Capitolo 42: AMICI CON BENEFICI

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Il sabato pomeriggio la fila fuori dalla nostra stanza si protrae per più o meno due metri.
Ci sono ragazzi punk, metallari, griffati e anche un paio di tipi in costume da bagno.
A quanto pare l'idea di Ashley, o più precisamente di Ian, di tempestare l'università con volantini di ricerca non è stata poi così intelligente. Penn si rifiuta di farsi avanti e, in compenso, un sacco di individui OUT, IN, strani ed esaltati si alternano per chiedere la mano della mia compagna. Anche Daren è passato, il cocainomane camuffato da giocatore di box. Ashley gli ha sbattuto la porta in faccia senza sbilanciarsi in commenti. Devo ammettere che è stata una vera signora in questo! Nel trambusto generale anche io ho fatto la mia parte. Ho accantonato i libri e sono accorsa in soccorso della mia amica, aiutandola nel non facile smistamento.

Sono le cinque meno dieci quando chiudo la porta al tredicesimo candidato. Mi lascio cadere sul letto ad occhi chiusi, letteralmente esausta. Neanche la musica dei Pink Floyd sarebbe in grado di risollevarmi in questo momento, forse una doppia dose di caffè oppure una bella doccia fredda.

Qualcuno bussa più insistentemente degli altri e Ashley è costretta ad aprire, prima che i pugni buttino giù la porta.

"Era ora!" Evan entra nella stanza, togliendosi il cappellino e incastrandolo nell'elastico dei jeans. "Ma cosa sta succedendo qui fuori? Si sono per caso intasati i cessi delle altre camere? Ho dovuto dire che mia cugina aveva i pidocchi per far allontanare tutti quei ragazzi!"

Punto i gomiti sul letto e trovo il coraggio di sollevarmi. Ashley sbatte le ciglia ritmicamente, osservando la folla davanti alla camera pian piano diradarsi. Poi chiude la porta e, dopo alcuni istanti di vero e proprio stordimento, si rivolge al cugino.

"Cosa hai fatto?" squittisce. 

Evan si gratta la testa, confuso. "Ho fatto male?"

"Quei ragazzi stavano qua per me. Uno di loro avrebbe potuto essere il mio vero Zorro!"

Evan mi lancia uno sguardo di smarrimento. Ricambio con un cenno di saluto e poi mi accingo a consolare Ashley e le sue già pronte lacrime facili.

"Ehi, non fare così" la abbraccio, accogliendo i suoi singhiozzi. "Vedrai che lo troveremo. Ci faremo venire in testa un altro piano"

"Non sapevo che voi stesse cercando qualcuno, proprio non lo sapevo, altrimenti vi avrei aiutate anche io..." balbetta Evan.

"Non fa niente" Ashley tira su con il naso. "Ho tempestato la scuola con volantini di ricerca, dopo il ballo di Halloween non sono più la stessa ragazza di una volta. Ho perso l'amore della mia vita, il mio cavaliere mascherato!"

Evan siede sul letto della cugina, mimandomi le sue scuse in labiale. Ed io mi chiedo cosa farebbe la ragazza che sto stringendo al petto se sapesse che l'uomo che cerca è semplicemente Penn. Starebbe qui a piangere tra le mie braccia come una bambina oppure ne sarebbe felice? Forse felice no, forse all'inizio le farebbe strano, addirittura ne sarebbe delusa, ma con il tempo capirebbe.
Sì, sono più che sicura che capirebbe.

Se solo quel ragazzo cambiasse idea...

"Cugina io ti capisco" Evan poggia i palmi sul materasso, sbilanciandosi indietro. "L'amore è dolore, non sai quanto!" sospira.

Ashley si allontana dal mio abbraccio e va a sedersi accanto a lui. Adesso sono le spalle del ragazzo ad essere annaffiate dalle lacrime della bionda.

"Tu hai Karidja, io invece non ho nessuno. Solo un fottuto amore platonico" piange.

"Non sto con Karidja" Evan solleva le sopracciglia, assottigliando le labbra. Il suo viso pulito e sbarbato mi fanno quasi tenerezza.

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora