Capitolo 53: DUE STATUE DI GHIACCIO

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Ian fugge via, sbatte la porta di casa Radcliffe e oltrepassa il giardino. Gli corro dietro, chiamandolo a perdifiato.

"Ehi, vuoi fermarti?" Lo afferro strettamente per la giacca.

"Holland, lasciami!" si sofferma un istante, liberandosi senza alcuna fatica della mia presa.

"Dobbiamo parlare"

"Ho bisogno di stare da solo" grugnisce, camminando lungo la strada in direzione dell'auto parcheggiata poco distante.

"Per favore" lo supplico, afferrandogli la mano.

Lui respira pesantemente, focalizzando il suo sguardo sul mio. Non credo di aver mai visto degli occhi così belli, sfuggenti e persi quanto quelli che mi trovo davanti.

"Lasciami andare" sibila.

Le nostre dita si allontanano bruscamente. Un brivido mi attraversa le spalle e il mio cuore trema. I raggi del sole sono sempre più deboli e un vento leggero prende a soffiare tra i miei capelli, scompigliandoli. Cerco di raccoglierli e fermarli su una spalla.

"Non puoi scappare così" riprendo a gridare ormai prossima ad un crollo emotivo. Percepisco le lacrime pizzicarmi gli occhi; le sento forti e irruente, decise ad uscire fuori.

"Quello che ha detto Daniel ha sconvolto anche me, cosa credi? Ma non faccio come te, non mi comporto come una bambina, scappando via dai problemi!"

Ian continua a proseguire il suo cammino, ignaro della mia voce isterica.

"Sei tu quello che è piombato improvvisamente nei miei giorni, quello che ha fatto uso di un orologio stregato. Tu mi hai legata a te, al tuo sangue e alla tua stessa vita. Non sei l'unico a soffrire per questa situazione, anche io sono in difficoltà, come puoi non capirlo? Che tu lo voglia o meno mi ritrovo legata a te. Devo vivere ogni giorno, ogni notte al tuo fianco. Non ho più una vita, non ho più una privacy e ho la paura costante che qualcuno tenti di uccidermi. Credo di avere il diritto di poter parlare con te, Ian Somerhalder, il diritto pieno!"

I suoi piedi rallentano fino a fermarsi. C'è distanza tra noi. Adesso c'è davvero molto divario e non solo fisico. Poi Ian si muove, tornando qualche passo indietro.

"E di cosa dovremmo parlare? Sentiamo! Pensi davvero che le nostre anime siano destinate a stare insieme?" improvvisa un falso sorriso.

Schiudo le labbra, pronunciando un debole: "Io..."

"E' ridicolo!" mi interrompe, agitando le braccia in aria. "Io non ci credo affatto! Il tuo amico Daniel è un ciarlatano, tutte quelle cose che ci ha raccontato non hanno un senso logico, lo capisci? Tu, Holland Roden, non sei la mia anima gemella. Questo orologio ci ha legati, è vero, ma non significa niente perché la mia anima gemella esiste già e mi aspetta nel 1945"

"Io credo al libro delle anime gemelle. Io credo a Daniel" punto i piedi a terra. "E' l'unico che ci ha rivelato come stanno realmente le cose e tu non devi fare altro che fermarti un secondo e rifletterci sopra. O almeno sforzarti di farlo"

"Io sono sposato. Ho donato il mio cuore ad una donna e l'ho fatto convinto di me stesso e delle mie azioni. Nessuno mi ha costretto. Nikki è la mia anima gemella quindi questo orologio è soltanto una pura idiozia!"

Il suo pugno si stringe e la sua mascella si contrae a differenza del mio cuore che si fa morbido come un budino.

"Nikki non è la tua anima gemella, lei ti ha rimpiazzato per sposare il tuo migliore amico" sputo fuori. Le parole mi escono senza che possa fermarle. Sono cattive e forti ma anche vere, più di quanto si possa pensare. Esprimono ciò in cui credo, inutile negarlo. Le lapidi di Paul e Nikki fianco a fianco non sono state affatto un bel presagio. Non so come siano andate davvero le cose, ma non sono per niente convinta che l'amore di Nikki e Ian sia tanto forte. I loro mignoli non sono legati da nessun filo, neanche il più sottile, invece le nostre mani sono segnate dalle stesse ferite. Abbiamo un legame di sangue, che lui voglia crederci o meno.

Ian si volta. Non dice niente. Le sue spalle si curvano mentre il suo volto fissa a terra. I sassi e la strada. Un'auto passa e anche un paio di ragazzini sulla bici. Restiamo immobili come due statue di ghiaccio. Ian avanti di un paio di passi ed io appena dietro. Poi lui riprende a camminare. Lo fa in modo lento e pacato. Non scappa adesso, non più.

"Sali in macchina, ti riporto all'hotel" dice soltanto.

La sua voce fredda mi lascia l'amaro in bocca. Tutto quello che Daniel ci ha rivelato si confonde dentro la mia testa, mentre seguo gli ordini. Mi siedo composta, senza fiatare. Poso la fronte contro il vetro e caccio indietro il pianto. Nessuno può capire quello che ho dentro al cuore, nessuno può farlo perché è così indecifrabile, confuso e tremendamente dolente che fa precipitare pure me stessa nel buio assoluto.

Ian ama Nikki. Io amo Ian. E un orologio si è messo di mezzo. Un maledetto, inquietante, affascinante pendolo del destino.

In silenzio riprendiamo per Dowtown. Ian guarda avanti senza battere ciglio. I suoi occhi sono persi. Decisamente lontani. Percorriamo la strada che costeggia l'oceano.

Il sole tramonta, lasciandosi inghiottire dalle acque scure dell'Atlantico. Osservo i raggi confondersi con la marea e penso che anche il mio cuore sta precipitando insieme ad essi.

NOTE AUTRICE:

Buongiorno lettori!
Un breve e conciso capitolo per iniziare in vostra compagnia questa nuova settimana!
Che dite Ian si ricrederà sulla leggenda? Il suo scetticismo è davvero disarmante...povera Holland...
E voi credete nel destino?
Le carte si mescolano e gli eventi si intrecciano,  cosa ne sarà dei nostri due protagonisti e del filo rosso che lì lega? A presto con gli aggiornamenti, vi ringrazio per esserci sempre. Un grazie di cuore.
Serena

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora