15. Ricordi e fratelli stronzi

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Sto impazzendo. Lo sto cercando dappertutto!

È martedì pomeriggio. Oggi non ha gli allenamenti quindi dovrei tornare a casa con Jaden, ma di lui non c'è traccia.

La scuola è finita da quaranta minuti, mi sto preoccupando. La sua macchina è nel parcheggio, quindi non è andato via.

È la ventitreesima volta che lo chiamo, quando fa il suo ingresso nel parcheggio.

Al suo fianco esce Jenny con capelli in disordine, rossetto un po' sbavato e gonna più corta del solito se possibile.

Non hanno fatto ciò che pensò, vero?

Sposto nuovamente lo sguardo su Jaden e noto che i suoi capelli sono scompigliati, come se ci avesse passato le mani diverse volte.

Spero non abbia fatto tutto questo ritardo per chiudersi da qualche parte con quella, se è così giuro che gli taglio la gola.

"Dove cazzo eri?" Sbotto quando è abbastanza vicino per sentirmi.
"Stavamo facendo un giro. Fatti i cazzi tuoi."

Non capisco cosa gli prenda in questi giorni: sabato si è ubriacato fino a perdere i sensi, ieri anche, e ora questo.

Devo parlargli il prima possibile.

"Sono cazzi miei, visto che torno a casa con te." Gli rispondo irritata per il suo comportamento da coglione.

"Mica te l'ho chiesto io. Puoi sempre andare a piedi o prendere la patente. Non sei più una bambina."
Questa sua affermazione è come uno
schiaffo per me.

Sa perché non ho ancora fatto l'esame.
Molto tempo fa ho deciso che non avrei più guidato una macchina.

Probabilmente nota la mia faccia sofferente perché si sbriga ad aggiungere:
"Scusa Addi. Non volevo."

Sento il sangue defluirmi al cervello e rivivo di nuovo quella scena.

"Mamma svegliati, svegliati." Urlo scuotendola mentre piango.
Afferro il volante e provo a tenerlo dritto.
Continuo ad urlare, provo in ogni modo ma lei rimane lì priva di sensi.
Il suo piede è sull'accelleratore, quindi non posso fare niente per fermare la macchina.
Provo ad afferrare il telefono per chiamare la polizia, la macchina va dritta per la strada vuota. Non so come sia possibile.
Mi abbasso un istante per riuscire a prendere il telefono e mentre mi rialzo è troppo tardi e vedo per mezzo secondo la macchina davanti a noi, prima di colpirla.

"Fottiti Jaden." Dico, girandomi e uscendo dal parcheggio correndo.
Faccio la strada del giorno prima tutta di corsa e stavolta non ci trovo nulla di piacevole.

Appena arrivo a casa corro in camera mia e mi chiudo a chiave.
Spengo le luci e mi sdraio sul letto.

Provo a respirare per calmarmi, ma senza rendermene conto, inizio a piangere in silenzio.

"Addison, per favore aprimi." Sento Jaden urlare.
"Addison rompo la porta. Ti do dieci secondi." Urla ancora più forte prima di iniziare a contare.

Vado ad aprirgli la porta e poi torno sul letto affondando la testa nel cuscino.
Non voglio che Jaden mi veda piangere.
Lo farei sentire in colpa e mi mostrerei debole.

Tiro su con il naso e respiro mentre sento il materasso piegarsi sotto il peso di Jaden.

"Mi dispiace. Tanto. Scusami davvero. Sono uno stronzo." Mi sussurra accarezzandomi i capelli.

Ogni secondoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora