Capitolo 26

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[Dylan's POV]

''Avresti potuto fare di più, figlio mio.''

''Avresti potuto salvarmi.''

''Ora sono bloccata qui, eternamente, per colpa tua e di tuo padre.''

''NO, MAMMA, TI PREGO NON MI LASCIARE.'' urlo svegliandomi.

Ansimo, sono sudato e non ci vedo più niente. Le mura della stanza sembrano rimpicciolirsi ogni secondo che passa.

Un altro degli incubi che mi tormenta da tempo.

Ma stavolta c'è lei accanto a me.

[Isabelle's POV]

''NO, MAMMA, TI PREGO NON MI LASCIARE.''

Dylan.

Mi sveglio e non capisco cosa stia succedendo. Guardo per la stanza ma mi sembra tutto normale.

Mi giro verso di lui che ansima ed è tutto sudato.

''Dyl, che succede?'' gli domando.

''Un incubo.'' ricevo come risposta, senza neanche voltarsi per guardarmi.

Perché fa così tutto d'un tratto?

''Parlami. Perché gridavi il nome di tuo mamma?'' continuo.

Lui prima si siede sul letto, ma poi si alza e si dirige verso la finestra. Comincia a prendere boccate d'aria e il vento che entra nella stanza mi fa rabbrividire. Sembra non trovare pace.

''Credo sia arrivata ora di raccontarti tutto.'' inizia lui.

Era ora.

''All'età di 15 anni, mia madre si ammalò gravemente. Un tumore per cui una cura sembrava esistere, ma la nostra famiglia non aveva i soldi, in quel periodo, per poterla pagare.''

Delle lacrime mi si formano viso quando collego i pezzi.

''Mio padre quindi decise di contattare una gang mafiosa per chiedere dei soldi in prestito. Cifre altissime. Gli dissi che non ce l'avremmo mai fatta a ripagarli ma lui non mi ascoltò.'' continua.

''La cura riuscimmo a pagarla, ma i risultati non erano buoni. Anzi, mamma cominciò a peggiorare sempre di più fino a quando decise di interrompere tutto e passare i suoi ultimi giorni con noi.''

Non voglio nemmeno immaginare il dolore che abbia provato. So quanto era forte il loro legame.

''Intanto, io e mio padre dovevamo ancora saldare il debito, ma non avevamo nemmeno i soldi per mangiare. La gang iniziò a minacciarci e ricattarci.'' prosegue Dylan.

''Perciò papà un giorno scomparve. Mi svegliai e non c'era più. Lasciò semplicemente un biglietto in cui si scusava e mi chiedeva di non cercarlo.''

''Dyl... mi dispiace.'' sussurro con il filo di voce che mi rimane.

''La gang, ovviamente a conoscenza del fatto che se ne fosse andato, mi contattò dicendomi che l'unico modo per saldare il debito sarebbe stato entrare nella loro gang e fare il lavoro sporco.'' prosegue

''Accettai, non avevo altra scelta. E sai qual è la parte peggiore, Isabelle?''

''Quale?'' chiedo, cercando di non scoppiare in un mare infinito di lacrime. Non avrei mai pensato a tutto questo.

''Mi piaceva fare del male. Mi piaceva infliggere tutto il dolore che nello scorso anno era stato inflitto a me.'' ammette.

''Mi piaceva a tal punto da diventare bravo a farlo. Non provavo più sentimenti ed uno come me era esattamente ciò che il capo cercava. Quindi il signor Sullivan mi rese la sua spalla destra.''

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now