XXXVIII ~Il tradimento è il peggior male esistente~

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Avanzammo velocemente verso il campo in cui abitava Gabriel. Lui stesso mi aveva convinta a fare una breve tappa lì, per permettergli di tornare alle sue sembianze umane e recuperare i suoi abiti; non potendo tornare a casa da sola, si era offerto di accompagnarmi, ma ovviamente non in veste di lupo.

La bufera non era totalmente passata, ma almeno sembrava essere sul punto di cessare.
Quando giungemmo al campo, la prima cosa che notai, fu l'inquietante silenzio che vi era tra le roulotte. Era logico pensare che tutti si erano rintanati in casa per paura, non deveva essere semplice avere il costante timore che la propria casa venisse spazzata via dal troppo vento; forse era per tale motivo che Sandel voleva stabilirsi a Woodsville, forse -a differenza di Gabriel- capiva veramente le esigenze del suo branco.

Proprio lui, il soggetto dei miei pensieri, spalancò con il muso la porta di casa sua ed entrò al suo interno, mentre io restai ferma sugli scalini in ferro. Mi guardai attorno, ma il buio della sera non mi permetteva di vedere chissà cosa. Mi chiesi con quale coraggio abitavano in una foresta, a me sarebbe venuto un infarto ad ogni rumore.

«Mi sembrava di aver sentito un odore familiare. Siete sopravvissuti alla bufera, mio fratello è dentro?», chiese Sandel dalla piccola finestra rettangolare di casa sua.

Mi limitai ad annuire, mentre la mia amica si affacciò e si strinse in una coperta di lana; ah... quanto la invidiavo, io stavo congelando.
«Oks, tutto bene?», chiese lei poco convinta, che domanda stupida.

Annuii ancora, incapace di aprire bocca; mi si erano congelate le labbra e la lingua non la sentivo quasi più.
Tamburellai il piedi sullo scalino ed attesi paziente, fin quando una strana sensazione non si impossessò di me, una sensazione simile alla preoccupazione o alla paura.

Il rumore di una porta che si apriva mi destò dalle paranoie e mi fece voltare nuovamente verso la casa di Sandel. Lo vidi uscire e strofinarsi le mani energicamente, seguito a ruota da Melinda.
«Stai veramente bene?», mi chiese la mia amica, avvolgendomi nella coperta e tirandomi a sé, mentre Sandel raggiunse il fratello in casa.

«Sì... Penso di star superando la mia paura. Gabriel mi ha veramente aiutata questa sera, sarei sicuramente morta assiderata nel bel mezzo della foresta. Forse lui... Ecco, forse non è tanto cattivo come immaginavo.»

«Ne sono felice. Ho chiamato tua madre un paio di ore fa, poco dopo aver chiuso la telefonata con te. Le ho detto che eri con Efrem e che stavi bene, ma non sei riuscita a rintracciarla, così hai chiamato me per avvisarmi che eri rimasta bloccata dalla bufera.»

«Grazie per avermi coperta, meno cose sa, meglio è», sospirai quasi estasiata.
Ancora un volta, però, venni colpita dalla medesima sensazione. Era come se il mio subconscio volesse dirmi di stare attenta, di nascondermi e di proteggere le persone che amo. Sentii in me un anormale forza che attivò tutti i sensori, anche quelli meno sensibili.

Il mio cervello mi proiettò una serie di immagini davanti agli occhi: un incendio, uno scontro, un nemico.
O almeno, pensavo fosse un nemico, la sua figura mi ricordava molto quella del sogno: il quinto Rosius.
«Melinda, c'è qualcosa che non va...», sussurrai con voce roca, mentre le medesime immagini si susseguivano ad alta velocità davanti agli occhi, come veloci flashback. Un assordante mal di testa mi fece gemere dal dolore e portare entrambe le mani alle tempie, che pulsavano incontrollatamente.

«Oks che succede?», preoccupata provò a sorreggermi, mentre io lentamente mi accasciavo al suolo.

«Stanno arrivando! Chiamate i rinforzi!!», sentii urlare da lontano, ma le voci erano sempre più lontane e le immagini sempre più nitide.
Quel veloce afflusso si fermò e tutto scomparve, al centro ne rimase una sola: quella che raffigurava un incendio, la prima che avevo visto.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleWhere stories live. Discover now