66. Ho già detto che il coach ha un'aria che incute troppo terrore?

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Logan's Pov
"Buongiorno gente." Esclama Jonathan, facendo il suo ingresso nella mensa della scuola.
"Dove cazzo sei stato." Sbotto prima di riuscire a trattenermi.
Sono passati cinque giorni dalla rissa e non sono mai riuscito a parlare con lui.
Sono andato a casa di Melissa la mattina dopo l'accaduto ma, forse fortunatamente, l'ho trovata tranquilla a dormire nel letto da sola.
Quando l'ho svegliata era abbastanza spaesata e non ha saputo dirmi dove fosse Jonathan, mi ha detto che la sera prima, quando si era addormentata, lui era ancora lì.
Da allora abbiamo provato tutti a chiamarlo spesso ma sembrava completamente sparito dalla faccia della terra.
Non è la prima volta che Jonathan non si fa sentire, però non accadeva da tanto e non mi aspettavo che sparisse subito dopo una rissa.
Soprattutto visto che gli Hudson sono giorni che postano sui social frecciatine inutili in cui provano a farci paura.
L'ultima è stata postata da Luke ieri su Instagram, era una foto del momento in cui in una partita scorsa io e lui ci eravamo scontrati addosso alla parete. La didascalia della foto era molto
chiara, diceva testuali parole: non c'è niente di meglio che fare del male sul campo agli stronzi della scuola pubblica, o forse sì, fargli del male anche fuori dal campo.
Un anno fa avrei reagito alle sue provocazioni, adesso invece ho di meglio a cui pensare rispetto a quel coglione.
E, onestamente, se davvero avesse le palle verrebbe ad affrontarmi e io mi comporterei di conseguenza.
Ovvero picchiandolo finché non capisce di doverla smettere di girare intorno a me e alle persone a cui tengo.

"Jon dov'eri finito? Ti abbiamo chiamato tantissime volte, potevi degnarti di dare tue notizie almeno ad uno di noi." Asserisce Alex, facendomi tornare alla realtà.
Sono seduto al solito tavolo della mensa, quello popolato dalla squadra di hockey e dai più simpatici della squadra di football. Jonathan ci ha appena raggiunto, come
se non fosse appena resuscitato dalla terra dei morti.
"Non fatela lunga, sono stato via solo un paio di giorni." Replica, facendo un sorrisetto storto, prima di continuare.
"Ma fa sempre piacere sapere che mi pensiate continuamente ragazzi." Io, come probabilmente tutti i presenti a questo tavolo, alzo gli occhi al cielo.

D'improvviso percepisco uno strano calore alla nuca, e non ci vuole tanto per realizzare che sia la presenza di Addison a farmi quest'effetto.
Infatti, quando mi volto, incontro i suoi grandi occhioni che scorrono velocemente tra me e il ragazzo in piedi alle mie spalle.
Vedo la confusione portarla ad aggrottare le ciglia e poi si dirige a grandi passi verso di noi.
A scuola non so se si sappia che sia la mia ragazza, e francamente non mi interessa di ciò che pensano degli sconosciuti.
I miei amici lo sanno e, se qualcuno dovesse per caso provarci con Addison, non esiterei un secondo a mettere le cose in chiaro.

Nonostante questo non abbiamo ancora fatto esperienze imperdibili come pomiciare sugli armadietti incuranti di chi passi oppure sederci vicini alle lezioni distraendoci da ciò che dicono i professori.
Rimedierò presto.

Contrariamente a ciò che mi aspettavo, Addison non si dirige verso di me, ma passa accanto al tavolo e si avvicina a Jonathan.
Prima che lui possa dire o fare qualcosa, lei gli cinge il collo con le braccia, attirandolo a sè.
Rimango immobile e sento le mani perdere la sensibilità per la forza con cui sto stringendo il tavolo.
Sento tanti, troppi, sguardi su di me mentre osservo Jonathan lasciarsi andare ad un abbraccio fin troppo amichevole per i miei gusti.
Passa qualche istante prima che si separino, dopo essersi detti frasi sottovoce e essersi scambiati qualche risata.
Jonathan quando incontra il mio sguardo mi fa un occhiolino che ha come unico potere quello di farmi innervosire ancora di più.
Addison stavolta si avvicina davvero a me e, quando lo fa, le circondo la vita con le braccia prima di sollevarla e posarmela in grembo con facilità.
Probabilmente adesso avrò l'espressione e le movenze di maschio alfa che marca il suo territorio, cosa completamente inutile visto che Jonathan è il mio migliore amico e razionalmente mi rendo conto che Addison lo abbia abbracciato solo perché anche lei, come me, era preoccupata per lui.
Nonostante tutto questo però non riesco a farne a meno e riprendo a mangiare, fissando Jonathan in cagnesco mentre lui continua a fissarmi divertito.
"Come non detto Log, non ti sono mancato poi così tanto." Mi prende in giro quest'ultimo, sedendosi davanti a me e facendo ridere tutto il tavolo.
Mi schiarisco la voce realizzando solo adesso quanto sia risultato stupido, e guardo Addison che però mi rivolge un sorriso dolce che mi scalda il petto e mi distrae dalla situazione.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now