3. Primo Giorno

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La sveglia è sempre stata il mia peggior nemico e il motivo è abbastanza ovvio, soprattutto mentre mi alzo a fatica e vado in bagno a lavarmi la faccia.

Indosso dei jeans bianchi aderenti con un piccolo strappo sulle ginocchia e la mia maglietta a maniche corte preferita che è nera, corta e aderente e mi sta molto bene; sopra mi metto la felpa, anche se considerando il caldo che fa a quest'ora, non credo che mi servirà.

Vado in bagno e mi metto un po' di correttore e mascara. Stacco il mio telefono dalla carica e corro giù afferrando il più velocemente possibile la mia borsa.

Scendo in cucina e preparo qualche fetta di pane con la nutella per me e per Jaden, che ovviamente fa il suo ingresso in cucina vestito come se dovesse andare ad una sfilata di moda, cosa che mi costringe ad alzare gli occhi al cielo.

Gli do un bacio di buongiorno e lui mi intima di andare più veloce perché siamo in ritardo.

Torno un attimo nella mia camera e mi spazzolo i capelli. Ricadono mossi sulle spalle; nel complesso stamattina sono abbastanza carina.

Corro giù e esco di casa controllando di avere tutto. Salgo sulla macchina di Jaden e mi siedo dietro.

Mi sto infilando le cuffie per sentire la musica, quando mio fratello mi chiede :"Oi Addison ti dispiace se passiamo a prendere una mia amica per andare a scuola? Abita qui vicino, l'ho appena conosciuta è molto simpatica."

Conosco mio fratello e so che anche se gli dicessi di no, lo farebbe lo stesso, quindi acconsento con la testa.

Cinque minuti dopo accostiamo davanti ad una villetta molto carina e ne esce una ragazza che sembra davvero perfetta: alta, gambe lunghissime, capelli biondi e mossi, labbra carnose, magra e con vestiti che coprono poco o niente.

Abbasso lo sguardo. Appena arriva alla macchina Jade la fa salire davanti insieme a lui e la saluta con un bacio sulla guancia, lei mi vede e noto che mi squadra da capo a piedi.

Mi fa sentire in soggezione però decido comunque di presentarmi:
"Piacere sono Addison, la sorella di Jaden". La vedo sorridere a mio fratello e poi darmi la mano:
"Io sono Jenny."

Il viaggio continua in silenzio e appena arriviamo scendo subito dalla macchina. Corro verso le scale e appena arrivata però mi rendo conto che manca ancora qualche minuto all'inizio così mi giro verso il parcheggio.

Noto che Jade e "Jenny" stanno camminando verso la scuola e che sembra che l'intera scuola Li stia fissando.

Proprio in quel momento però sento stridere delle gomme e una macchina entra nel parcheggio rischiando di provocare un incidente, fortunatamente alla fine però, frena di colpo.

Gli sportelli si spalancano e ne escono quattro ragazzi. Mio fratello e Jennifer passano in secondo piano perché l'attenzione di tutti viene spostata su di loro.

Sono tutti molto belli e indossano vestiti che se possibile li fanno sembrare ancora più perfetti. Si dirigono verso l'entrata e al loro passaggio si zittiscono tutti subito.

Appena si fermano all'ingresso (ovvero a pochi metri da me) si guardano intorno e uno di loro tira fuori una sigaretta inizia a fumare. Ad un certo punto incrocio lo sguardo di uno di loro e mi sembra terribilmente familiare però mi costringo ad abbassare lo sguardo e a prendere il telefono per fare finta di essere impegnata a fare qualcosa.

Quando la campanella suona entro dal cancello e inizio a seguire le indicazioni sui cartelli per la segreteria. Mi ritrovo in una stanza con davanti la segretaria che parla al telefono.

Aspetto che finisca di parlare e poi mi alzo e vado da lei.

Lei appena mi vede mi rivolge un grande sorriso e mi dice:
"Buongiorno cara, tu devi essere Addison Smith, la ragazza nuova, questo è il tuo nuovo orario settimanale, ora chiamerò qualche studente per farti fare un giro della scuola."

Proprio in quel momento Jade fa il suo ingresso e la segretaria in poche parole gli racconta le stesse cose che ha detto a me.

Tre minuti dopo due ragazzi ci raggiungono per il giro della scuola. Mentre Jaden decide di andare con una ragazzina molto bella e molto truccata che dice di chiamarsi Stephanie, mi si affianca un ragazzo che si chiama David, mi porta a fare il giro e mi mostra I laboratori, le classi, la palestra, i bagni, la mensa e il cortile.

Alla fine della visita sono molto annoiata e voglio solamente andare in classe così gli chiedo:
"Scusami ora vorrei andare in classe, mi sai dire dove l'aula 23? Ho lezione di letteratura alla prima ora e non vorrei saltarla completamente."

"Basta che fai tutto il corridoio e poi giri a destra, la prima porta è la 23, poi comunque stai tranquilla perché fuori dalle porte c'è sempre scritto il numero dell'aula."mi risponde.

Seguo le indicazioni, mi ritrovo davanti alla classe e busso, appena sento la voce del professore dire "avanti!" Entro subito.

Mi presento e lui mi fa sedere in un posto libero al penultimo banco. Non alzo lo sguardo perché ho paura di incontrare qualche sguardo curioso e mi concentro solo sul prendere gli appunti sul mio quaderno.

Al suono della campanella mi alzo e sento qualcosa toccarmi la spalla:
"Ciao io sono Olive, mi fa piacere conoscerti Addison, che materia hai alla prossima ora?" Sono le parole che sento appena girata.

Guardo la ragazza e le porgo la mano, poi controllo l'orario e gli dico "Ho arte nell'aula 31." Così lei si offre di accompagnarmi.

Appena entrata in classe mi siedo all'ultimo banco e accanto a me si siede un altra ragazza, che dice di chiamarsi Ava.

Il resto delle lezioni procede bene e riesco anche ad orientarmi all'interno della scuola. Finché non arriva l'ora di pranzo.

Appena entrata in mensa mi guardo in torno e mentre il mio cervello sta andando in tilt sento una voce: "Ciao Addison, ti va di sederti con me e il mio gruppo? In realtà siamo solo in tre, ma sembriamo esserci di più per quanto urliamo."

Mi volto di scatto e mi trovo davanti Olive, la ragazza di letteratura, solo ora mi accorgo del fatto che è molto
carina: ha i capelli ricci neri, gli occhi verdi è un po' più alta di me, molto magra e indossa dei jeans schiariti e una maglietta bianca corta simile alla mia.
"Mi farebbe tanto piacere" mi ritrovo a dirle sentendomi poi un po' in imbarazzo mentre mi guida fino al suo tavolo.

Scusatemi se c'è qualche errore. Se volete segnalatemeli e ogni consiglio mi fa tanto piacere. È tardissimo, vado a dormire!

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