✨39. Cuore in subbuglio

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Il visibilio totalizzante che si era impossessato di Belle alle prime note diffuse nell'aria fu purtroppo di breve durata. Una volta calato il sipario e accese nuovamente le luci della sala, il viso perfetto e impertinente di Darcy fu di nuovo accanto a lei, inondato dai bagliori del lampadario e immutato nella sua espressione sfacciata. Non le era affatto mancata, in effetti, quella presenza ingombrante. Non era stato poi tanto difficile immaginare per tutta la durata dello spettacolo di essere sola, accompagnata soltanto dalla musica. Per quanto in certi momenti avesse sentito la forza di uno sguardo penetrante puntato su di sé, si era costretta a ignorare quella sensazione di disagio. Il desiderio di voltarsi e gettare un'occhiata fulminante verso il suo accompagnatore si era fatto sentire più volte, le aveva fatto pizzicare il naso per il fastidio, ma alla fine era riuscita a lasciarsi trasportare dalla musica. Lentamente, aveva sciolto le spalle sotto il sottile vestito di seta, completamente avvolta da quell'atmosfera totalizzante.

Fu uno shock, quindi, tornare alla realtà, rendersi conto che quella presenza seccante e molesta fosse ancora lì, che non fosse affatto evaporata come si era disperatamente illusa.
"Avete un'espressione contrariata, signorina Bennet. È per la sinfonia? Non ha soddisfatto le vostre aspettative, forse?"
Belle si ricompose, decidendo ancora una volta di farsi superiore all'ironia di quelle parole irrisorie.
"Niente affatto, signore. Le composizioni erano a dir poco perfette. La ragione della mia alterazione è dettata da questo inaspettato ritorno alla realtà, tutto qui..."
Gli gettò un'occhiata, più eloquente di molte parole, per rendergli nota la reale ragione del suo tedio. Poi si sollevò dalla poltrona, le gambe stanche per le troppe emozioni vissute nel corso della serata e gli occhi bassi sul vestito, che aveva assunto alcune pieghe innaturali. Non si accorse, così, dei repentini movimenti di Darcy, che in un attimo le fu accanto, il braccio inspiegabilmente intrecciato alla sua mano.
"Questa volta, lasciate che vi accompagni..."
Belle fu tentata di liberarsi con uno strattone dalla sua presa ma, troppo stanca per litigare, decise di rimanere in silenzio, acconsentendo di malavoglia alla sua richiesta. In effetti non avrebbe retto una seconda corsa per le scale, per di più in discesa, per raggiungerlo.

Camminò qualche passo lungo il corridoio, il vestito a sfiorare il braccio di Darcy, i suoi passi accanto ai propri. Era strano come quel contatto, così indesiderato, facesse diffondere sul suo viso e sul suo petto un rossore che si palesava all'istante, senza che lei potesse nasconderlo. E qualcuno sembrava averlo notato, desideroso di mettere in luce il suo disagio:
"Credo abbiate un segreto da nascondere, sapete? L'ho capito dal primo momento in cui vi ho vista... Dal vostro imbarazzo, fin troppo evidente."
Belle trattenne il fiato, a quella sfacciata, seppur veritiera, affermazione.
"Come osate? Voi invece sembrate del tutto a vostro agio nel parlare a sproposito di ciò che non vi riguarda, signore."
Darcy, com'era da aspettarsi, ignorò il suo rimprovero.
"Era chiaro dal primo momento, da quando avete esitato a salire in carrozza."
Si voltò verso di lei, una strana aria meditabonda negli occhi:
"Voi siete... diversa, da tutte le altre."
La squadrò dall'alto in basso, ritrovando la sua solita smorfia beffarda:
"La vostra apparenza potrebbe ingannare, certo. Ma siete troppo ostinata, troppo saccente... Eppure così insicura di voi da arrossire a ogni mio sguardo."
Belle sollevò gli occhi, le fiamme del suo orgoglio ferito negli zigomi arrossati.
"Dovreste smetterla di esprimere giudizi infondati, le vostre parole inconsistenti sono futili accuse gettate al vento. Dovreste pensare piuttosto alla vostra, di apparenza. Vi celate dietro a una maschera di austerità, solo per nascondere la vostra vera natura."
Darcy abbassò il viso accanto sua spalla, facendola rabbrividire.
"Alle volte mi piace rimanere nell'ombra... Non potete negare il fascino dell'ignoto."
Belle non gli rispose, rimase seria davanti a quel sorriso sarcastico che le dava ai nervi, la esasperava, la privava delle sue difese. Quel suo fare disinvolto, seducente... Era tutta una facciata, un'orrenda maschera di sicurezza, che Darcy ostentava con una tale arroganza da lasciarla allibita. 

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