Capitolo 47

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[Isabelle's POV]

La notte sembra durare un'eternità. Osservo la luna nella piccola finestra in alto, ricoperta da grate che fanno assomigliare questo posto ad una prigione quando la verità è che è molto peggio.

Cerco gli occhi di Dylan nella speranza che lui mi rassicuri ma dopo le bastonate che ha ricevuto per le ultime 6 ore, non riesce nemmeno ad alzare la testa.

Per qualche minuto restiamo da soli mentre il sole sorge in lontananza.

''Dylan... sei sveglio?'' domando con incertezza. Ha gli occhi chiusi e respira lentamente.

Lui prova ad alzare lo sguardo con difficoltà e annuisce.

''Perché sei venuto? Avrebbero ammazzato me e basta.'' lo rimprovero.

''Lo vuoi capire che vogliono fare del male a me e non a te? Chase vuole vendicarsi.'' mormora dopo essere schiarito la gola.

''Vendicarsi per cosa? Che hai fatto?'' chiedo, ma in quel momento sentiamo la porta che si spalanca e ci zittiamo subito.

''Eccoli qui, i nostri ospiti. Vedo che li avete accolti bene.'' annuncia Chase con fierezza, accompagnato da Manuel, Victoria e un altro uomo che stranamente non ho mai visto prima.

Victoria resta zitta mentre Manuel ridacchia.

''Sei un figlio di puttana, Thompson. Giuro che ti ammazzo.'' urla Dylan con una forza che prima non sembrava di avere, agitando le catene che producono un rumore assordante.

''È agitato, il fidanzato, eh?'' mi dice Chase mentre mi passa il dito sulla guancia.

''Non la toccare, pezzo di merda. NON LA DEVI TOCCARE!'' grida nuovamente Dylan mentre io cerco di allontanarmi inutilmente.

Chase resta rigido e lascia il suo dito sul mio  viso, mentre Manuel si avvicina a quel macchinario diabolico.

''Ti ho già detto che devi stare zitto. Numerose volte, in realtà.'' mormora mentre passa il dito sui tasti.

Si sofferma su quello rosso, proprio come ieri sera.

Con l'unica differenza che spinge sempre più in basso il suo dito.

Prima di un millimetro.

Poi di un altro.

Le mie mani iniziano a tremare e sudare nelle strette manette mentre il mio respiro si fa sempre meno profondo e più affannoso per ogni secondo in cui spero Dylan non riceva quella maledetta scarica elettrica che lo ucciderebbe.

''Fermo, Garcìa. Non può perdersi lo spettacolino, ricordi?'' lo blocca Chase allontanandosi da me e avvicinandosi a Dylan.

''Oh, hai ragione.'' replica Manuel allontanandosi prontamente dal tavolo.

''Quale spettacolino?'' chiedo io titubante, ancora scossa da quello che sarebbe potuto succedere solo pochi secondi fa.

''Non te l'ha detto Rivera?'' domanda incuriosito Chase mentre torna a guardarmi.

Io scuoto la testa. Le mie labbra tremano in maniera incontrollabile ormai da un bel po'.

''Non sai nemmeno di mio fratello? Di quello che gli è successo?'' continua lui.

Io corruccio le sopracciglia e non rispondo.

''Per fartela breve, cara Isabelle, il tuo ragazzo ha ucciso mio fratello. Senza pietà.'' mi spiega Chase.

Cosa?

''Perché?'' chiedo quasi sussurrando.

''Semplicemente perché mio fratello ha ucciso il capo di Dylan, uno stronzo che si approfittava di lui e metteva zizzania fra le nostre gang per ricavarne un guadagno.'' afferma come se niente fosse.
Una nonchalance che mi lascia a bocca aperta.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now