziona le mani sui fianchi. "Forse non ricordate che lo Starbucks fa parte dei luoghi vietati alla plebe, proprio come lo spogliatoio e l'anti spogliatoio dei Dolphins, la stanza d'onore a mensa, le prime due file degli spalti al campo di basket e, se desiderate, potrei continuare all'infinito con la lista!"

Il volto di America impallidisce più del dovuto e i suoi occhi luccicano sotto agli spessi occhiali che porta. Il suo amico, invece, tenta l'impossibile; gonfia il petto e affronta il diavolo in persona. "Dove sta scritto?"

Phoebe stringe i suoi occhi glaciali e sibila: "Sta scritto!"

"Dove?" la affronta ancora Penn.

Mi viene da sorridere. O Penn è un tipo eccessivamente coraggioso oppure ha una voglia irrefrenabile di movimentare la sua giornata, se intende scontrarsi con Phoebe Tonkin per una simile sciocchezza!

"Ti ho chiesto dove sta scritto?" ripete il ragazzo, sempre più determinato.

Nella sala tutti si fermano ad osservare la scena.

"È il regolamento di questa scuola! Lo è sempre stato dai tempi dei miei genitori, dei miei nonni e dei nonni dei miei nonni!" sbraita la bruna.

Sollevo le sopracciglia, perplessa. Non sapevo che tutta la famiglia Tonkin avesse fatto parte di questo college.

Penn oltrepassa Phoebe e si dirige al bancone, trascinando America dietro di sé.

La ragazza lo segue impacciata, inciampicando sui suoi stessi piedi. "Forse ce ne dovremo andare" biascica, visibilmente impaurita.

"Nessuno ha il diritto di mandarci via. Nessuno può farlo e questa storia degli OUT deve finire una volta per tutte!" replica lui.

Phoebe però non sembra dello stesso parere, si catapulta verso di loro e afferra Penn per il retro della camicia. "Nessuno osa mettersi contro Phoebe Tonkin!" gli sibila in faccia.

"Altrimenti?" Penn alza il mento, in segno di sfida.

Phobe lo guarda dritto negli occhi e poi lascia andare la presa. "Te la farò pagare, stupido Penn Badgley. E anche a te, insignificante America Ferrera. Giuro che la farò pagare a entrambi!".

Quando Phoebe torna al nostro tavolo è ancora adirata. Le persone riprendono pian piano a parlare, ripristinando il rassicurante mormorio di sottofondo. Penn beve il suo caffè mentre il nostro tavolino resta in religioso silenzio.

"Cosa è successo, perché quelle facce da funerale?" Una voce maschile ci riscuote. Solleviamo gli occhi sul ragazzo in camicia e cravatta, in piedi vicino alla nostra postazione; Ed Westwick.

Ashley schiude le labbra e rimane in apnea per alcuni istanti.

"Penn Badgley e America Ferrera, devo fargliela pagare, gli OUT non possono mettere piede allo Starbucks e loro hanno infranto la legge!" sibila Phoebe.

"Qualcosa mi dice che quei due si siano cacciati in un mare di guai!" ridacchia Ed.

Phoebe lancia una brutta occhiata verso il bancone e Penn le mostra la sua bevuta. Lei allora distoglie subito l'attenzione e torna a noi. Non oso pensare quello che sta frullando dentro la sua testa.

"Sono morti" dice.

Giuro che per un attimo un brivido freddo mi attraversa la schiena. Sposto l'attenzione dalla perfidia di Phoebe al volto di Ashley. Sembra quello di una statua di cera e non credo sia dovuto alle minacce della nostra compagna, bensì alla presenza del suo ex.

"Phoebe, credo di poter migliorare il tuo umore. Darò una festa giovedì sera a Jacksonville Beach. Ho deciso di inaugurare il nuovo anno e ho invitato alcuni amici, naturalmente voi, ragazze, siete le benvenute..." afferma Ed.

Phoebe prende gli inviti.

"Spiaggia, falò, musica e alcol. Una vera e propria serata da studenti universitari. Ci vediamo giovedì!"

Ed Westwick esce dal locale ma, prima che la porta si chiuda, i suoi occhi finiscono su quelli di Ashley. E' solo un attimo, una percezione.
E in quell'istante la presenza di Ashley al mio fianco è pari a quella di una roccia, fredda e priva di sensi.

"E quindi hai dimenticato Ed, esatto?"

Lei non risponde. Si limita ad aggrottare le sopracciglia e buttare fuori un lungo respiro. "Un altro caffè?"

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora