LXXX ~La pace o la guerra~

1.4K 100 43
                                    

Oks

Dal momento dell'esplosione era passato un minuto, un'ora o forse due, fatto sta che avevo perso la concezione del tempo.
Le mie palpebre erano abbassate, mentre un silenzio inquietante mi circondava. Ero confusa, non capivo cosa fosse successo né dove mi trovassi.

Il mio corpo giaceva sicuramente su un terriccio freddo ed umido e le orecchie fischiavano senza sosta. Dopo aver emesso un paio di colpi di tosse finalmente ebbi il coraggio di aprire gli occhi e mi accorsi con enorme stupore di trovarmi ai margini di una collina, circondata ormai dalla natura morta. Ero a pochi metri dal covo di Beliel e non ricordavo minimamente come ci ero arrivata.

Dov'era Anisha? E mia madre? Melinda stava bene?
Con enorme fatica mi rimisi in piedi e pulii le mani sporche di terra sui jeans scuri. Il sole era stata occultato da una coltre di nubi e un fumo grigiastro viaggiava verso est, spinto da folate di vento gelido.
Cos'era successo?

«Finalmente ti sei svegliata, Oks.»
Una voce maschile mi mise in allerta e mi costrinse a voltarmi. Bilel era proprio lì, davanti ai miei occhi più trasandato che mai: la barba era cresciuta intorno al mento e alle mascelle, i vestiti erano sporchi di chissà cosa, i capelli erano scompigliati ed unti e il contorno occhi era leggermente arrossato. «Speravo ti svegliassi presto, ormai non c'è più tempo da perdere.»

Rimasi in silenzio non sapendo che dire, le parole si erano bloccate in gola e sembravano intimorite di uscire. Quello che avevo davanti non era l'uomo che ci aiutava in negozio e ci invitava a cena, no, era un pazzo imprevedibile e non sapevo come gestire la situazione.
«Mi dispiace che i miei seguaci ti abbiano trascinata qui con la forza, ma non potevamo permettere che entrassi nel paese confinante. Purtroppo tua madre e tua sorella sono riuscite a varcare l'ingresso e ti stanno disperatamente cercando.»

Perché mi aggiornava sui fatti accaduti? «Bhe... Comunque sia, sei qui per saldare completamente il patto... Ricordi?», ma di cosa stava parlando?
«Tu mi hai aiutato, Oks, non hai la minima idea di quanto il tuo aiuto sia stato fondamentale. Se non fosse stato per le tue visioni, i miei Rosius sarebbero impazziti e fuggiti. Se non avessi rifiutato la proposta di Efrem, io non avrei potuto catturarlo e non avrei trovato una cura per la mia famiglia. Se tu non avresti distratto i lupi dal loro obiettivo, io non avrei mai catturato i loro compagni e non li avrei mai utilizzati per completare la cura. Mi avevi promesso lealtà un tempo e, nonostante tu sia fuggita, hai mantenuto la parola data ed io la mia. Ricordi cosa ti promise Efrem in cambio della tua collaborazione?», a quella domanda la mia mente volò direttamente al giorno in cui Efrem venne a prendermi fuori scuola per passare del tempo insieme. Da quel giorno capii che il mio migliore amico era cambiato e in seguito infatti avevo scoperto che era sotto il controllo di Beliel. Ricordo che mi incitava a schierarmi dalla loro parte, in cambio avrei avuto la mia vendetta verso coloro che per anni mi avevano derisa ed insultata... Ma non avevo mai accettato.
Mi limitai ad annuire.
«Ottimo, il tuo desiderio è stato avverato e il patto saldato: tu ti sei unita a me e mi hai aiutato e in cambio io ti ho vendicata.»

«Non mi sono unita a te», trovai finalmente il coraggio di parlare.

«Invece lo hai fatto, quando volevi salvare tua sorella e il tuo amato lupacchiotto. Io sono un uomo di parola, dovresti averlo capito ormai.»

«Cosa... Cosa hai fatto?», avevo paura di conoscere la risposta.

«Ho eliminato il luogo che ti ha tormentata sin dall'infanzia, il luogo che hai sempre odiato», ridacchiò quasi. Era pazzo, era un pazzo! «Ho annientato Woodsville, ormai non esiste più. È un paese che presto verrà cancellato dalle mappe.»

Il respiro mi si mozzò in gola mentre il cuore batteva all'impazzata. I boati... Erano bombe, bombe dirette a Woodsville. Il mio paese, il paese in cui ero nata e cresciuta era stato distrutto. Vero, l'avevo sempre odiato, non vedevo l'ora di diplomarmi e di andare via, ma non avevo mai desiderato che sparisse per sempre!
Tutte quelle persone, la mia scuola, la mia casa, il bar di Melinda, il parco e lui... Gabriel, Gabriel era ancora lì!

Le gambe mi tremavano talmente tanto, che fui costretta ad accasciarmi a terra, le lacrime iniziarono a scendere sul mio viso senza alcun comando. Un dolore mai avvertito prima mi strinse il petto in una morsa talmente forte da causarmi dolore. «Gabriel...», mi ritrovai a sussurrare.

«Suvvia, non fare la vittima, è ciò che hai sempre desiderato. Dovresti ringraziarmi, l'ho fatto soprattutto per te.»

«Dovrei ringraziarti?», ripetei con voce tremante, «come osi incolparmi! Sei un pazzo che ha appena ammazzato centinaia di persone e-»

«E li avrei ammazzati tutti se non avessi fatto la spia ed attuato l'evacuazione», ringhiò, interrompendomi. «Rassegnati Oks, ormai è tutto finito, la vittoria è nelle mie mani. Ti consiglio di-», si bloccò quando da sinistra vedemmo avanzare un uomo dall'aria vagamente familiare. Si fermò accanto a lui e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Mi ricordavo di lui, lo avevo visto tempo fa, il giorno in cui scoprii il tradimento di mia madre: era il quinto Rosius generato, uno degli originali. «Bene, molto bene. Oks», urlò il mio nome, «il tuo lupacchiotto è vivo e si è trascinato la cucciolata dietro.»

Era vivo... Gabriel era vivo!!
«Togli quell'espressione di sollievo dal viso, non lo sarà ancora per molto. I miei Rosius li hanno accerchiati ed attendono solo un mio segnale per attaccarli. Ormai sono rimasti in pochi e la morte è ormai certa, voglio darti un ultimatum: risparmierò la vita di tutti i membri del branco, se tu verrai con me. Sono certo che tua madre e tua sorella ti seguiranno e tutto si concluderà al meglio. Pensaci bene, piccola Oks, la guerra o la pace?»

Era ossessionato da mia madre, dalla mia famiglia. Ci voleva con lui a tutti i costi, ma io non potevo permettere ciò. Lui non era un uomo, lui era un mostro, uno di quelli della peggior specie. Non potevo condannare la mia famiglia ad una vita infelice. D'altro canto, però, non potevo mettere i lupi nei guai. La pace... Ecco di cosa avevamo bisogno, ma non con lui!
Come poteva propormi la pace dopo aver distrutto un intero paese ed aver assassinato centinaia di persone?

«Beliel», mi sollevai a fatica, «non so di quale stramba patologia psichica tu soffra, ma non sceglierò mai di vivere con un pazza omicida, né baratterò la mia famiglia per qualcosa che si può raggiungere anche combattendo. Non sottovalutarmi, se il branco non riuscirà ad ammazzarti, lo farò io stessa. Non sei un uomo, sei un mostro che deve essere eliminato, solo così ci sarà pace», conclusi seria, guardandolo negli occhi.

«Hai preso la tua decisione, Oks. Mi dispiace, pensavo fossi una ragazza sveglia... Evidentemente mi sbagliavo», si voltò verso il suo alleato, «non dare ancora il segnale, voglio raggiungerli.»

Nel mentre concluse, avvertii alle mie spalle una presenza e non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi che venni afferrata da una presa salda e bloccata. Un odore nauseante di morto mi investì e per poco non vomitai. Un Rosius dalla sudaticcia pelle bianca mi tenne in trappola e la forza che possedeva era disarmante.
«Perfetto, tienila qui. Voglio proprio vedere la faccia di Gabriel quando gli dirò il motivo per cui ho distrutto il suo amato paese.»

Non ebbi nemmeno il tempo di fermarlo o di dimenarmi che mi voltò le spalle e rapidamente scomparve dalla mia visuale. Cosa stava insuando? Voleva convincere Gabriel che ero io la causa di tutto? Gli avrebbe detto ciò che aveva detto a me?
Assolutamente sì... avevo capito qual è il suo piano! Era tutto programmato! Sapeva che io non mi sarei mai schierata definitivamente dalla sua parte e sapeva che prima o poi avrebbe raggiunto i lupi prima del combattimento. Voleva indebolire Gabriel usandomi come arma!

Dio mio, cosa potevo fare!!
Serrai gli occhi e, in preda al panico, tutto ciò che riescii a pensare fu:
«Gabriel! Era tutto programmato, mi senti? Non fidarti di ciò che ti dirà!!»

Un tempo mi disse che i compagni avevano il potere di comunicare telepaticamente, sperai solo che fosse in modalità lupo per ascoltare il mio messaggio.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleWhere stories live. Discover now