Capitolo 64: NOTTE, NOTTE PRINCIPESSA

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Il giorno seguente seguo il consiglio di Ian e vado a parlare con il signor Agee. Il coatch della squadra di basket si trova in uno degli uffici a piano terra, tra la palestra e la mensa. Sono venuta fin quaggiù solo un paio di volte nel periodo in cui facevo parte della squadra di cheerleader e dovevo riempire alcuni moduli di ammissione. Quando arrivo di fronte alla porta, sono indecisa se suonare o meno una specie di campana appesa alla maniglia. Mi chiedo se ci sia sempre stata oppure se sia una novità degli ultimi tempi. Non mi sembrava di averla notata l'ultima volta. Per fortuna una delle segretarie fa capolino, togliendomi dall'indecisione.

"Prego, entri pure signorina e chiuda cortesemente la porta. I giocatori di basket hanno questo brutto vizio, lasciano sempre aperto! Deve essere un loro difetto di fabbrica. Hanno una corazza così grande che non si rendono per niente conto dell'esistenza di persone esili e fragili in grado di prendersi una polmonite per le correnti d'aria!"

Accenno un vago sorriso alla donna che mi sta di fronte. La sua figura è effettivamente magra, il suo volto scarno e la pelle del viso ricoperta di rughe sottili. Noto che indossa una sciarpa di lana e anche una sorta di giubbotto con la pelliccia. Siamo a dicembre va bene, ma siamo comunque in Florida. Ci sono diciotto gradi fuori!

Senza contraddirla o indugiare troppo entro nell'ufficio e mi chiudo la porta alle spalle. 

"Ha un appuntamento con il signor Agee?"

Annuisco, sistemandomi meglio la tracolla sulla spalla.

"E' la signorina Roden?" dice la donna, scorrendo il dito secco sulla sua agenda di appuntamenti.

Annuisco di nuovo.

"Vada pure, da quella parte" mi indica una stanza in fondo al lungo e stretto corridoio.

Procedo con cautela e mi guardo costantemente intorno. Alle pareti sono appese medaglie e trofei. Ci sono quadri raffiguranti la squadra di basket di anno in anno. Quando raggiungo la stanza dell'allenatore, vengo sopraffatta dall'imbarazzo. E' davvero giusto quello che sto facendo? Il fatto di fare la spia mi fa rivoltare lo stomaco, ma poi mi ripeto che sono qui per Ashley. E per un'amica si fa questo e molto altro.

Il signor Agee, al contrario delle mie paure, si rivela gentile e affabile. Mi fa accomodare su una delle due sedie di fronte alla scrivania e mi permette di spiegare il motivo della mia visita. Parlo in modo franco e sincero. Faccio il nome di Daren Kagasoff, la guardia tiratrice della sua squadra. Dico che il ragazzo fa uso di sostanze e che in mia presenza ha avuto un vero e proprio collasso. Racconto l'episodio di Halloween e della fatica fatta per riportarlo in stanza.

"Tutti lo sanno, signor Agee, sia il suo compagno di stanza sia i suoi amici"

Il volto dell'uomo muta più volte espressione nell'ascoltarmi; da preoccupato ad arrabbiato a perso. Adesso mi guarda sconsolato, si passa una mano sulla testa rasata e butta fuori un respiro prolungato: "Perché mi sta dicendo tutte queste cose, signorina? Ha avuto per caso problemi con il signor Kagasoff?"

Deglutisco. Una scia di sudore freddo mi attraversa la schiena.

"Diciamo che Daren sta vedendo una mia cara amica e...ecco.. non ne sono sicura, ma... io penso che stia coinvolgendo anche lei nei suoi brutti giri"

Il signor Agee si alza in piedi. Fa qualche passo rimuginando tra sé e sé chissà cosa. L'affabilità con la quale mi ha accolta all'inizio sembra essere scomparsa e nella stanza si respira una strana aria di turbamento.

"Vede, signorina Roden, le accuse che lei fa sono molto pesanti. Mi sta dicendo che uno dei miei giocatori fa uso di droga, non solo, sta circuendo pure una ragazza..."

ENDLESS - Anime Rosse || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora