XV ~Viso d'angelo~

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Oks

Il momento migliore della giornata?
La sera, quando finalmente potevo abbandonare tutti i problemi della vita, infilare il pigiama e dormire, ma purtroppo quella sera non feci nulla di ciò.

Ero a casa di Melinda, la quale aveva organizzato una serata diversa dalle altre per movimentare un po' la nostra noiosa vita.

Erano passate tre settimane da quel giorno e sia fisicamente che emotivamente mi sentivo meglio. Scrivere una poesia a mio padre ogni anno mi liberava pian piano dall'opprimente peso che mi portavo dentro da anni.

A scuola tutto procedeva nella norma e tra un paio di giorni si sarebbe tenuta la festa per l'inizio dei campionati sportivi.
Le mia quotidianità era stata totalmente scombussolata e le mie giornate non erano mai state tanto impegnative: dopo le lezioni mi trattenevo a scuola fino al  pomeriggio inoltrato per concludere i preparativi. Inoltre avevo assistito agli allenamenti di Melinda, la quale si era ufficialmente iscritta per la corsa ad ostacoli.

In quel momento osservavo la mia amica mentre si specchiava e ammirava la sua bellezza. Era un angelo sceso in terra con quel vestito bianco che le fasciava perfettamente la vita e i capelli che le contornano il viso ancora dai tratti infantili. Era molto più alta di me e le sue gambe erano slanciate e senza un filo di cellulite, quanto la invidiavo.
«Secondo te dovrei mettere un pantalone, anziché un vestito? Non vorrei che interpretasse male il mio modo di vestire... Sai, essendo un ragazzo e presentandomi al nostro primo appuntamento con una gonna così corta...»

«Punto uno: il vestito ti sta d'incanto e la gonna ti arriva a metà coscia quindi non è corta. Punto due: vi state parlando da circa un mese e non penso che ti veda come una di quelle ragazze da una botta e via. Punto tre: ti ammazzo se la prossima volta coinvolgi anche me.»
Sbuffai. Sandel le aveva ufficialmente chiesto un appuntamento e lei, essendo una fifona di prima categoria, aveva proposto di portarmi con sé. Ero la sua migliore amica, dunque, avevo il compito di farle da supporto morale, ma mi urtava fare la terza incomoda.

«Me lo devi, io ti ho sempre portato le mie favolose torte a scuola, quindi è arrivato il momento di sdebitarti», sbraitò, camminando avanti e indietro nella sua piccola stanza. «Maledizione dove ho messo la matita?»

«Non portare i dolci in questa discussione, quelle povere anime non hanno commesso alcun peccato. Non mettere la matita, il nero nasconderà i tuoi bellissimi occhi.»

«Hai ragione, opterò per del semplice mascara. Ti sbrighi? Dobbiamo scendere tra dieci minuti e non sei ancora pronta!»

«Io sono pronta. Sei tu quella ad avere un appuntamento, non io.»

Si voltò accigliata ed osservò con disgusto il mio semplice jeans e la mia maglia a maniche lunghe a tinta unita verde. «Almeno truccati un po'», piagnucolò quasi.

«No. Muoviti principessa, altrimenti faremo tardi al tuo primo appuntamento.»

«Accidenti hai ragione! Ho finito, dov'è la borsa?»

L'afferrai e gliela sventolai davanti al viso. Era ufficiale: la mia migliore amica era ormai andata in tilt.
L'afferrò, infilandosi un coprispalle e trascinandomi verso la porta.
Avevano deciso di andare al cinema per vedere la prima di un film. Sapevo solo che fosse un horror, il suo genere preferito, ma poco mi importava; ero sicura che non lo avrei visto.

Il cinema distava quindici minuti da casa sua, era una struttura composta da soli due piani, con un massimo di quattro sale. Molto piccolo, ma almeno esisteva e ci permetteva di svagarci un po' ogni tanto.
Davanti all'entrata, incontrammo il famigerato Sandel, il quale quella sera era veramente spettacolare: indossava una camicia bianca che metteva in risalto i suoi muscoli e i jeans che gli calzavano a pennello.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleWhere stories live. Discover now