30. Campione di olimpiadi

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"Vuoi un gelato?" Mi chiede Logan.

La piccola finestra sopra la porta permette al sole di accecarmi e sono costretta a coprirmi gli occhi.

Siamo in una gelateria che ha qualcosa di familiare, è una piccola stanzetta con le pareti blu e con al centro un espositore pieno di gusti di gelato.

Saltello come una bambina all'idea di poterlo mangiare e stringo forte la mano di Logan.

Ad un certo punto la porta si spalanca e entra un ragazzo con i capelli tinti di verde e con un completino, anch'esso blu.

"Cosa volete?" Chiede gentile giocherellando con il suo piercing al naso.

"Un cono nocciola e tiramisù e un altro stracciatella e pistacchio." Ordina Logan per me.

Il gelataio in pochi secondi ci porge la nostra ordinazione e prima che lo possa assaggiare,  e quindi constatarne il sapore, Logan lo afferra e me lo spiaccica in faccia.

"Che cazzo fai?" Chiedo ridendo e facendogli lo stesso trattamento con il suo gelato.

Iniziamo a fare una guerra di gelato finché ad un certo punto Logan mi si avvicina terribilmente.

"E invece ora cosa stai facendo?" Domani sentendo il respiro spezzarsi.

"Leccarti il gelato dalla faccia, ma soprattutto da un punto speciale." Sussurra sfiorandomi le labbra.

Veniamo interrotti dal ragazzo del locale che inizia a chiamarmi.

"Addison, Addison." Torno lentamente verso di lui, ma lui continua a urlare il mio nome.

Prendo un respiro profondo chiudendo per qualche secondo gli occhi e appena li riapro sono in camera mia.

"Finalmente ti sei svegliata. Volevo chiederti scusa per ieri.." mi dice Jaden inziando a stritolarti in un abbraccio che, di prima mattina, non gradisco molto.

Ci metto qualche secondo a rendermi conto di non essere al "Ice big cream", il luogo in cui andavo a prendere sempre il gelato con Jason e Ellie a Santa Barbara.

"Levati, sento caldo." Grugnisco applicando più forza possibile sul suo petto.

Lui si stringe ancora di più a me provocandomi una brutta sensazione di soffocamento.

"Giuro che appena riacquisto la lucidità normale sarai morto." Biascicò ancora un po' intontita dal sogno e dalla dormita.

"Stavi sognando?" Chiede ridacchiando.

"No." Sbotto mentendo e iniziando a prendergli a calci gli stinchi per allontanarlo.

"Ti voglio bene sorellina." Sussurra appoggiando la testa sul mio petto.

"Aia, così fai male." Mi lamento io, visto che si è appoggiato in un punto sensibile.

"Scusami. Stai diventando una donna." Dice ridacchiando e posando la testa nell'incavo del mio collo.

"Ti ricordo che ho solo un anno in meno di te e che le ragazze maturano prima. In pratica ti stai dicendo da solo di non essere uomo." Rispondo prendendolo in giro.

"Non è vero, maturiamo prima noi." Borbotta stringendo ancora di più la mia vita.

"Infatti è per questo che nelle coppie le ragazze sono sempre più piccole dei ragazzi."

"Noi stiamo con ragazze più piccole solo perché sono più sexy"

"Sai anche tu che non è vero. Quindi spostati e chiudiamola qua." Borbotto dimenandomi tra le sue braccia.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now