13. Pancake, "quello" e baci

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Sono passati dieci minuti da quando siamo partiti. Vorrei con tutta me stessa dormire, ma questa musica me lo impedisce ogni volta che chiudo gli occhi.

Prendo il telefono dalla tasca dei pantaloni.
Sono le quattro, mamma ci ucciderà, soprattutto se consideriamo che Jaden è addormentato e puzza di vodka.

Perdo a guardare il telefono e non mi accorgo che la macchina è ferma.
Siamo davanti ad un bar 24/7 molto carino.

"Cosa ci facciamo qui?" Chiedo a Logan.
"Ho fame. Te?"
Il pensiero del cibo mi fa brontolare la pancia, così mi alzo e raggiungo Logan dentro il bar.
È molto grande, sembra stile anni 90, il pavimento è a scacci bianchi e gialli, c'è una vecchia radio all'angolo e alle pareti sono appese tantissime foto in bianco e nero.

Logan va subito a sedersi al tavolo vicino alla radio. Lo seguo, mi siedo accanto a lui e afferro il menù sul tavolo.

"C'è davvero tantissima roba!" Penso ad alta voce.
"Ogni volta che Alex da una festa, al ritorno verso casa, io e i ragazzi veniamo sempre qua. Fanno dei pancake buonissimi."

Una signora anziana viene a prenderci le ordinazioni: pancake alla nutella per Logan e per me waffle con panna.

"Ti piace?" Chiede Logan, mentre addento lo waffle dopo che la dolce signora ce lo ha portato.

"mh mh." Rispondo non riuscendo a parlare.
"Vuoi assaggiare?" Gli domando vedendolo fissare il mio piatto.

"Speravo che lo chiedessi."
"Avevo intuito."
Prende la sua forchetta e prende un morso del mio waffle.
"È stupendo."Concorda anche lui.

"Dammi la forchetta." Mi obbliga Logan.
Gliela passo e lui mi fa assaggiare il suo pancake.
"È buonissimo. Mi ricorda i pancake del mio bar preferito di Santa Barbara."

"Abitavi lì l'anno scorso?" Mi domanda curioso.
Annuisco con la testa.
"Perché ti sei trasferita?"
Mi rabbuio immediatamente e abbasso lo sguardo.
"Preferirei non parlarne."
"Ok tranquilla" dice Logan sorridendomi.

"Sei sporco sul naso"
Si tocca il naso spargendosi la nutella anche sulle guance.
"Ancora?" Mi chiede.
Scoppio a ridere e annuisco con il capo.
"Aspetta un attimo" dico avvicinandomi a lui. Prendo il fazzoletto e lo strofino sul suo naso e sulle guance.

I suoi occhi sono stupendi. Ho sempre pensato fossero verdi, ma ora che gli sto accanto sembrano quasi grigi.
Sono grigi con pagliuzze verdi, o verdi con pagliuzze grigie, è difficile capirlo.
Passo a guardare le sue labbra carnose e piene e un brivido mi attraversa la schiena. Proprio in quel momento la sua lingua ci passa sopra e sento le mie gambe tremare.
Sento anche un fortissimo bisogno di avvicinarmi per vedere meglio quegli occhi che mi hanno incantata e per vedere se quelle labbra sono così morbide come sembrano.

"Se vuoi baciarmi basta chiedere."
Questa frase mi riscuote e torno alla realtà. Indietreggio lentamente per non apparire disorienta e faccio un sorriso che spero sembri sincero.

"Non ne ho l'intenzione. Non sei il mio tipo, mi spiace." Dico facendo un espressione triste.

"Non è vero. Io sono il tipo di tutte."

"Che frase da primadonna" dico alzando gli occhi al cielo.
"Semmai da primo uomo."

Ma questo è cretino.

"Come vuoi tu."
Porto alla bocca l'ultimo boccone di Waffle e poi prendo il portafoglio dalla mia borsetta.

"Faccio io." Lo sento dire.

Ogni secondoWhere stories live. Discover now