58. Ogni secondo

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"Quindi?" Mi esorta Logan.
Sospiro e mi accoccolo sul letto accanto a lui.
Abbozzo un sorriso quando sento il suo braccio circondarmi le spalle e la sua mano affondare tra i miei capelli.

"Conosci mia madre?" Domando.
"La signora Smith? L'ho vista qualche volta ma non ci ho mai parlato, sembra a posto."
Emetto una risatina più sofferente che divertita.
"È il contrario di a posto te lo assicuro." Biascico.

Prendo un respiro profondo mentre Logan mi fissa in attesa.
"Santa Barbara è un bellissimo posto dove vivere, amavo quella città quanto amavo la mia vita lì: tantissimo." Inizio a spiegare malinconica.

"Il suo difetto però era la sua grandezza, è talmente piccola che le sole tre scuole del posto devono condividere un unico campo da football.
Tutti conoscono tutti e i gossip sono pane quotidiano." Gioco con l'elastico bordeaux legato al mio polso.

"Dopo avermi partorita mia madre è caduta in quella che i medici chiamano 'depressione post-parto'. In breve ha sofferto del distacco del suo corpo dal mio, cosa che capita molto spesso alle madri al giorno d'oggi. I dottori infatti l'hanno considerata una cosa normale, senza psicanalizzarla quanto avrebbero dovuto. Un anno dopo ne soffriva ancora, mio padre l'ha portata dappertutto anche perché aveva notato che agli attacchi di tristezza si erano uniti alcuni di rabbia.
Quando finalmente qualcuno si è deciso a visitarla per bene le hanno diagnosticato il bipolarismo." Sospiro alzando lo sguardo e puntandolo sulla comprensione che leggo negli occhi di Logan.

"È una malattia mentale che fa avere sbalzi di umore e di toni nel giro di pochi minuti. In questi momenti normalmente il paziente non ha più il controllo di se stesso e del suo corpo, per questo il dottore prescrisse a mia madre un totale di pillole al giorno che avrebbero aiutato mia madre a rimanere lucida."

"Non devi raccontarlo se non vuoi." Sussurra Logan vedendomi bloccata. Ho gli occhi lucidi e ancora non ho iniziato a raccontare la vera parte della storia.

"Prima o poi dovrei farlo comunque." Ribatto.
"Mia madre in questo modo tornò quasi normale e il rapporto con mio padre si riprese. Io e Jaden essendo piccoli non ci rendevamo conto di niente e non notavamo quelle stranezze della nostra mamma, lei ci trattava bene e questo ci bastava, il resto era superfluo."

"All'inizio di quest'anno però mia madre venne licenziata dalla Santa Barbara Middle School, scuola che avevamo frequentato sia Jaden che io prima di passare alle superiori. Ne rimase distrutta e all'insaputa di tutti smise completamente di prendere le pasticche. Ogni volta che veniva visitata ne prendeva qualcuna per non far notare nulla ai dottori e a casa, invece, eravamo tutti troppo presi dalle nostre vite per tenerla d'occhio."
Come se fosse normale che siano i figli a dover tenere sotto controllo i propri genitori.

"Se per caso notavamo qualche stranezza davamo la colpa all'alcol, un brutto vizio che aveva avuto sin dall'inizio della mia adolescenza. È risaputo che gli alcolici ingigantiscano gli effetti della bipolarità ma mia madre non lo capiva e spesso alzava un po' troppo il gomito. Alza ancora un po' troppo il gomito."
Mi fermo ad osservare Logan mentre irrigidisce la mascella e poi riprendo il racconto.

"Come se non bastasse, a fine Marzo, Bryce, il migliore amico e compagno di squadra di Jaden, andò in overdose per eroina. Jaden era legatissimo a lui e soffrí tantissimo. Per alleviare il dolore, iniziò a bere e a fumare di tutto, entrò in quello che definisco "periodo buio" con persone poco raccomandabili. Abbandonò anche la squadra di football perchè fisicamente non ce la faceva più, a scuola il tempo lo passava dormendo."

"Una notte mi chiamò completamente fuori di testa. Era andato ad una festa fuori Santa barbara, a Ventura, una città vicina, e i suoi amici se ne erano andati lasciandolo lì. Lui non sapeva come tornare visto il suo stato e chiese a me di venirlo a prendere, come se potessi teletrasportarmi dovunque volesse quando volesse. Quella sera, essendo venerdì, mamma e papà avevano avuto una delle loro solite cene che servivano a mio padre per accalappiare qualche cliente per la sua ditta di costruzioni. Mamma aveva bevuto ed era tornata a casa in un pessimo stato, gli effetti della mancanza di pillole e dell''intera bottiglia di vino rosso erano evidenti."

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