✨42. Un'ultima promessa

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Come si era ripromessa solennemente, Belle si fece forza e andò avanti. Rimpicciolì ogni ricordo buio di quella serata a teatro. Represse a tutti i costi l'immagine di quel volto ombroso che l'aveva tormentata a lungo nel corso di quella notte insonne. Cercò di trattenere solamente i pochi momenti sereni di quella giornata ormai lontana: quelli trascorsi accanto alla sua amata Jane, al romantico Gilbert e anche, forse, a quel gentiluomo dallo sguardo gentile che le aveva fatto da cavaliere solo per qualche istante. Non parlò a nessuno di quei tormenti repressi, né dei sogni sussurrati a quel cielo d'inverno. Non permise alla sua mente di rimuginare a lungo sui pensieri negativi, né su castelli di sabbia irreali, poiché sapeva che tali riflessioni l'avrebbero soltanto logorata. Piuttosto, svuotò poco a poco il suo cuore dalla nostalgia, facendo spazio alla speranza e al coraggio di cui aveva bisogno.

Riuscì nel suo intento concentrandosi su coloro che amava. Avrebbe dimostrato a se stessa una delle grandi verità insegnatale da Maurice: la generosità è il segreto per provare gioia in qualunque circostanza. Una gioia autentica, che non ha eguali. Più il mondo andava in frantumi, e più lei si rifugiava nelle sue piccole grandi certezze.

Trascorse molto tempo rintanandosi nel luogo ameno che Jaqueline le aveva mostrato. Quell'altalena solitaria fu la sua confortatrice: era capace di disperdere nella brezza dei gelidi pomeriggi invernali ogni sua paura. I suoi amati libri, poi, erano ancora i più fedeli compagni: la riportavano da Maurice, a quell'infanzia così lontana eppure così vivida nel suo cuore.

Tornò anche da quella fiorista, quella signora così gentile che le ricordava tanto il suo adorato libraio. Non era più andata a salutarla, dopo quel triste giorno così lontano, ma adesso voleva dedicare a quell'animo forgiato dal tempo l'attenzione che meritava. La ascoltò a lungo, profondamente colpita dai tanti racconti della sua vita, così pieni di saggezza. In cambio, le donò un orecchio sensibile e un sorriso autentico che, forse, quella dolce vecchina non riceveva da lungo tempo. Portò a Jaqueline un piccolo bouquet di fiori, come ricordo di quei dolci racconti e come simbolo di speranza per un futuro capace, forse, di imparare dal passato.

Ma il dono più grande fu il suo tempo: lo dedicò non solo a se stessa, non solo a quella vecchietta amante dei fiori, ma lo divise tra tutti i suoi affetti, primi tra tutti i suoi insegnanti unici. Amava partecipare alle loro conversazioni letterarie e filosofiche, ma adesso voleva custodire nel cuore ogni loro parola. Amava guardare Jules e Jaqueline infervorati da quei discorsi, sempre più affiatati, eppure ancora incapaci di dichiararsi l'un l'altra i propri sentimenti.

Un altro pezzetto del suo tempo fu donato alla famiglia Gaumont. Ancora una volta, Belle si lasciò trascinare dall'atmosfera spensierata che regnava in quelle mura, dimenticando almeno parte delle sue angosce, troppo profonde per albergare in quella casa frivola e leggera.

Ma, soprattutto, dedicò il resto del suo tempo, di quel bene prezioso, la parte più consistente e significativa, a Gilbert e alla sua famiglia. Quei pochi giorni insieme furono indimenticabili. Le ultime serate trascorse al focolare di quella casa rimasero indelebilmente impresse nei suoi ricordi più belli, e alla fine si accorse che tutto il tempo donato non era affatto andato perso. Era stato semplicemente condiviso, e con quella condivisione aveva acquisito un senso, uno scopo, trasformandosi in ricordi dal valore inestimabile.

E così, alla fine, ebbe la forza di fronteggiare l'ineluttabile: in un giorno come tanti altri, Gilbert dovette affrontare il suo destino, lasciando la sua casa, i suoi affetti, per partire e lanciarsi in un viaggio verso l'ignoto. Sarebbe tornato solo dopo un lungo anno, per la sua prima licenza di poche giornate, ma quel momento era ancora lontano.

Il giorno della sua partenza fu come il giorno della migrazione delle rondini. Quei piccoli uccelli volano via immersi nel silenzio, senza poter combattere contro il loro destino. Quasi nessuno si accorge del loro lungo viaggio, ma alcuni le osservano con gli occhi lucidi e pieni di consapevolezza. Per chi sa cogliere il loro triste e tacito segnale, esse portano via con sé anche l'ultimo scorcio dell'estate ormai conclusa.
Era proprio così: per il mondo intero nulla era cambiato, la vita nella piccola Blois era continuata come se nulla fosse, ma agli occhi di quella famiglia, di cui Belle ormai sentiva di far parte, i colori dell'estate se n'erano andati insieme a quel ragazzo capace di volare.

How to love a BeastWhere stories live. Discover now