Capitolo 13

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[Dylan's POV]

Dopo il nostro bacio, rientriamo in macchina ed il silenzio è assordante.

Lei si mordicchia le unghie nervosamente mentre volge lo sguardo alla finestra.

''Belle-'' comincio io.

''Non dire niente. Già mi vergogno.'' mi interrompe prontamente.

''Per quale motivo?'' chiedo.

''Perché non avrei dovuto baciarti, Dylan. Non so cosa mi è preso, ma dimenticati ciò che è successo.'' mi urla contro.

''Immagino che anche questa la reputi una cosa insignificante che non racconterai a Daniel.'' dico.

''Quando la farai finita, Dylan? Di rendere la mia vita un inferno?'' dice.

''IO sto rendendo la tua vita un inferno? Ti ho tirata fuori da quella merda di casa e poi la colpa ce l'ho sempre io. Basta con questo vittimismo.'' controbatto.

Non le do nemmeno la possibilità di rispondere perché nel frattempo siamo arrivati a casa. Esco dalla macchina e prendo i suoi bagagli, portandoli al piano di sopra.

''Questa è la tua stanza. Fai come fossi a casa tua.'' affermo e me ne vado.

Mi dirigo da Jake che prima mi aveva chiamato.

''Eccomi, Jake.''

''Dylan, dobbiamo cominciare a metterci d'accordo sull'incontro di domani.'' comincia.

''Non c'è niente da preparare. Te l'ho già detto che parleremo e basta.''

''Ti fidi seriamente di Chase?''

''No, Jake. Ovviamente non mi fido. Ma non abbiamo altra scelta ormai.''

''Almeno possiamo mandare dei rinforzi, Dyl. Oppure potresti portare delle armi.''

''Se mi vedesse armato manderebbe all'aria tutto. Gli ho già dato la mia parola.''

''Non sono d'accordo ma tanto non cambi idea.'' replica, conoscendo già il mio carattere testardo.
E ha perfettamente ragione.
Non ho la minima intenzione di cambiare opinione.

Guardo l'orologio che segna le 8 di sera.

''Non fare cazzate, Jake. Non mandare nessuno. Per una volta fidati di me.'' termino la chiamata freddamente con un ordine.

***

Mentre sto per avviarmi all'edificio in cui avverrà lo scambio, spero che non ci sia qualcosa sotto. Me la caverò in qualsiasi situazione. Ne ho viste troppe e non mi stupisce più nulla.

Mi sfilo la calibro 12 dai pantaloni controvoglia mentre ripenso alle parole di Jake. Decido di lasciarla a casa ben nascosta da Isabelle che quando non ci sarò sicuramente curioserà per le stanze.

Entro in macchina e mi avvio, mentre tamburello le dita nervosamente sul volante.

Arrivo all'edificio sperduto, ormai quasi completamente abbattuto a causa della bomba che ci esplose poche settimane fa. Mentre cammino, sento ancora la puzza di polvere da sparo.

''Eccoci finalmente qui, Rivera. A parlare come vecchi amici.'' sento la voce di Chase.

''Sono venuto qui solo per negoziare. Perciò parla.'' rispondo freddamente.

''È da mesi che rimandi la resa dei conti. È chiara la paura che nutrite nei nostri confronti. Giustamente, aggiungerei.'' comincia serrando le labbra.

''Vai avanti, Chase. Non ho tempo da perdere.'' sbuffo.

''Hai presente gli Yamato Damashii?'' domanda con tono inquisitorio.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now