Capitolo 10

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[Dylan's POV]

Ma come ha fatto a trovarmi qui? Merda. Ora saltano tutti i miei piani. Avrà capito tutto e anche se così non fosse esigerà spiegazioni immediate.

La prendo per un braccio e la porto al piano di sopra. Intanto, Jake mi fissa con uno sguardo rimproverante. Non posso prendermela, siccome il primo a non capire come sia possibile che non mi sia accorto di lei sono io.

Sicuramente, nel mezzo della collera avrò abbassato la guardia e non ci avrò fatto caso.

Sento lei che urla, cercando di liberarsi.

Una volta arrivati al piano di sopra, entro nella prima stanza degli ospiti sulla mia destra e chiudo a chiave la porta. Lei comincia a darmi pugni, spaventata che l'abbia fatto per farle del male. In verità, voglio che ci parliamo chiaro senza rischiare di essere interrotti.

[Isabelle's POV]

Strillo e cerco di morderlo. Ma i miei tentativi sono vani.

La situazione peggiora quando mi chiude, per di più a chiave, in una stanza. Credo sia una stanza degli ospiti siccome è relativamente vuota.

''PER QUALE MOTIVO HAI CHIUSO A CHIAVE?'' gli urlo contro.

''Voglio solo parlarti. Non ti farò del male, per adesso.'' mi replica apatico.

''Per adesso? Ma come ti permetti? Che fine ha fatto il Dylan di cui io mi ero affezionata? Il Dylan che per gli ultimi quattro anni mi è mancato? Sei diventato un mostro!'' sbraito senza controllarmi.

''Non siamo tutti intrappolati nel passato.'' mi dice lui. Parole che mi feriscono.

''Pensi che io stia facendo tutto questo per l'adrenalina? Forse perché è un gioco? Perché mi piace rischiare la vita ogni giorno fra calibro 12 e bombe? No, Isabelle Parker. Se sto in questa situazione, è perché sono stato obbligato.'' comincia a sussurrare mentre si avvicina lentamente a me.

Indietreggio più che posso fino a quando le mie spalle toccano il muro.

''Dylan, che è successo in questi anni? Che significa obbligato? Apriti con me. Sono sempre io, Isabelle. Siamo solo cresciuti, ma siamo sempre noi.'' domando, quasi implorandolo a dirmi di più. Faccio attenzione. Non voglio si innervosisca.

''Non sono solo cresciuto. Sto in una gang, Isabelle. Traffico illegale di droga ed armi in vari paesi, anche nell'Unione Europea.'' prosegue lui come se niente fosse. Io, invece, non posso crederci. Sono scioccata da ciò che dice.

''Fai parte di una gang? Perché fai tutto questo? Dove sono finiti i tuoi genitori? Clara e Robert non avrebbero mai permesso una cosa simile.'' affermo io.

Non ricevo una risposta e lo vedo per la prima volta inerme di fronte alle mie parole, come se avessi toccato un tasto dolente.

''Senti, Isabelle, devi capire quando raggiungi il limite. Non sono un robot. Se non te ne parlo, vuol dire che mi fa male. Io e i miei genitori abbiamo passato l'inferno. E se tenessi a me come dici, non mi forzeresti a parlarne ogni due secondi.'' prosegue Dylan.

''Se non te ne parlo, vuol dire che mi fa male. Se non te ne parlo, vuol dire che mi fa male.'' Queste parole riecheggiano nella mia mente. ''Se gli fa male parlarne, gli darò quello che gli è mancato in tutti questi anni.'' penso fra me e me.

Ed è qui che non resisto più.

Lo avvolgo in un forte abbraccio e lo stringo il più possibile. Inizialmente, lui non reagisce e resta immobile. Penso subito di aver commesso un errore e dopo qualche secondo mi stacco.

Ma è qui che lui mi prende le braccia, le avvolge intorno al suo collo e mi stringe la vita con tutta la forza che ha in corpo. È il Dylan che conoscevo.

''Mi sei mancata veramente tanto, Belle. Non hai la minima idea.'' mi sussurra dolcemente nell'orecchio. Da quanto tempo aspettavo che mi dicesse questo. Non avrei mai immaginato che queste inaspettate parole potessero levarmi il peso di tutte le mie preoccupazioni.

[Dylan's POV]

Finisco per dirle ciò che pensavo da giorni, parole che non osavo pronunciare.

Vorrei rimanere qui con lei per sempre. Perché è qui che mi sento a casa.

Il nostro momento è interrotto da Jake che bussa ininterrottamente alla porta.

''Dylan, esci. Non ti sembrerà vero ma ha appena telefonato Chase. Ti attende in chiamata.'' afferma freneticamente.

Mi stacco controvoglia dall'abbraccio. Mi devo concentrare sugli affari.

''Aspettami qui. Mi occupo di questo problema e poi ti accompagno a casa. Jake, tienila d'occhio e attento che non senta nulla.'' facendogli un cenno prima di avviarmi verso il piano di sotto.

Prendo in mano il telefono.

''Parla pure.'' dico.

''Chi non muore, si risente.'' tuona la voce di Chase.

''Allora ti toccherà risentirmi per un bel po'. Arriva al punto, Chase. Perché mi chiami?'' domando.

''Voglio che ci vediamo. Il prima possibile. E non c'è bisogno di portare rinforzi o armi. Voglio che ci parliamo faccia a faccia e da soli.'' replica lui.

Ci rifletto su per qualche secondo prima di rispondergli.

''D'accordo. Ci vediamo domani alle 10 di sera nell'edificio in cui è avvenuto l'ultimo scambio. Spero di potermi fidare e spero anche che tu non sia come tuo fratello.'' accetto la proposta.

''Se non vuoi che faccia esplodere la testa a quella puttanella con cui ti diverti, è meglio che tu non nomini mio fratello. Isabelle Parker, giusto?'' afferma lui con tono sarcastico.

''Brutto figlio di puttana. Sai quello che sono capace di fare. Non mi mettere alla prova.'' mormoro e attacco rapidamente il telefono.

Corro il più velocemente possibile in salotto, dove gli altri stanno ancora discutendo sulla situazione.

''Stiamo perdendo colpi e mi sembra che anche voi stiate battendo la fiacca. Ethan e Jacob, controllate i dispositivi. Ci staranno sicuramente tracciando. Jason e Robert, tirate giù le tende. Gli altri, spostatevi al piano di sopra.'' comincio a dare ordini. Non devono toccarmi Isabelle.

Salgo su e la trovo che mi aspetta seduta sul letto. Non è sicuro che resti da sola.

''Isabelle, c'è un problema. Per cui stasera devi dormire qui.'' le dico.

''Cosa? Perché?'' risponde lei preoccupata.

''Non chiedermi spiegazioni. Fai quello che ti dico e basta.'' dico fermamente.

''Perché, sennò che succede?'' ribatte lei, col suo carattere scontroso.

''Sei ancora troppo piccola per saperlo.'' rispondo, con un mezzo sorriso sulle labbra.

''Vaffanculo, Dylan.'' dice, anche lei con un sorrisetto che cerca di nascondere inutilmente.

Mentre chiudo la porta le dico: ''Solo se vieni anche tu.''

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