Capitolo 41

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[Dylan's POV]

Salgo su e vedo la ragazza che presumo essere Scarlett.

È alta e snella, bionda con gli occhi di un blu profondo e inconfondibile che nelle foto non avevo notato.
Sembra molto più giovane della sua età.

Non so come comportarmi, ma lei risolve tutto alzandosi di scatto ed accogliendomi in un caloroso abbraccio.

Inizialmente non sono sicuro di come reagire, anche perché non me l'aspettavo. Decido di ricambiare e la stringo a me mentre il suo profumo alle rose mi inebria.

''Ciao, Dylan.'' mi dice lei, guardandomi negli occhi.

''Grazie per essere venuto, non pensavo che avresti accettato.'' ammette tristemente.

''Sono venuto qui perché so quanto sia difficile e complicato mio padre. Non so come aiutarti ma siccome sei stata tu ad invitarmi presumo che tu sappia cosa fare.'' rispondo bruscamente mentre ci sediamo al tavolo.

Lei comincia a spiegarmi della situazione che è realmente incasinata. Mio padre, come era prevedibile, non è riuscito a trovare pace dopo aver abbandonato me e mia mamma.

''È per questo che vuole ricominciare a far parte della tua vita.'' mi spiega Scarlett.

''Non è possibile adesso. Ci sarebbe dovuto essere quando non sapevo cosa fare. Quando mi sono ritrovato da solo a prendermi cura di mia madre e a dover saldare un debito mille volte più grande di me.'' sbotto io mentre bevo grandi sorsi del martini.

''Lo so, Dylan.'' mormora mentre poggia la mano delicatamente sulla mia.

Mi viene istintivo levarla immediatamente però poi me ne pento. So che è qui per chiedermi aiuto, lo stesso che avrebbe fatto piacere a me qualche anno fa. Quindi la riappoggio sulla sua.

''Io so quanto è meschino, Scarlett. Sono cresciuto con lui e siamo sangue dello stesso sangue. È un uomo diabolico e nessuno riesce a prevedere né cosa fa e nemmeno perché. È per questo motivo che dubito sia tornato qui per me. Forse per i miei soldi.'' ammetto mentre mi passo una mano fra i capelli.

''Non navighiamo nell'oro, ma non penso ci sia bisogno di agire con questi secondi fini.'' mi rassicura lei.

''Ormai ha una certa età e i sensi di colpa lo stanno raggiungendo velocemente. Mi piace pensare che ti abbia cercato per il solo motivo di starti accanto e forse, nel futuro, farsi perdonare.'' prosegue.

Io sbuffo mentre accendo una sigaretta. Tutto questo sta diventando troppo pesante e mi viene quasi voglia di alzarmi ed andarmene.

''Non lo perdonerò mai. Che sia chiaro.'' affermo mentre sbuffo il fumo.

Lei annuisce e prende il telefono dalla borsa.

''Dammi il tuo numero, Dylan. Almeno potrò contattarti se le cose dovessero cambiare.'' mi propone Scarlett.

Io lo prendo e ci inserisco il mio numero per poi ridarglielo.

Lei mi ringrazia e mi stringe nuovamente in un forte abbraccio. Non me la sento di non ricambiarlo, anche perché è stata molto più gentile di quanto mi aspettassi.

Torno in macchina e vorrei andare a prendere Isabelle a lavoro, ma poi realizzo che in teoria abbiamo litigato.
E poi non so nemmeno dove lavora.

Sospiro e decido di tornare a casa.

[Isabelle's POV]

Una volta finito il turno di lavoro, il capo mi sorprende dandomi il posto.

Saltello dalla gioia che diventa praticamente incontenibile. Era andata molto bene ma non me lo aspettavo.

Appena esco, stranamente stanca, c'è una sorpresa inaspettata.

Manuel.

Con in mano un mazzo di rose rosse e una confezione di cioccolatini a forma di cuore.

''È già San Valentino?'' chiedo mentre corruccio le sopracciglia.

''No, però stando ai miei calcoli sei stata appena assunta per la prima volta!'' urla lui gioiosamente.

Io ricomincio a battere le mani per la gioia.
Lui mi avvolge in un abbraccio trionfante.

''Grazie di tutto questo, veramente.'' mormoro mentre faccio segno ai fiori e ai cioccolatini.

''Oh, non è niente.'' risponde lui mentre si siede sulla panchina.

Appoggia ciò che ha in mano e mi fa segno per invitarmi a sedermi accanto a lui.

''Ti volevo chiedere se ti andasse di fare un giro per festeggiare. Magari potresti battermi di nuovo agli autoscontri.'' propone lui ridacchiando.

Io sospiro e sorrido a mia volta, ma purtroppo so di non poter uscire con lui oggi.

''Manuel, sappi che distruggerti agli autoscontri sta al primo posto sulla mia lista dei desideri, ma oggi proprio non posso. Ho promesso a mia mamma che sarei passata da lei una volta finito il turno.'' spiego tristemente.

Non è la verità. Non ho promesso un bel niente a mia mamma, ma ieri mi ha chiamata per sapere come stessi e non aveva una bella voce. Anzi, sembrava stesse peggio del solito. Vorrei passare da lei anche per darle la notizia del mio nuovo lavoro siccome so che ne andrà fiera.

''Oh, non ti preoccupare. La famiglia viene prima di tutto.'' mi rassicura lui, poggiandomi la mano sul ginocchio.

È solo un gesto amichevole.

È quello che ripeto a me stessa per non staccarmela di dosso immediatamente. L'unico che vorrei che mi toccasse è Dylan, non Manuel.

Per fortuna è lui a levarla prima di alzarsi.

''Allora, immagino di doverti lasciare.'' sospira mettendo il broncio.

Io annuisco e prendo i fiori e la confezioni che lui mi porge.

Lo ringrazio un'altra volta prima di entrare in macchina e dirigermi verso casa di mamma.

Il tragitto, oltre ad essere piacevolmente breve, mi aiuta anche a riflettere. Vorrei chiamare Dylan e dirgli che ce l'ho fatta, ma non sono sicura di come reagirà.

Ci provo lo stesso e lui risponde con tono infastidito, proprio come mi aspettavo.

''Pronto, Dylan.'' dico io titubante.

''Sì, dimmi.'' risponde bruscamente.

''Volevo solo dirti che mi hanno assunta.'' inizio io sperando che cambi tono.

Lui sospira rumorosamente prima di rispondermi.

''Wow, Isabelle. Che bella notizia.'' replica, sempre molto freddamente.

''Senti, ma te la sei presa con me?'' sbotto io quando il silenzio diventa insopportabile.

Fa una pausa insopportabile di qualche secondo in cui la tensione è palpabile.

''Onestamente, sì. Non mi piace che liquidi le nostre conversazioni dicendo che sono cavolate da bambini.'' ammette.

''Se non ti piace che ti definiscano bambino, potevi semplicemente dirmelo prima.'' ridacchio io.

''Sai, ogni tanto penso che sarebbe stato tutto più facile se qualcuno tipo Jake mi avesse dato un manuale di istruzioni prima di mettermi con te.'' sospiro prima di parcheggiare davanti a casa di mia mamma.

Ridacchia a sua volta.

''Sono veramente contento per te, Isabelle.
E non vedo l'ora che torni a casa per potermi congratulare adeguatamente con te.'' dice con tono più addolcito, quasi seducente.

''Ora sto per andare a casa di mia mamma, però ripensandoci...'' sussurro.

''Oh, no. Allora ti lascio da lei. Già ti ho praticamente rapita.'' sghignazza ironicamente lui.

''Giusto.'' mormoro.

''Ci vediamo dopo, Belle.'' mi dice.

''A dopo, Dyl.'' e attacco.

Esco dalla macchina e spero fortemente di trovare mia madre in buone condizioni.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now