Capitolo 46

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[Isabelle's POV]

È come se le mie palpebre pesassero quintali.
È come se non riuscissi a respirare, come se un peso mi gravasse sul petto.
È come se la mia testa e il mio collo fossero immobilizzati, insieme alle mie mani.

Quando finalmente riesco ad aprire leggermente gli occhi scopro che purtroppo è la cruda realtà.

Mi trovo ammanettata con le mani ad una sedia di metallo e le caviglie legate da una corda fin troppo stretta che a momenti mi blocca la circolazione.

Sulle labbra ho un pezzo di scotch nero che mi impedisce di parlare, quasi anche di respirare adeguatamente.

Mi trovo in una stanza dalle mura tutte macchiate da schizzi di sangue e le pareti completamente strappate.

Ho un fortissimo mal di testa che mi impedisce di vedere tutto chiaramente ma la prima cosa che mi ricordo è Manuel.

Quel bastardo, figlio di puttana.

Mi ha riempita con le sue cazzate mentre in realtà tramava tutto questo.

Vorrei solo andarmene, scappare e scomparire per sempre. Ho paura di quello che mi succederà e ho paura che sia qualcosa di irrimediabile.

In quel momento sento la porta dietro di me che si apre ma non riesco a capire chi è fino a quando non si mette davanti a me.

Chase?

Chase Thompson?

Cosa cazzo sta succedendo?

''Ci sei veramente cascata in pieno, Isabelle Parker. Non pensavo sarebbe stato così facile.'' annuncia lui fieramente.

Comincio a prendere inutilmente a calci la sedia mentre cerco di urlare ma escono solo dei mugugni che mi fanno incazzare ancora di più. Sono inerme ed è una sensazione orribile.

''Fa troppo casino. Un'altra dose.'' ordina Chase mentre nel mio campo visivo, abbastanza limitato dai capelli sul viso che non posso spostare, si fa spazio anche Manuel.

Mi zittisco subito per paura che mi addormentino un'altra volta e fortunatamente sembra funzionare siccome Chase ferma Manuel che nel frattempo prepara la siringa.

Cerco di collegare i pezzi ma non ci riesco.
Vorrei che tutto questo fosse semplicemente un incubo.
Vorrei risvegliarmi fra le braccia di Dylan e dimenticare che tutto questo sia successo.

Chase si avvicina a me lentamente e io cerco di muovermi all'indietro con la sedia ma è impossibile. Avvicina la mano al mio viso e sono pronta al dolore, ma fa una cosa inaspettata.

Mi leva lo scotch dalla bocca.

''Come... e perché?'' sono le prime parole che mi escono dalle labbra. La mia voce è rauca, non bevo da tanto. Non so nemmeno io da quanto sto qui.

''Beh, per quanto riguarda il 'come' è semplice. Non ti ho presa in giro solo io ma anche Manuel.'' afferma Chase ridacchiando.

''Era ovvio che ti saresti ribellata al controllo imposto da Dylan. E noi eravamo perfetti per questo: amici e pure maschi, per fargli intendere che non esisteva solo lui. Invece per quanto riguarda il 'perché'... dovresti ringraziare il tuo ragazzetto Rivera.'' continua lui.

Mi viene da sputargli addosso ma mi fermo in tempo perché tengo ancora alla mia vita.

''Dove sta lui?'' queste parole mi escono spontanee senza che io possa nemmeno ponderare se fargli questa domanda o meno.

Il Mio Punto DeboleWhere stories live. Discover now