Capitolo 60: IL PRIMO E L'ULTIMO BACIO NON SI SCORDANO MAI

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A fine pomeriggio Ashley, come promesso, mi accompagna alla clinica dove lavora Evan. Il suo tirocinio termina alle diciannove ed io dieci minuti prima dello scadere del tempo sono lì fuori. C'è una grande fontana zampillante acqua colorata. C'è un giardino. Il verde e le palme creano una piacevole atmosfera per i lungodegenti.

"Ehi, Holland!" La voce del ragazzo arriva alle nostre spalle. "Ashley!"

Ci voltiamo in corrispondenza del richiamo. Evan scende i gradini dell'edificio sorridendo. Sembra felice e sorpreso nel vederci.

"Cosa ci fate qua?" chiede curioso.

Aspetto che sia più vicino e poi confesso: "Ho bisogno di parlarti"

Il sorriso che ha sbiadisce improvvisamente. La sua fronte si corruga e le sue labbra si piegano verso il basso.

"Va bene" annuisce.

"Io nel frattempo farò due passi, è così carina questa zona" interviene Ashley, "vi lascio da soli"

Ringrazio con un semplice sguardo la mia amica e lei ricambia facendomi un occhiolino impercettibile. La osservo spostarsi verso il parco e scomparire pian piano tra gli alberi.

"Dunque, cosa mi devi dire?" La voce di Evan è improvvisamente scura. Il ragazzo sembra mettersi in guardia da possibili cose brutte da sentire.

Facciamo alcuni passi fino a raggiungere la fontana. I guizzi d'acqua gialla, rosa e azzurra sono sorprendenti e meravigliosi.

"Allora?" Evan mi sprona a parlare. La sua impazienza si confonde con i colori e con la mia confusione interiore.

"Riguarda noi due" dico. Come inizio non è il massimo, ma è difficile trovare un capo al filo di pensieri che mi passano dentro la testa in questo momento. "C'è una bella amicizia e una bella complicità, ma..."

"Ma non sei innamorata di me" mi interrompe bruscamente. "Non ci vuole un mago per capirlo, Holland"

"No, non è vero" La mia bocca parla in fretta, più di quanto il cervello possa starle dietro. "Io ti voglio davvero molto bene, Evan, sei un ragazzo eccezionale, sei generoso e altruista..."

"Sono l'amico che tutte vorrebbero" ironizza, emettendo uno sbuffo.

I miei occhi si spostano dall'acqua ai suoi. Indagano nel profondo delle sue pupille, là dove solo chi si conosce davvero riesce ad arrivare.

"Tu sei più di un amico per me" mi sento in dovere di rivelare, "ma purtroppo questo non è un buon momento"

Evan aggrotta la fronte, studiando il mio volto. Sento il cuore stringersi per la compassione. Il respiro fermarsi quasi per la pietà che provo verso di lui. Dovrei dirgli che amo un altro uomo, ma non me la sento di farlo. E' troppo doloroso e lui non lo merita.

"Sono turbata dalla storia del pendolo. Non riesco a pensare a niente che non sia legato a quell'orologio, alla sua leggenda..."

"A Ian" afferma Evan con una freddezza disarmante.

Deglutisco a fatica, mentre mi vado a sedere sul bordo della vasca. "Anche a Ian" dico. "Non è facile essere legati ad una persona che non si conosce, che il destino ha voluto farti incontrare, così, dal niente. Ian è piombato nella mia vita senza preavviso. Mi ha trascinata nella sua lotta per tornare a casa. Ogni minuto, ogni istante che passa penso soltanto a questa faccenda, a come sfuggire dalla presenza di Tom Felton, a come evitare di mettermi in pericolo..." trattengo il fiato e poi butto fuori in un soffio: "e poi, sì, penso anche se sia vero o meno quello che mi lega al ragazzo venuto dal passato. Le coppie che sono entrate in possesso dell'orologio si sono amate nel bene e nel male, mentre io e Ian abbiamo due vite opposte, due storie diverse ma che continuano a viaggiare parallele. Quindi hai ragione, penso anche a Ian. Penso a quello che mi aspetta. E poi penso a chi mi circonda, a te, ad Ashley, a come venirne fuori da tutta questa storia"

Evan si siede al mio fianco, accosta le mani incastrando le dita le une alle altre e fissa la punta delle sue scarpe.

"Non voglio prenderti in giro, Evan, non voglio che tra noi inizi qualcosa che al momento non sono in grado di gestire. La mia vita è così incasinata in questo periodo..."

"Va bene" dice lui, emettendo un lungo sospiro. "Se hai bisogno di una pausa per me non ci sono problemi. Prenditi pure tutto il tempo che ti serve per chiarirti le idee"

Guardo il ragazzo con la coda dell'occhio. "Stai dicendo sul serio?" chiedo, incerta. "Quindi non sei arrabbiato o furioso o incavolato nero con me?"

Evan sorride. "Le ragazze mi lasciano sempre, ci sono abituato"

"Io non ti sto lasciando" gli faccio notare. "Noi due non siamo mai stati fidanzati"

"Touché" mi batte un colpetto sulle ginocchia.

"Che farai nel frattempo? Continuerai la tua amicizia speciale con Karidja?"

Evan infila le mani dentro la giacca e si stringe nelle spalle. "Dipende" dice.

"Da cosa?" chiedo.

"Da come si mettono i fatti, dal tempo di cui avrai bisogno per chiarirti le idee. Dipende da molte cose"

"Okay" Una punta di tristezza fa capolino nel mio cuore. La sento pizzicare tra le pareti. Non è giusto che Evan mi aspetti in eterno, ma saperlo insieme all'amica dai benefici mi lascia l'amaro in bocca.

"Non sarai mica gelosa?" indaga lui, lasciandosi sfuggire un sorrisetto di soddisfazione.

"E' la tua vita, puoi fare quello che pensi" affermo.

Evan avvicina lentamente il pollice e l'indice alle mie labbra. Li scorre sopra a rallentatore, come a volerle assaggiare con i polpastrelli per l'ultima volta e poi li allontana, per lasciar posto alla sua bocca. Mi bacia con lentezza; come se dovesse catturare ogni minima sensazione, percezione, sapore di noi due e di questo istante. Le sue labbra mi ricordano i frutti di bosco come sempre e il suo respiro è buono e rassicurante. Resto imbambolata quando la sua bocca si allontana con la stessa identica lentezza con la quale si è avvicinata.

"Il primo e l'ultimo bacio non si scordano mai" dice, tornando in piedi.

Guardo Evan retrocedere dalla fontana e da me. Le mani di nuovo nelle tasche, le spalle appena curve e i capelli chiari che ondeggiano mossi dal vento come tante spighe di grano mature. Chiudo gli occhi e respiro a fondo. Evan, il ragazzo perfetto, la sicurezza e la dolcezza in una unica essenza se ne vanno via da me. Sono stata io a volerlo. Ho scelto di seguire il mio cuore. Ho scelto di essere onesta con gli altri e con me stessa. Sento una fitta tremenda al centro del petto. E' dolore per quello che ho appena perso, ma anche serenità. Ho fatto la scelta giusta e non posso far altro che essere in pace con me stessa. Ian sa quello che provo per lui ed Evan conosce il mio turbamento interiore. Nessuna bugia.
Soltanto la verità.

Attendo Ashley tornare dal suo giro turistico. Le faccio un cenno con la mano per poi raggiungerla. Lei mi passa un braccio attorno ai fianchi e non chiede niente. Le basta uno sguardo per capire già tutto. Non è andata male, è semplicemente andata.

"Stasera cinese take away?" propone.

Annuisco.

"Gli involtini primavera e gli spaghetti di soia alle verdure alleggeriscono sempre ogni problema" scherza. "A te faranno dimenticare gli occhioni azzurri di Ian e il cuore buono di Evan e a me quello sguardo scuro e tenebroso che mi perseguita ogni notte. Ah...il mio cavaliere mascherato...il mio amore perduto..."

Mi mordo la lingua per non dirle il nome del suo amore platonico. Penn mi ucciderebbe, creerei un casino senza precedenti, e poi non mi è mai piaciuto fare la spia, non ne sono proprio il tipo. A volte penso a cosa farebbe Ashley se coprisse la sua vera identità. Sono quasi convinta che la sua repulsione per gli OUT potrebbe essere sconfitta dai presupposti di un grande amore. Il cavaliere mascherato potrebbe essere la pedina giusta, quella per riunire i due mondi. Almeno per quanto riguarda la mia compagna di stanza. Ha già fatto molto ad accettare me, in fondo non sarebbe lo stesso anche con Penn?
Scaccio dalla testa ulteriori domande. Non è questo il luogo e il momento più adatto per pensare agli intrighi amorosi. Mi limito a smorzare un sorriso e a stringermi più forte alla giacca di Ashley. Camminiamo verso il college. Due amiche e i loro immensi problemi di cuore.

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora