Capitolo 21

18.3K 446 163
                                    

[Isabelle's POV]

Drin.

''Dai, altri cinque minuti.''

Drin.

''Dylan ho sonno.''

Drin.

Mi alzo di scatto e mi accorgo che non è la sveglia di Dylan. È mia madre che mi sta telefonando.

''Pronto, mamma?'' dico con voce assonnata.

''Pronto, tesoro. Come stai?''  bisbiglia lei, come se stesse cercando di non farsi sentire da qualcuno.

''Sto bene, mamma. Perché parli piano?'' e viene istintivo sussurrare anche a me.

''Papà dorme ed è l'unica occasione che ho per parlarti come vorrei.'' mi risponde lei.

Non dico niente. Non devo dimenticarmi che anche lei è stata ai suoi giochetti per anni, quando lui mi menava e lei stava in silenzio prima di andarsene e lasciarmi nelle sue schifose mani.

''Dove sei?'' mi chiede quando vede che non parlo più.

''Sono partita con la scuola, mamma. Oggi torno.''

''Torni a casa?'' mi dice con voce speranzosa.

''No.'' affermo duramente. Forse anche troppo. Non è colpa sua.

''Sto dal mio ragazzo per un po'.'' decido di aggiungere.

Il mio ragazzo.

Queste tre parole suonano così incredibilmente armoniose che mi viene automatico sorridere.

''È Dylan, quello che ti ha difesa? Perché se è lui... beh, complimenti.'' ridacchia con tono basso per non svegliare mio padre. Si sarà ubriacato talmente tanto che dormirà fino a domani.

''Sì, è lui.'' continuo a sorridere come una scema. Una scema pazzamente innamorata.

''È meglio così, Isabelle. Almeno per un po'. Poi ti prometto che cercherò una sistemazion-'' comincia lei.

''Non c'è bisogno.'' la interrompo. ''Le ho già sentite queste parole, fin troppe volte. Ma questa volta veramente non c'è bisogno che tu lo faccia. Almeno non per me.''

Nel frattempo, Dylan si gira e con gli occhi appesantiti dal sonno si volta verso di me.

Con il labiale, gli faccio intendere che è mia mamma al telefono. Lui corruccia le sopracciglia e dallo sguardo vuole capire se sta succedendo qualcosa. Faccio un cenno con la testa per fargli capire che va tutto bene.

''Va bene, Isabelle. Io sono qui.''

''Anche io, mamma.'' replico. So che in questo momento, lei ha più bisogno di me di quanto io ne abbia di lei.

Quando ho Dylan, ho tutto.

Attacco il telefono e mi giro verso di lui che si è già alzato e si sta dirigendo verso il bagno.

''Come mai ti ha chiamata?'' mi domanda, già irrigidito. Non ha mai accettato il fatto che lei non facesse niente per tirarci fuori da quella casa. Ma la situazione non era solo più grande di me, era anche più grande di lei.

''Papà dormiva e ha colto l'occasione per sapere come stessi e dove fossi.'' spiego io.

''Le devi dire che non è più un problema suo. E non lo sarà finché starai con me.'' ribadisce.

''Dyl, lo sai che non è colpa sua.'' controbatto io cercando di rimanere calma.

''Non so come tu faccia ancora a difenderla. Ma non è importante, prepariamoci perché fra poco si parte.'' annuncia prima di entrare in bagno.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now