Capitolo 17: PICCOLA HOLLY

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Quando usciamo dal centro commerciale, Ian stringe un paio di borse tra le mani.

"Non avresti dovuto prendermi tutte queste cose" bofonchia. La sua voce suona lamentosa, mentre attraversiamo il cortile esterno.

"Come potevamo lasciare lì la camicia bianca? E' perfetta per questa sera. E la maglietta di lino? Fantastica! La giacca di pelle ti sta d'incanto e anche i jeans ti tornano alla perfezione, soprattutto sul..."

"Vuoi smetterla?" Ian mi interrompe, appena in tempo perché non porti a termine la mia frase. Stavo giusto per dirgli che ha un bel fondoschiena. Come mi è solo passato dalla mente di manifestare così apertamente il mio entusiasmo? Non è da me. Non è decisamente da me.

"Lo so, lo so. Sto parlando troppo, ma è stato divertente vederti indossare tutti quegli abiti e poi non abbiamo speso neanche così tanto..." lancio uno sguardo allo scontrino prima di buttarlo di nuovo dentro la borsa.

"Consideralo un prestito. Ti ridarò tutto non appena ne avrò la possibilità"

Mi limito a sospirare, smorzando il barlume di euforia sulla mia pelle. L'autobus ci porta di nuovo al college. Come di rito, Ian fa scendere prima me, saluta educatamente l'autista senza ricevere la minima risposta e salta giù con le borse degli acquisti.

Affianchiamo il campo da gioco, che si mostra deserto sotto al sole delle quindici e trenta.
Ian è al mio fianco, la sua ombra è appena più alta della mia lungo il marciapiede.
Poi una terza ombra schiaccia le nostre, le sovrasta, procedendo nel verso opposto.
Alzo lo sguardo sulla figura che ci si prostra dinnanzi; quella di Tom Felton.
I suoi capelli biondi brillano sotto ai raggi del sole e la sua pelle sembra ancora più chiara e sottile di quanto non lo sia realmente, ma la cosa davvero assurda sono i suoi occhi. Il suo sguardo è fermo, deciso e quasi arrabbiato contro il corpo di Ian, che sembra accorgersi della presenza del ragazzo solo quando è a qualche passo di distanza.

Le pupille di Tom paiono non voler mollare il ragazzo al mio fianco, in particolar modo mostrano attrazione per la collana che gli pende dal collo. Un brivido mi sale lungo la schiena, facendomi raggelare nonostante l'alta temperatura pomeridiana.
E' solo un attimo e finalmente passiamo oltre, le nostre ombre si separano, lasciando quella del ragazzo biondo e solitario in disparte.

"Chi è quel tipo?" Ian si volta appena.

Lancio un ultimo sguardo indietro, continuando a procedere.

"Tom Felton, un mio compagno di corso"

Ian solleva le sopracciglia ed esclama: "Molto rassicurante!"

"Già" annuisco.

Torniamo al dormitorio in silenzio. Nel mio cuore al dolore già residente da un po' di tempo, si mescola un nuovo, strano senso di disagio. Lo sguardo di Tom mi è entrato dentro, devastando ogni mia sicurezza.
Quel ragazzo è pura suggestione.
La sua sola presenza è in grado di scombussolarmi per tutta la giornata.

"Sei sicura che non occorra una cravatta per questa sera?" Ian mi distrae dai miei pensieri.

"Credo che dovresti dire ad Ashley che sei sposato" dico tutto d'un fiato, evitando inutili giri di parole.

Lui mi guarda perplesso, quasi incuriosito dalla mia risposta, non esattamente conforme alla sua domanda.

"Ashley sta già male per quello stupido del suo ex fidanzato" spiego, "non voglio che si faccia strane idee sul tuo conto, insomma potrebbe montarsi la testa credendo che tu e lei..."

"Ehi, Ashley ha solo bisogno di un accompagnatore ed io di svagarmi un po' per tutta questa situazione. Non le darò false speranze, ma per quanto riguarda mia moglie e mia figlia preferisco non parlarne con nessuno. Io devo ancora capire molte cose, devo ancora..."

"Ok, ok, hai ragione" lo freno.

Ian mi sorride. E' la prima volta che lo fa quest'oggi. Le sue labbra sono così dolci che finisco per incantarmici di nuovo e le sue parole mi infondono ancora una volta tutta la sicurezza di cui ho bisogno.

"Stai tranquilla, piccola Holly"

I miei occhi incontrano l'azzurro dei suoi. "Come mi hai chiamata?" sussurro.

Ian si volta, senza togliersi dalla faccia quel suo maledetto sorriso e riprende a togliere dalle borse i vestiti appena comprati.

"Forse hai ragione, meglio senza cravatta. Troppo serio, in fondo siamo al college!" si ammira allo specchio con la camicia posata davanti.

Il mio cuore ormai batte così forte che posso sentirlo fin dentro le orecchie.
Piccola Holly.
Anche mia mamma mi chiamava così.

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora