LXXVIII ~Che la guerra abbia inizio~

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Gabriel

Vidi l'auto di mio fratello allontanarsi sempre più. Sospirai, provando a frenare la paura che si impossessava sempre più di me, ma a poco servì.
Mi diressi dunque verso il branco, il quale decisamente non stava messo meglio di me: la paura, la preoccupazione e il panico erano riflessi negli occhi di tutti e ciò mi fece pensare che non eravamo psicologicamente pronti ad affrontare una guerra.

I vampiri sembravano essere piuttosto tranquilli, avevano addirittura iniziato un dialogo con alcuni lupi; dovevano essere abituati a quel clima, ma noi no.
Le Regina e le principesse erano partite per Northside, portando con loro Efrem; a quanto pare il Re non le avrebbe mai permesso di restare a Woodsville e loro avevano deciso di portarsi dietro il semi-Rosius per poter trovare una cura.

Misi le mani in tasca e passeggiai tra loro, volendo assicurarmi che non ci fosse qualcuno che necessitasse aiuto, di qualsiasi genere. In molti avevano deciso di rincasare, onde evitare pattuglie umane. In teoria nessun cittadino diveva restare a Woodsville, nemmeno noi. Pattuglie di polizia viaggiavano ad intervalli regolari per il paese, per assicurarsi che tutti eseguissero le direttive.

Mi passai una mano tra i capelli e feci per sedermi su una panca, ma un lupo urlò il mio nome: «Gabriel, ti andrebbe di unirti a noi? Abbiamo iniziato un incontro prima della guerra, nulla di che, è solo un modo per tranquillizzarci e stare insieme.»

Annuii e lo seguii nella sua abitazione. Al suo interno trovai circa venti lupi che dialogavano tra loro e si deliziavano con gli stuzzichini offerti dalla padrona di casa. In giro vidi una serie di giocattoli e ai muri vi erano le foto di famiglia. «I bambini sono stati portati via?», chiesi. Mi ero completamente dimenticato dei cuccioli del branco, per fortuna che l'alpha era Sandel.

«Sì, l'anziana del branco li ha portati con sé. Sono al sicuro», provò ad auto-convincersi.

«Ovvio che sono al sicuro, nessuno gli farà del male lì», afferrai un grissino e ripensai ad Oks. Con tutto quel traffico era escluso che fossero già arrivate, afferrai il cellulare e digitai il suo numero per chiamarla. Con mio stupore non arrivò una sua risposta, gli squilli si susseguirono, ma nulla. Il panico subito si impossessò di me: era successo qualcosa? Stava bene?

Probabilmente aveva il silenzioso e non aveva visto la mia chiamata, sì, doveva essere per forza così. Sospirai per l'ennesima volta nell'arco di venti minuti e ripósi il cellulare in tasca.
Mi avvicinai a Roxy e alla sua famiglia, ma non ebbi nemmeno il tempo di aprir bocca che un forte boato ci fece sobbalzare dalla paura.

Il pavimento iniziò a tremare e ci fece perdere l'equilibro. Era un terremoto?
«Cos'è stato?»
«Cosa sta succedendo?», le domande si susseguirono

«Non muovetevi», gli ordinai mentre mi precipitavo fuori casa.
Non appena uscii venni invaso da un polverone proveniente da chissà dove, che mi costrinse a tossire un paio di volte.

La visuale mi venne coperta interamente e faticai a capire cosa fosse successo.
In lontananza sentii delle urla, c'è chi chiedeva aiuto e chi invece soffriva dal dolore. Iniziai a camminare a tastoni lungo il perimetro del palazzo in cui mi trovavo, ma venni fermato da un vampiro che velocemente mi raggiunse. «Dobbiamo andare via di qui! Il lato ovest è stato distrutto e ora tocca all'est!!»

«Cosa? Ne sei sicuro?», nel mentre vidi altri vampiri che si affrettavano ad allontanarsi ed altri lupi che fuggivano dalle loro abitazioni.

«Stanno lanciando delle bombe!», continuò ad urlare per sovrastare il caos creatosi e si affrettò a raggiungere i suoi compagni.

Da quel momento in poi non capii cosa stesse succedendo. Il mio cervello era ufficialmente andato in tilt, mentre velocemente raggiunsi gli ultimi componenti del branco per farli allontanare quanto più possibile.
Perché stavano lanciando delle bombe? Ma soprattutto chi? Bilel voleva addirittura distruggere Woodsville?

«Correte verso il bosco!»
«Non allontantevi dal branco!!»
Mi tappai le orecchie per provare a recuperare un briciolo di lucidità. Cosa dovevo fare? Perché l'inferno si doveva scatenere mentre lui non c'era?

Serrai gli occhi per poi riaprerli e ciò che vidi peggiorò notevolmente la mia situazione: gli ultimi umani rimasti che, ingenuamente, correvano verso ovest per soccorrere i loro simili; lupi che correvano avanti ed indietro, non sapendo dove andare, gli avevamo vietato di inoltrarsi nel bosco e... Bhe, l'unico modo per salvarsi era proprio rifugiandosi in esso.

«Gabriel... Gabriel!», mi sentii scuotere una spalla. «Cosa dobbiamo fare?»

«Io... Io non lo so», indietreggiai, deglutendo.

«Non possiamo temporeggiare ancora!»
«Il nostro leader non si trova», si avvicinò un vampiro, seguito da altri suoi simili. «Dovete aiutarci.»

«Io...», mi ritrovai circondato da persone che continuavano a chiamarmi e a chiedermi aiuto, ma io non sapevo cosa fare! Tutto ciò  non era previsto, non eravamo preparati ed io senza Sandel ero inutile.

«Gabriel», si avvicinò Lucius, il lupo più fidato del branco, nonché ottimo combattente. «Torna con i piedi per terra, sei pallido e più impanicato di noi. L'alpha, tuo fratello, non c'è e sai cosa significa? Significa che in quanto Beta tu sei il suo successore, hai tu le redini in mano e le vite di tutti noi sulle tue spalle», con queste parole sicuramente non mi aiutava. «Sei in gamba e so che hai già un piano.»

Io avevo un piano? Davvero? 
Avevo in mente di radunare tutti, vampiri compresi, e di correre all'entrata del bosco. Ormai eravamo immuni al veleno dei Rosius, ma non sapevamo con precisione dove Bilel avesse posizionato le trappole.

«Okay, ascoltatemi tutti!», urlai cosi forte da far voltare i presenti. «Siamo in pericolo e penso che questo lo abbiate già capito, dobbiamo raggiungere i margini del bosco sul lato nord, lì saremo al sicuro...» probabilmente.

Alcuni annuirono, altri invece continuano a guardarsi intorno come se si aspettassero un attacco nemico da un momento all'altro; come biasimarli, anch'io avevo la costante paura che ci potessero attaccare. Ormai la guerra era iniziata e non so in quanti ne saremmo usciti illesi.

Senza perdere altro tempo mutai la forma del mio corpo, tornando a quella animale. Eravamo lupi e in quanto tali avevamo un ottima velocità e prestanza fisica. Avanzai tra il branco in trasformazione e mi fermai quando udii in lontananza un ronzio. Non ne capii subito l'identità, più passarono i secondi e più il ronzio diventò sempre più forte... Si sta avvicinando!

«Seguitemi!», urlai mentre iniziai a correre sul lato est.
La vista, l'udito, l'olfatto, la forza, tutto era raddoppiato, ma ciò ci causò maggior fastidio: le urla della gente in difficoltà quasi ci stordivano, il fumo causato dagli edifici crollati ci impediva di respirare normalmente e ci occultava la vista; nonostante ciò continuavamo a correre, senza mai voltarci indietro.
Le zampe quasi bruciavano a contattato con il terreno tanta era la velocità. Tutto ciò era accaduto a frazione di minuti, eppure sembra essere passata un'eternità. La prima bomba era stata scagliata solo cinque o sette minuti prima e in quel momento stavamo correndo per evitare la seconda.

Sapevo che il branco mi stava seguendo, erano alle mie spalle, potevo sentire i loro pensieri e udire i passi veloci dei vampiri. Eppure, nonostante fossimo ormai distanti da Woodsville di qualche kilometro, un secondo boato decisamente più forte del primo fece tremare nuovamente la terra.

Inciampai probabilmente in qualche ramo e rotolai a terra, per poi essere sovrastato da altri lupi che dopo di me erano caduti a catena. Un forte vento ci investì e poco distante sentii alcuni lupi guaire e vampiri urlare. Conficcai gli artigli nel terreno, mi accovacciai per non volare via e chiusi gli occhi che a causa della troppa polvere avevano iniziato a pizziccare.

Ebbi solo il tempo di pensare a mio fratello che qualcosa mi colpì con una violenza tale da farmi perdere i sensi.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleWhere stories live. Discover now