42. Colpo di scena

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Logan's pov

Il respiro di Addison mi scalda la pelle facendomi costantemente rabbrividire.
Il suo petto si alza e si abbassa ad un ritmo lento e controllato da più di venti minuti.

Se non fosse che sono terribilmente eccitato credo che mi addormenterei anche io, ma così è dannatamente impossibile.

Nella mia mente i nostri baci continuano a farsi vedere, come a ricordarmi di essere stato ad un passo dal punto di farmela, ma per colpa mia non è successo.

Il vero motivo per cui l'ho fermata è che sono dannatamente spaventato dal fatto che, se andassimo fino in fondo, tutto ciò che provo ora scomparirebbe.

Tutta questa passione non c'è mai stata con nessuna e nonostante ovviamente baby Logan sia sempre all'erta, con lei è come se anche la mia testa fosse sulla stessa linea d'onda.

Butto fuori l'aria e provo a ripensare, per l'ennesima volta a Jolly, il gatto che avevo da bambino.

So che è strano, ma l'ho già fatto in passato: ogni volta che nemmeno una doccia fredda basta a calmarmi, cosa che ultimamente accade molto spesso.

Abbasso il viso osservando i suoi linemanenti rilassati e mi avvicino a baciarle la punta del naso.

Lei, ancora mezza addormentata, arriccia il naso e stringe la presa sulla mia vita.

Sposta una gamba tra le mie e si attacca a me come fosse un koala.

Le sposto le ciocche che mi impediscono di fissarle gli occhi socchiusi e le bacio anche la fronte.
Ci stai prendendo troppo gusto, smettila.

Le poso una mano sul fianco, sui pantaloncini corti che indossa e che le fasciano il fondoschiena alla perfezione.

In questo momento amo il fatto che prima si è cambiata, vestendosi "da casa" .

Continuo a osservare ogni piccola parte del suo corpo per non so quanti minuti, finché non sento una porta cigolare.

Lentamente mi sciolgo dal dolce abbraccio di Addison e le bacio la fronte.

Mi guardo intorno per cercare la mia maglia ma non la trovo da nessuna parte.
L'ho lasciata in cucina, che idiota.

Fa che non siano i suoi genitori quelli che sono appena entrati in casa, perché sennò non farò una buona prima impressione.
Perché vuoi fargli una buona impressione?
Zitta coscienza lasciami vivere come voglio.

Esco fuori dalla stanza e cammino lentamente sul parquet finché non arrivò alle scale.

Le percorro velocemente e entro in cucina.

Noto un ragazzo di spalle che osserva fuori dalla finestra con la mia maglietta in mano.

Sento l'adrenalina scorrermi in corpo e stringo i pugni.

"Chi sei?" Sbotto, facendolo trasalire dalla sorpresa.

Si gira lentamente e fa una specie di ghigno squadrandomi.

"Questa deve essere tua." Dice lanciandomela.

La afferro al volo e me la infilo velocemente.

Continuo a guardare male questo ragazzo sconosciuto e sento una brutta sensazione al mio stomaco.

Indossa una maglia nera che gli copre il fisico magro e tonico, dei pantaloni scuri in jeans che gli calano sulle gambe e ha gli orecchini a entrambi i lobi.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now