LXXI ~Dalla visione alla realtà~

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Oks

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Oks

Woodsville.
Passeggiare per il paese non mi era mai sembrato così strano quanto in quel momento. Le strade erano deserte, le serrande erano abbassate, le nuvole rendevano il paese più inquietante di ciò che già era.
Camminai verso un punto indefinito, le gambe si muovevano per inerzia, non seguendo alcun mio comando.

Mi fermai davanti all'unica chiesa presente in paese e, senza pensarci due volte, entrai al suo interno. Subito tre figure balzarono ai miei occhi: due suore e il parroco.

Mi guardai intorno non capendo la stramba situazione in cui ero capitata, perché ero in una chiesa?

«Padre, abbiamo appena ricevuto la notizia, temiamo che possano raggiungerci da un momento all'altro», esclamò una suora nel panico. L'aspetto di entrambe era molto giovanile, non dovevano essere lì da molto, a differenza delle altre.

«Lo so, ho convocato Don Lio da Northside, lui saprà cosa fare.»

«Dobbiamo comunicarlo alla Madre superiore», esclamò quasi nel panico colei che mi sembrava la più giovane. Notai, però, che le sue dita si stringevano attorno ad un anello d'oro; non capivo se per nervosismo o altro, ma sembrava tenere particolarmente ad esso. Pensavo che le suore e i parroci non avessero oggetti personali, altrettanto oggetti in oro, a quanto pare mi sbagliavo.

La scena iniziò ad allontanarsi sempre di più, fin quando non aprii gli occhi.

La stanza in cui ero decisamente non era la mia, troppo maschile per i miei gusti. Mi stropicciai gli occhi e massaggiai le tempie che come loro solito -dopo una visione- battevano ossessivamente come un trapano.
Ero avvolta da un leggero lenzuolo azzurrino e non indossavo altro. Mi guardai attorno confusa, rendendomi conto che ero sola in camera, di Gabriel nemmeno l'ombra.

Feci per alzarmi, ma proprio accanto al letto -dunque sul comodino- vidi un vassoio con su un croissant, un succo e un bigliettino di buongiorno con una stramba faccina sorridente. Quel semplice gesto mi fece sorridere come una ebete e ricadere sul letto con un tonfo... Io... avevo davvero fatto l'amore con Gabriel?
Io, Oks, la ragazza da sempre detestata ed ignorata da tutti aveva davvero perso la verginità con il ragazzo che amava?

Ripensai alla nottata appena passata, da dove fosse arrivata tanta audacia non lo sapevo. Ricordavo ben poco, in realtà, ero come stregata da lui e dal suo corpo. Il mio cervello dettava ordini ed io mi limitavo a seguirli, sapevo che era il momento giusto, lo desideravo e sicuramente non me ne pentivo.

«Certo, avrebbe potuto aspettare che mi svegliassi», borbottai, mentre mangiavo il croissant ed accendevo il cellulare. Avevo continue fitte al basso ventre e un leggero dolore proprio lì, nella zona intima di noi donne. Onestamente parlando non mi aspettavo che la prima volta fosse tanto dolorosa, eppure nei romanzi sembrava tutto più semplice e spontaneo.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleWhere stories live. Discover now