64. Fanculo chi dice che avere un atleta come ragazzo non abbia vantaggi

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"Rosa o neri?" Domanda Logan, accennando ai centinaia di pattini nell'armadio dell'ufficio del coach.
"Devo proprio?" Domando, sbuffando e indietreggiando fino a posare il fondoschiena sulla scrivania.
"Se smettessi di opporti adesso saremmo gia in pista da un quarto d'ora." Asserisce avvicinandosi e posando le mani ai lati dei miei fianchi.
"Per questo mi sto ancora opponendo Log, sono una frana con i pattini." Piagnucolo imbronciandomi.
"Per tua fortuna conosco qualcuno che è abbastanza bravo da insegnarti, rosa o neri?" Dice, accarezzandomi dolcemente la vita.

"Neri." Bisbiglio allora, facendolo esibire in un sorrisetto.
"Grazie." Sussurra dandomi un bacio a stampo e poi sottraendosi.
Io gli circondo però il collo con le braccia e rifaccio sfiorare le nostre labbra.
Il suo respiro si spezza e, quando lo sto per baciare sul serio, lui mi copre la bocca con la mano.
Faccio un'espressione contrariata ottenendo solo una sua occhiataccia.
"Non riuscirai a distrarmi." Asserisce giocosamente dopo essersi schiarito la voce.
Fa lentamente un passo indietro e poi si gira e si riavvicina all'armadio.
Ho provato a sopravvivere, ma a questo punto, se morirò, sarà solo colpa sua.

"Presi, possiamo tornare in palestra." Afferma, uscendo dalla stanza mentre io lo seguo in silenzio, cercando ancora un modo per non dover pattinare, senza però sembrare una bimba spaventata.
"Sei sicuro che possa pattinare con i jeans? Non so nemmeno se riesco a piegarmi per sfilarmi le scarpe." Mi lamento appena mi fa sedere sugli spalti.
"Per questo motivo io sono qui per te." Ridacchia Logan, armeggiando con l'apertura dei pattini prima di posarli accanto a me.

"Cosa fai?" Chiedo contrariata quando Logan si piega e mi inizia a sfilare le scarpe.
"Non è evidente?" Ridacchia e io arrossisco quando dopo averli infilati mi lascia un dolce bacio su una caviglia.
"Smettila Log." Lo ammonisco imbarazzata dalle sue attenzioni.
"I tuoi piedi neanche puzzano, perché i tuoi piedi non puzzano?" Domanda tranquillo facendomi sospirare.
"Mi hai annusato i piedi?" Replico inarcando un sopracciglio.
"Li avevo davanti al naso e non sono morto asfissiato, con mia cugina non sarebbe successo lo stesso." Esordisce facendomi ridacchiare.
"Adoro Melissa." Affermo nel tentativo di spostare la sua attenzione dai miei piedi.
"Anche io. Senza di lei non so come avrei affrontato la maggior parte di ciò che è successo." Sussurra abbassando lo sguardo.
È ancora inginocchiato davanti a me quando mi sporgo verso di lui per accarezzargli il volto.
I suoi occhi si riposano di nuovo su di me e lo sento sospirare profondamente.

"Grazie di esistere Addison Smith." Esclama, così dal nulla, facendomi sussultare.
Spalanco la bocca, volenterosa di dire qualcosa, ma rimango bloccata quando lo vedo così privo di difese.
"Ora però andiamo in pista." Dice prima di piegarsi, appoggiarsi le mie gambe sulle sue spalle e sollevarmi.
Mi ritrovo con il suo sedere nei pantaloncini sportivi davanti e non riesco ad evitare di pensare a cosa faccia per averlo così sodo.
Io sembro una pera cotta afflosciata.

"Mi spieghi come fai a non spezzarti le caviglie avendo i pattini?" Chiedo poi.
Come risposta ottengo solamente il silenzio, ma dopo qualche istante con un brusco movimento mi fa di nuovo finire in piedi sui pattini.
Afferro in fretta la barriera al lato e ci conficco le unghie, sentendo i miei piedi troppo instabili per affidarmici.
"Anni di allenamento." Risponde adesso facendomi trasalire.

"Non penso di farcela." Lo avverto, percependo i miei piedi tremare.
"Ce la farai, lasciati andare e stai tranquilla che se cadi io sarò qui a prenderti." Mi rassicura, avvicinandosi di più a me.
Ci separano qualcosa come venti centimetri e, mentre io sono arpionata alla barriera, lui mi circonda la vita tenendomi strette le mani sui fianchi.

"Tra tre secondi lascia la mano e aggrappati alle mie spalle, ok?" Dice, ottenendo in risposta un mio rapido cenno di assenso con la testa.
"Adesso." Esclama mentre io provo a spostare le mani come mi ha chiesto.
Ci riesco e, per i pochi secondi in cui non ho oggetti dove aggrapparmi, riesco comunque a rimanere in piedi.
Sono quasi fiera di me quando però faccio l'errore di guardare in basso, verso i miei piedi che stanno palesemente tremando.
"Merda." Impreco, affondando di più le mani nelle spalle di Logan mentre lo sento ridacchiare per le mie reazioni.
Sono consapevole di sembrare una bimba di pochi anni in questo momento, ma tutto questo mi terrorizza

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