54. Segreti svelati

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Addison's pov
"Dai, torniamo a casa?" Prego Jason, che invece è impegnato a finirsi un pacchetto di pop-corn.
"Ma è presto." Lagna lui.
"Sono le otto e mezza, vi avevo già detto che sarei voluta tornare prima di cena." Gli ricordo.

"Facciamo un'ultimo giro nello scimmia-tunnel?" Chiede in tono speranzoso.
"No."
"Si."
"No."
"Io vado." Esclama prima che possa bloccarlo.

"Merda." Mi lamento guardandomi intorno.
Pian piano le persone hanno iniziato ad andarsene e siamo rimasti soli io e Jason.
L'ultimo quarto d'ora l'abbiamo passato a mangiare schifezze davanti ad un chioschetto e credo che Jay non sia ancora sazio.

Lo scimmia-tunnel  è una specie di tunnel al buio che va percorso in un piccolo vagoncino tutto tremante. Durante il tragitto ci si riempie d'acqua perché è pieno di schizzi e io sono l'unica che prima ha deciso di non andare.

Jason ha già due biglietti pronti quando torna da me.
"Dobbiamo proprio?" Sussurro.
Annuisce felice e mi afferra il polso.
Fortunatamente non c'è tanta fila, forse perché a quest'ora saranno già tutti a cena.
I vagoni stavolta sono da quattro persone quindi saliamo insieme ad altre due ragazze che probabilmente avranno qualche anno in più di noi.

Si abbassano delle sbarre di sicurezza rivestite di plastica blu e io mi stringo ad esse.
"Farà paura?" Domando al ragazzo al mio fianco.
"Nah." Replica.
Qualche attimo dopo si sente un tonfo sordo, e poi un urlo gracchiante, il verso delle scimmie.
Mi stringo di nuovo a Jason al mio fianco e lui mi circonda la vita con un braccio.

Il vagone parte dopo un'altro rumore acuto e io sobbalzo.
Non va molto veloce ma tutto traballa, creandomi un forte senso di nausea.
Dio, fa che io non vomiti.

Ad un certo punto alle scosse, si aggiungono anche gli schizzi d'acqua e io riprendo a respirare normalmente perché, non contando il fatto che alla fine i miei capelli saranno un groviglio informe, il fresco mi aiuta a tranquillizzarmi.
Verso la fine Jason mi stringe ancora di più a se e io mi volto verso di lui.
Lo vedo intento a fissarmi sorridente e ricambio.
"Mi sei mancata." Mi urla all'orecchio in mezzo a tutto questo baccano.
"Tu di più." Rispondo stringendogli la mano.

Da quando lo conosco è sempre stato una costante nella mia vita e, finché non sono stata obbligata a rinunciarci, non mi ero resa conto di quanto fosse indispensabile.
Ad un tratto vedo qualcosa nei suoi occhi scattare e, nonostante stiamo in penombra, noto i suoi occhi spalancarsi.
Inclina la testa di lato, come se mi volesse studiare e solo mentre si sta avvicinando mi viene un dubbio.
Dimmi che non sta per fare ciò che io penso lui stia per fare.

Siamo troppo vicini  e io mi impongo di non allontanarmi.

"Addison, io" Inizia a dire, venendo interrotto però dal suono di un  basso allarme.

Mi rendo conto solo adesso che siamo arrivati alla fine del tunnel e emetto un sospiro di sollievo. Le sbarre si alzano e Jason scende, come scottato, dal sedile. Mi offre la mano per aiutarmi ma decido di non afferrarla, usando le mie braccia come leva.

Lo sento sbuffare ma lo ignoro.
Non è possibile che mi stesse per baciare, perchè avrebbe dovuto farlo?
Si, sicuramente c'è un'altra spiegazione.

"Ora andiamo a casa?" Chiedo speranzosa.
Jason pare riscuotersi dai suoi pensieri.
"Si, certo."
Percorriamo il tragitto dalla piazza alla sua auto in completo silenzio.
"Le chiavi." Ricordo a Jay quando prova ad aprire lo sportello, per la trentesima volta, senza aver aperto la macchina.
"Oh si scusa, sono un po' distratto." Replica tirando fuori il telecomandino e aprendo finalmente.

Apro il sedile del passeggero e entro dentro alla macchina senza fatica.
Con Logan deve tirarmi dentro lui visto che il suo pick up è il triplo di me.
(Questa suonava male...)

Ogni secondoWhere stories live. Discover now