Capitolo 22

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[Dylan's POV]

Esco dalla doccia con solo l'asciugamano intorno alla vita.

''Sbaglio o mi ha scritto qualcuno?'' domando ad Isabelle che però è seduta rivolta verso il muro con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa fra le mani.

''Mi sembrava di aver sentito il telefono suonare.'' aggiungo.

Ancora nessuna risposta. Non capisco.

''Isabelle, che succede?'' chiedo mentre prendo in mano il telefono.

Vedo tre messaggi da parte di Victoria.

''Ma che vuole questa?'' dico infastidito. Lei nemmeno si volta a guardarmi.

''Mi sembra chiaro. Vuole vederti perché le manchi e non riesce a levarti dalla testa.'' afferma lei con tono rigido.

''Te la sei seriamente presa? Non ci posso credere.'' sostengo io.

''Magari tornate insieme.'' continua lei.

''Isabelle, chiudi quella bocca. Non sparare cazzate. Ora sto con te, lei è nel passato.'' ribatto.

Si gira per guardarmi e ha gli occhi pieni di lacrime che cerca inutilmente di trattenere.

''Se non riesce a toglierti dalla testa c'è un motivo. Quindi torna da lei.'' mi urla contro prima di scoppiare in un mare di lacrime.

Prendo il suo volto con le mani ma le leva bruscamente.

''Ma che fai?'' sussurro io.

''No, Dylan. Vattene. Sennò me ne vado io.'' ricevo come risposta.

''Sei una psicopatica, cazzo.'' urlo a mia volta prima di prendere il telefono ed andarmene, sbattendo la porta alle mie spalle.

[Isabelle's POV]

Ovviamente ha preso il telefono con sé. È poco ma sicuro che chiamerà quella Victoria e si vedranno stasera stessa.

Non posso credere di essere stata al suo gioco anche solo per poche settimane. L'avrei dovuto capire dai suoi sbalzi d'umore, dai momenti in cui scompariva senza motivo, dal suo passato fin troppo oscuro.

Lui è il leader di una gang, non potrà mai stare con una sola ragazza.

E io che come una stupida gli ho dato non solo il mio cuore, ma anche il mio corpo.

Realizzo che le lacrime mi rigano il viso stanco, pallido e smorto.

Ma la rabbia che sto provando mi fa salire una scarica di adrenalina tale che non provo sonno. Ho solo una grandissima voglia di vendicarmi e fare provare a Dylan ciò che sta facendo provare a me.

Quindi prendo il telefono e chiamo l'unica persona che in questo momento possa aiutarmi a fare ordine fra i miei pensieri.

Chase Thompson.

''Pronto, Isabelle. Come stai?'' mi chiede lui.

''Chase, scusami se ti disturbo, è solo che-'' singhiozzo.

''Ehi, tesoro. Perché piangi? Cos'è successo?'' mi domanda lui.

''Niente, è che avrei veramente bisogno di qualcuno con cui parlare.'' affermo io cercando di prendere dei bei respiri profondi per calmarmi.

''Certo, passo subito a prenderti e andiamo a prendere una cioccolata calda. Mandami l'indirizzo.'' mi risponde.

''Va bene, Chase. Non so come ringraziarti. Scusami di nuovo per averti disturbato.'' ripeto.

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