XXXIII ~Notevoli cambiamenti~

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Gabriel

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Gabriel

Passeggiai per il campo in silenzio. Tutti i membri del branco erano rintanati nelle proprie roulotte a causa del freddo, mentre ai poveri mal capitati toccava fare il turno di guardia.

Passai davanti alla roulette che ospitava la maggior parte dei bambini e che veniva dedicata esclusivamente all'insegnamento e non potei fare a meno di sorridere quando -attraverso una delle piccole finestre- intravedì una piccola lavagna con su scritti dei numeri: matematica, la mia più grande passione.

Stranamente quel giorno vi era fin troppo silenzio per i miei gusti, solitamente a quell'ora c'erano i ragazzi che si allenavano o che giocavano a calcio.

Calpestai il freddo terriccio e salii i gradini in ferro che mi condussero alla porta della casa di Sandel. Non appena entrai, con mio stupore notai tutte le luci spente e un tetro buio faceva capolinea in ogni angolo.
«Sandel», lo chiamai, premendo l'interruttore alla mia destra. La luce prese il posto dell'oscurità e mio fratello emise un lamento di disapprovazione.

Era ancora sdraiato a letto ed aveva la testa sotto il cuscino. Era strano, non si era ancora alzato eppure erano passate le undici del mattino. «Sandel che ci fai ancora a letto? Dobbiamo scrivere la relazione da portare a-»

«Lo so, lo so, smettila di ripeterlo!», sbuffò, alzandosi ed andando verso la cucina. «Sono sveglio da un pezzo, ma non ho le forze di scrivere una banalissima relazione sul nostro branco.»

«Non hai le forze? Siamo lupi mannari, la forza è ciò che non ci manca», ridacchiai, lasciandomi cadere sul divano. «Il fatidico giorno è sempre più vicino e ci sono una marea di cose da dover sistemare. Non dimenticarti che tra poco scaderà anche il contratto con il sindaco di Woodsville e non abbiamo la minima idea di dove andare.»
Siamo letteralmente nella merda.

«Lo so, ma ho già un paio di soluzioni, dobbiamo solo avere l'approvazione del Re.»

«Davvero? Quali sarebbero queste soluzioni?», strano che non ne avesse parlato con me e con il branco, solitamente le decisioni più importanti venivano prese insieme.

Si strofinò gli occhi e sbadigliò. «Sai bene quanto me che per il momento non possiamo spostarci da Woodsville, questo paese ha parecchi scheletri nell'armadio e in qualche modo sono collegati a noi. Fino a questo momento siamo fuggiti dai nostri nemici, viaggiando di città in città, perché non avevamo delle fondamenta su cui basare un piano di riscatto. Non li abbiamo mai avuti così vicini, più volte ci siamo scontrati indirettamente con loro e abbiamo scoperto parecchie-»

«Vai al dunque Sandel», non mi stava piacendo affatto la piega che stava assumendo il suo ragionamento.

«Ho intenzione di stabilirmi qui, con tutti voi. Basta scappare, basta fare progetti su come evitarli e dove. Siamo lupi, siamo forti e, adesso che abbiamo delle speranze di libertà, non possiamo tirarci indietro.»

Lo sapevo.
«Sandel», sospirai, passandomi una mano tra i capelli, «perché? Perché improvvisamente vuoi sconvolgere le nostre abitudini? Il Re non approverà mai una cosa del genere, proprio perché lui cerca sempre di evitare inutili lotte... Perché sei consapevole che se ci mettiamo definitivamente contro i Rosius, il tutto finirà con una guerra, vero?»

«Certo che ne sono consapevole, fratello, ci ho riflettuto parecchio ed è per questo motivo che ancora non ne avevo parlato con nessuno; ero insicuro della mia decisione, ma dopo gli ultimi avvenimenti, tutto è molto più chiaro.»

«Ti stai ficcando in casini molto più grandi di te!», mi alzai innervosito, «stai remando controcorrente e ciò non porterà a nulla di buono! Cosa vuoi fare? Annientare per sempre il branco? I ragazzi non saranno mai pronti per uno scontro diretto, gli allenamenti a cui li sottoponiamo sono solo tecniche superficiali per difendersi in caso di emergenza, il che è totalmente diverso.
Come la mettiamo con gli umani? Hai pensato a loro? Il sindaco non ci rinnoverà il contratto di soggiornamento, dove abiteremo?»

«Potremmo diventare cittadini a tutti gli effetti di Woodsville, trovare delle case.»

«Non puoi dirlo seriamente, io non ci sto un minuto di più in questo maledetto posto, chiaro?», feci per andarmene, ma la sua mano bloccò il mio polso.

«Gabriel, ti conosco da quando sei nato, cosa c'è che ti spaventa? Non sono i cambiamenti a farlo, perché tu eri il primo a proporre di stabilirci in un luogo, ma più di tanto non hai mai calcato la mano. Dunque, dimmi, è per caso una sfortunata ragazzina dai capelli rossi a spingerti ad andare via?»

«Oks.. Io... Io non posso restare per troppo tempo accanto a lei.»

«Non puoi o non vuoi? C'è una bella differenza.»

«Non posso... Io non posso rischiare di passare troppo tempo con lei, sai benissimo quanto me cosa potrebbe succedere e io non sono quel genere di lupo che si intrattiene in questioni amorose con la sua compagna.»

«Quindi stai confessando di provare qualcosa nei suoi confronti?»

«Non ho mai detto questo, ma non ti nego che provo un irrefrenabile impulso di protezione che si amplifica ogni qualvolta che le sono vicino», confessai mio malgrado. «Invece di parlare di me, perché non parliamo del tuo amato gesto nobile nel confessare la nostra vera natura a Melinda, che tra l'altro non è nemmeno la tua compagna.»

Il suo viso subito si incupì, «non farmi la predica, eri stato tu a dirmi di non perdere tempo con lei a meno che non volessi qualcosa di serio. Non so se ciò che provo è solo una cotta passeggera, ma ti assicuro, Gabriel, che era da tempo che non provavo emozioni del genere, dopo lei; ecco perché ho deciso di dirle la verità.»

«Sì, è vero, ti avevo suggerito di non fare passi falsi nei suoi confronti e di non divertirti solamente perché mi sembrava una ragazza seria, ma non mi sarei mai aspettato che dopo quasi quattro mesi tu gli saresti stato ancora attorno. Prega che non spifferi tutto a chi di dovere, perché allora sì che saremmo nei guai.»

«È convinta che siamo stati noi a commettere tutti quegli omicidi, nonostante io le abbia ripetuto il contrario, ma non dirà nulla a nessuno; Gabriel, così come tu ti fidi di Oks, io mi fido di lei.»

«Va bene, la tua presunta relazione con Melinda non mi interessa minimamente, ma ricorda che non approvo affatto i cambiamenti che vuoi apportare e ti consiglio di parlarne con il branco prima di prendere la decisione definitiva, perché se loro sono contrari, tu non potrai portare al termine il tuo piano.»

Detto ciò, mi alzai e lasciai la sua roulotte, sperando che al branco non piacesse la sua nuova idea.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon