✨30. Dita d'incanto

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Belle fu ben felice di tenersi impegnata nei giorni successivi alla rivelazione sull'avvenire di Gilbert e, grazie a lui, quella settimana trascorse incredibilmente veloce. Il futuro marinaio, infatti, si era rivolto alla sua fedele amica per chiedere il suo prezioso aiuto: la notte dopo aver aperto la lettera di assegnazione, anziché tentare inutilmente di dormire, si era arrovellato per ore nel tentativo di organizzare mentalmente un indimenticabile ultimo appuntamento per Jane, per il quale, però, sarebbe stato indispensabile l'intervento di Isabelle. Il giorno successivo aveva trovato il modo di recapitarle il suo messaggio: in una lettera sigillata le aveva espresso il suo disperato bisogno del suo aiuto per realizzare ciò che la sua folle mente si era inventata.
Una volta messa al corrente dei piani di Gilbert, assurdi e probabilmente destinati a fallire, ma anche estremamente elettrizzanti, Belle aveva nascosto la sua missiva e, piena di entusiasmo, si era messa immediatamente all'opera. Voleva fare tutto ciò che era in suo potere per trasformare la serata immaginata da Gilbert in realtà, all'insegna del romanticismo di quel ragazzo riccioluto che non finiva mai di stupirla con il suo gran cuore.

Lui e Jane erano due animi generosi e sognanti come nessun altro, sempre pronti a donare la loro luce e a costruire la propria felicità sulla gioia l'uno dell'altra. Belle aveva sempre ammirato il modo in cui riuscivano a creare il loro universo imperturbabile, a rifugiarsi altrove, ben lontano dai confini della realtà. Era una strana magia, che non sapeva spiegarsi: la loro dolcezza trasformava i contorni del mondo, deformava le catene che li tenevano legati, dava luce e colore al grigio che li circondava. In cuor suo, Isabelle desiderava la loro capacità di sognare, di alienarsi dalla realtà, e sperava di riuscire a rendere anche quell'ultimo sogno di Gilbert indimenticabile per entrambi. Desiderava farlo per quel pirata dall'animo romantico, la cui ragione di vita era rendere la sua sirena felice. Desiderava farlo per la sua amica riccioluta, perché sapeva quanto quella sorpresa l'avrebbe commossa e riempita di euforia. Ma, soprattutto, desiderava farlo per se stessa, per poter custodire nel cuore il ricordo di quegli ultimi momenti insieme, per renderli unici e irripetibili.

Il piano prevedeva l'intervento di Belle per due motivi, che la rendevano insostituibile: il primo era il suo pass, l'unico mezzo per superare i confini del Middle district, in cui si trovava l'ambientazione perfetta per rendere magico quell'ultimo appuntamento, il secondo era la sua amicizia con Mr Gaumont e la conseguente vicinanza alla sua famiglia. In particolare, l'interesse di Gilbert era focalizzato sulla una delle sorelle di Jules, Mademoiselle Claire Gaumont, e non perché quella giovane donna potesse significare qualcosa ai suoi occhi, capaci di vedere una e una sola ragazza che gli aveva rubato il cuore ormai da una vita. Piuttosto, l'interesse di Gilbert era stato catturato da uno dei pretendenti della giovane, il suo "quasi fidanzato", come lo definiva Madame Gaumont, vantandosi con tutte le conoscenti del legame ormai prossimo della figlia: il suo imminente matrimonio con Mr Bingley. La diretta interessata, in realtà, non aveva alcuna intenzione di convolare a nozze nel breve periodo e continuava a crogiolarsi nella sua libertà, ben felice di tutte le attenzioni che i suoi pretendenti continuavano a darle nella speranza di conquistarla. Una cosa era vera, tra le tante asserzioni discutibili con cui si pavoneggiava Madame Gaumont: quel gentiluomo era il più ricco di tutti i precedenti spasimanti di Claire, e anche il più disperato. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di conquistarla, e lei, pur fingendo di non accorgersene, in realtà ne era oltremodo consapevole e si approfittava di quella generosità indiscussa senza alcuna remore.

Isabelle, sconcertata, assisteva a quella messinscena senza riuscire a comprendere appieno né la giovane Claire né la matura Madame Gaumont, in parte dispiaciuta per le sorti di quel poveretto e in parte divertita dai frutti della generale stupidità. Ovviamente, aveva raccontato tutto a Gilbert e a Jane, tenendoli aggiornati su ogni novità. In particolare, si era sfogata con loro quando Madame Gaumont era tornata a casa trafelata ad annunciare la grande scoperta che aveva appena fatto: Mr Bingley era il figlio del famosissimo proprietario di uno dei luoghi più lussuosi conosciuti in città, lo storico Castello reale di Blois, che si trovava proprio nel Middle district. Senza fiato, Madame si era accasciata sulla sua poltrona, decantando la grandezza di quella fortezza, costruita nel primo secolo dopo Cristo e ampliata in epoca medievale: occupava una superficie pari a ventitré mila metri quadri, comprendeva il teatro più famoso della città, nonché numerosi ristoranti di lusso, un cinema e una sala da ballo. Dal momento in cui Madame Gaumont era venuta a conoscenza della fortuna di Mr Bingley, il suo patrimonio era diventato per eccellenza l'argomento di conversazione prediletto alla sua tavola, perché il principale obiettivo di Madame era convincere la figlia ad accettare quello spasimante a qualsiasi costo: avrebbe potuto essere un ebete fino al midollo ma, dato che era anche il più ricco, tutto il resto non contava nulla. 

Isabelle aveva sin da subito espresso agli amici tutto il suo sconcerto e la sua incapacità di comprendere quel punto di vista limitato e materialistico. Piena di pregiudizi nei confronti di quel Dominer così eminente, aveva affermato con decisione la sua totale disapprovazione verso quell'unione dettata solo dalle ricchezze di Mr Bingley, prima ancora di conoscere il diretto interessato. In realtà, dopo averlo incontrato e osservato attentamente, aveva dovuto in parte ricredersi. Certo, quel gentiluomo dai capelli color carota non aveva di certo una mente brillante, tuttavia i suoi dolci occhi cristallini avevano superato le aspettative di Belle: Mr Bingley aveva un gran cuore e le sue attenzioni verso Claire non erano mai indelicate, ma dettate sempre dal suo sincero interesse nei suoi confronti. Seppure ingenuo e dall'acume non eccezionale, si era rivelato estremamente sensibile e pieno di buoni sentimenti. Da quanto aveva potuto osservare nel tempo, Belle si era resa conto del cambiamento nei modi di Claire. Se all'inizio la giovane si prendeva gioco del suo spasimante, poco alla volta si stava affezionando al suo animo nobile e generoso, e non solo per i suoi regali di cui ormai aveva perso il conto, ma anche perché aveva finito per apprezzare la sua amabile compagnia e la sua dolce devozione incondizionata. A conti fatti, Belle doveva ammettere che quella coppia che si stava lentamente formando sembrava poter avere qualche speranza anche ai suoi occhi critici, nonostante tutto. L'intelligenza di Claire poteva forse compensare la mancanza di acume del suo fedele corteggiatore, mentre la bontà d'animo di lui poteva forse addolcire quella giovane che, in fondo, superata la maschera di superbia datale dalla madre, aveva a sua volta un gran cuore, che attendeva solo di scogliere la sua fragile corazza.

Jane aveva preso a cuore quel gentiluomo che i racconti di Belle avevano finito per elogiare, trovandosi in sintonia con la sua dolcezza d'animo. L'amica riccioluta di Isabelle aveva un interesse notevole per quella storia d'amore che stava prendendo forma, e non solo per il romanticismo che la caratterizzava, ma anche e soprattutto per il suo protagonista. Agli occhi di Jane, che amava il teatro e la musica più di ogni altra cosa, la rivelazione sui possedimenti di Mr Bingley aveva sortito un grande effetto. La sua reazione a quella nuova consapevolezza era stata a dir poco esplosiva. Per lei, scoprire che Belle conosceva di persona il proprietario del castello reale era un vero e proprio sogno divenuto realtà: desiderava da sempre vedere il teatro che si trovava nel castello, poter assistere a un'opera o a un concerto al suo interno. Era un luogo magico, ai suoi occhi di musicista, che sognava sin da bambina, da quando il precettore di musica ne aveva raccontato la storia. Il teatro, ovviamente troppo ricercato per le gite dell'istituto, era stato testimone di tutta la storia della musica e dell'opera francese. Purtroppo, quel luogo fantomatico era stato escluso dalle uscite organizzate delle studentesse, con grande dispiacere di Jane. Era il luogo culturale più antico della città, dove si svolgevano ancora le opere italiane più famose, come quelle di Verdi e di Puccini, ma anche le commedie francesi più note, come quelle di Molière, così come le indimenticabili tragedie Shakespeariane. I concerti dell'orchestra Parigina erano però da sempre i preferiti di Jane: il famoso complesso, nei suoi tour per la Francia, si esibiva unicamente in quel teatro, tra i tanti della città. Jane leggeva sui giornali le recensioni della critica, gli occhi sgranati per l'emozione, sognando di poter assistere di persona a quegli spettacoli in cui la musica prendeva vita.

Gilbert la osservava di nascosto, mentre Jane conservava quei ritagli di giornale e le locandine degli spettacoli teatrali che più sognava. Quando gli parlava del suo desiderio irrealizzabile, lui la ascoltava rapito dalla passione per la musica che quella ragazza sapeva esprimere con le sue parole piene di entusiasmo. Raramente aveva avuto il privilegio di vederla suonare, ma per lui assistere a quei rari momenti in cui aveva potuto ascoltare le sue dita incantate muoversi leggere sul pianoforte era stato un vero e proprio incantesimo. Le mani di Jane si muovevano veloci come ali di farfalla, delicate e sottili. Sapevano dare vita a quei tasti bianchi come il suo cuore e scuri come la profondità del suo animo. I suoi riccioli sfioravano la superficie del piano, mentre il suo capo inclinato seguiva il flusso delle note che prendevano il volo, in un'armonia in continuo divenire. In quei momenti, Gilbert si sentiva travolto dalla musica, incapace di parlare, di muoversi, di scostare lo sguardo da quella figura angelica. Jane gli sembrava una musa, tracciata nelle pagine dei racconti più magici, delle poesie più sognanti. Dimenticava ogni cosa, avvolto completamente dall'abbraccio della musica, che lo sospingeva lontano, oltre ogni immaginazione.

Erano stati proprio quei momenti di pura magia a dargli l'ispirazione per il loro ultimo appuntamento. Aveva custodito nel cuore le parole sognanti di Jane riguardanti il teatro e l'orchestra parigina, e desiderava più di ogni altra cosa realizzare quel desiderio celato a lungo nel cuore della sua musicista preferita. Sperava così di poter ricambiare, anche solo in minima parte, tutto ciò che quella sognatrice dai riccioli d'oro e dalle dita d'incanto gli aveva donato in quegli anni, con la sua semplice e immensa presenza.

How to love a BeastWhere stories live. Discover now