52. Moon park

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POV's Addison
Cammino verso l'uscita della scuola con lo zaino in spalla liquidando con la testa tutti quelli che mi si avvicinano.

"Auguri Addison."
"Buon compleanno Addison."
"Tanti auguri Addison."

È tutta la mattina che mi vengono ripetute queste cose e la testa sta iniziando a scoppiarmi.
Non mi è mai piaciuto particolarmente il mio compleanno per due motivi:
Il primo è che ho sempre avuto pochi amici e festeggiavo questo giorno uscendo con loro e, se non consideriamo quelle della materna, non ho mai dato una vera festa, al contrario di Jaden che ha sempre fatto le cose in grande.

"Auguri Addison." Ridacchia Jenna comparendo difronte a me e bloccandomi sul posto.
Cosa vi avevo detto?

"Grazie Jenna, anche a t-'' mi zittisco.
"Grazie." Ripeto scrollando le spalle.

Il secondo motivo? Questo.

Ogni singola volta che qualcuno mi fa gli auguri ho questo forte impulso di ricambiare, magari per abitudine.
Questo mi porta a fare tantissime figure di merda, come quella che ho appena fatto.

"Stasera che facciamo?" Domanda la ragazza davanti a me, strappandomi da ricordi imbarazzanti.
"Cosa?" Facciamo? Noi?
"Dove ti festeggiamo?" Chiarisce.
"Jenna io non credevo che avremmo fatto qualcosa." Sussurro imbarazzata.
"Come no? Senti sta tranquilla ok? Penso a tutto io." Strilla sovraeccitata.

"È venuto un mio amico da Santa Barbara e gli ho promesso di stare con lui." Mi scuso.
"È carino?" Chiede prendendomi in contropiede.
"Io-oddio no, cioè forse."
"Addison si o no?" Sbotta.
"Credo di sì? Non l'ho mai guardato come ragazzo, più come un fratello." Chiarisco, mordendomi il labbro.

"Allora digli di venire anche a lui.. potremmo andare al mare oppure alla fiera."
"Fiera?" Ripeto.
"Alla fine della promenade hanno allestito dei giochi visto che tra tre settimane è Natale." Mi spiega.
"Wow, però oggi proprio non mi va." Sbuffo mordendomi il labbro.

"Quando vorresti farlo? Domani? Non sarà più il tuo compleanno Addison." Mi rimbecca infastidendomi.
"Ora voglio solo tornare a casa, stasera decideremo cosa fare, ok?" Sussurro tirando fuori il telefono dalla tasca dei jeans.
"Va bene, ti scrivo." Borbotta affranta.

Le passo affianco e mi dirigo verso il cancello della scuola.
Proprio mentre sto uscendo però, di nuovo, vengo bloccata.

Il clackson di una macchina suona ripetutamente e io stringo le bretelle dello zaino.
Ti prego fai che non sia qualche altro stupido che vuole farmi gli auguri.
Ora voglio solo andare a casa.

"Jaden." Bofonchio osservandolo attraverso il finestrino aperto dell'auto.

"Perché non mi hai aspettato? Ti riporto a casa." Domanda.

Mi guardo intorno imbarazzata e mi mordo il labbro.

"Avevo voglia di camminare, il tragitto a piedi è bellissimo, dovresti provarlo qualche volta." Sussurro distogliendo lo sguardo dalla sua auto.

"Sicura? A me farebbe tanto piacere, dobbiamo parlare."
Mi irrigidisco alla sua affermazione stringendo i pugni.

"Lo faremo, ma non oggi." Borbotto.
Gli faccio un veloce cenno con il capo e finalmente mi giro, iniziando il mio percorso verso casa.

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