61. Vasca

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Logan's pov
"Ragazzi." Ci richiama il Coach Simmons.
I miei compagni ed io finiamo di allacciarci i pattini e poi accerchiamo il coach, in attesa del suo solito discorso motivazionale pre-partita.
"Tra un'ora ci raggiungeranno quelli della Pacific Christian e dovrete dare il massimo. Vi ho convocati in palestra due ore prima per permettervi di allenarvi ulteriormente. Questa semifinale è la partita più importante di tutto l'anno, anche la finale sarà sicuramente più facile visto che il girone B è composto da squadre di basso livello, per questo voglio vedervi spremere ogni goccia di energia dentro i vostri inutili corpi."

"Coach queste cose le sta ripetendo incessantemente da più di due settimane, credo che tutti abbiano capito.." Lo interrompo beccandomi un'occhiataccia.
"Logan, ricordati che sono io l'uomo che ha il potere di decidere se la tua presenza sarà necessaria in campo oppure no." Ordina sputacchiando in faccia al povero Berny, un primino che ancora non ha trovato bene il suo posto sul campo.
Mi limito ad alzare gli occhi al cielo come risposta.

Stimo il coach, molto più di quanto lo faccia con mio padre, ma lo conosco anche e so che non mi manderebbe mai in panchina, soprattutto nella partita più importante di campionato.
Questo per due motivi: il primo è che sa quanto l'hockey sia importante per me e il secondo è che sono forte, dannatamente forte.
Non penso di essere una persona particolarmente piena di sè, ma ci sono cose in cui la modestia è inutile.
Perchè dovrei stare qui a sminuirmi nonostante sappia di essere il giocatore con più reti del campionato californiano?

"Logan vuoi fare qualche discorso?" Mi chiede il coach strappandomi dai miei pensieri.
"Nah, gli faremo il culo in ogni caso ragazzi." Rispondo stringendomi nelle spalle e sentendo alcuni ragazzi ridacchiare.

"Ora possiamo andare in campo?" Domanda Jonathan emozionato quanto me.
"Si ragazzi." Acconsente dopo uno sbuffo.
Tutta la squadra si riversa nella pista occupando la metà campo destra.
Iniziamo subito con esercizi basici sia per abituarci sui pattini che per sforzare i tiri.

La cosa bella di fare questo sport da una vita è che ogni cosa ti viene naturale.
Prendendo ad esempio proprio questi esercizi, il mio corpo lavora tranquillamente senza alcuna pressione ed ho il tempo di fantasticare su ciò che voglio.

E da due mesi a questa parte ho voglia solo di Addison, in tutti i sensi.
Ieri sera dopo la serata al pub l'ho riaccompagnata a casa rimanendo sul suo vialetto un po' più del dovuto.
È normale che gli avvenimenti passati mi facciano collegare i vialetti alla nostra storia? Dio, credo di no. Sono proprio malato.

Alex oggi sembra uno zombie vivente, le occhiaie molto ben visibili, le guance completamente decolorate e i capelli dove sembra essere passato un trattore.
Lo stimo per essere venuto alla partita, soprattutto dopo non aver visto oggi Jake a scuola.
Io non credo che ci sarei riuscito se fosse successo ad Addison, per quanto l'hockey sia la mia passione.

"Ei." Affianco Alex mentre siamo tutti in fila.
Grugnisce solamente in risposta, con la fronte imperlata dal sudore.
"Tutto ok?" Gli domando gentilmente.
"Non ho voglia di parlarne Logan, soprattutto non adesso."
"Ok, ma lo sai che io ci sono, vero?" Gli dico proprio mentre tocca a lui.
Lui annuisce e poi slitta verso la porta simulando un tiro all'angolo destro.

Sospiro e poi lo imito, puntando però quello sinistro.

~~~~~~~~~~~~~~

"Perché siamo qui?" Strilla il coach mentre siamo tutti radunati sotto le tribune.
"Per vincere." Gridiamo in risposta io e la mia squadra.
Porto la mia mano al centro del cerchio che abbiamo formato, e i miei compagni mi imitano.
"Uno due tre." Urlo sentendo la folla sugli spalti ruggire.
"Adesso." Replica il gruppo.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now