Capitolo 16: Nulla di buono

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«Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!» sentii urlare dalle scale del condominio.

Feci finta di niente, e poi ripresi a parlare con Jane la domestica.
Mi stava raccontando di una sua vecchia esperienza a Bali con un giocatore di calcio.

Avevano entrambi ventun'anni.
Lei in vacanza con alcune amiche e lui in ritiro con la sua squadra.
Fu amore a prima vista.
...Anzi, più che amore fu passione.
Jane mi stava raccontando di come loro due non riuscissero ad uscire dal letto. Era strano pensare ad una giovane 'Jane la domestica' alle prese con degli incontri occasionali assieme ad un ragazzo. Però Jane, pur avendo i suoi cinquantasei anni, non era affatto una brutta donna, tutt'altro!

«Sì Oliver! Ho la patente!» sentii urlare ancora dalle scale. «Posso portarti ogni mattina a scuola! Ah ah! Mi devi offrire qualcosa in cambio però»

Ma chi era? Jay?
Le pareti dell'appartamento erano fin troppo sottili, maledizione.
Scesi dal bancone della cucina, interrompendo così il racconto di Jane, e mi avviai verso la porta d'entrata.
La aprii e guardai istintivamente quella di Jay.
Era chiusa, ma davanti a me comparve all'improvviso la figura del moro. Sorrideva come non mai. Era felice, e lo si percepiva anche ad occhi chiusi.

«Devo andare Oliver, a dopo» disse chiudendo la telefonata con il suo amico, per poi riporre il cellulare nella tasca dei jeans neri. «Keira!» esclamò sorridente.

«Jay!» finsi il suo stesso tono di voce. «Che ti succede?»

«Sono felice! Ho finalmente preso la patente!» sorrise.

Inaspettatamente, mi abbracciò.
Ma non un piccolo abbraccio dato, magari, con un pizzico di timore e vergogna a causa dal nostro rapporto 'amici - non amici'.
No.
Un abbraccio enorme, gigantesco, che mi fece sollevare i piedi da terra e che mi costrinse a stringermi a lui per evitare di cadere.
Un abbraccio stratosferico, che la gente dava a chi non vedeva da tanto.

«E-ehy, sono felice per te!» sorrisi tra le sue braccia.

Mi fece tornare -letteralmente- con i piedi per terra, e poi si passò una mano nel ciuffo di capelli castani.
Mi guardava con occhi luminosi, scintillanti. Ma perché era così felice?

«Perché sei così tanto felice?» chiesi ancora sorridendo, perché alla sola vista del suo sorriso, non riuscivo a cessare il mio.

«Patente equivale a...LIBERTÀ!» urlò, e l'eco della sua voce rieccheggiò in tutto il condominio.

Risi. «Hai ragione. Sono felice per te!»

«Anche io» il suo tono di voce si placò, ed anche la sua allegria si contenne, ma i suoi occhi continuavano ancora a sorridere.

Rimanemmo zitti a guardarci, senza alcun motivo preciso.
Poi ad interromperci, fu Jane.

«Signorina Keira! Le stava squillando il telefono»

Mi voltai verso Jane e le sorrisi, prendendo il cellulare in mano. «Grazie, non fa niente»

Lei annuì, e poi tornò in cucina a preparare il pranzo. Io mi voltai di nuovo verso Jay, e mi sorpresi un po' quando mi accorsi che lui mi stava ancora guardando.

«Questa mattina ti ho vista uscire presto»

«Se per 'presto' intendi le dieci, allora sì! Sono uscita all'alba» risi.

Sorrise anche lui. «Sei andata al cimitero?»

Annuii timidamente, abbassando poi lo sguardo e notando come il mio sorriso stesse svanendo a rallentatore.

«Sei tanto forte Keira,non dimenticarlo mai»

«Già» farfugliai. «Beh, devo tornare dentro casa ora, scusa»

«S-sì, scusami tu» si riprese da un brevissimo stato di trance. «Buon pranzo»

«Anche a te»

Sorrise ed io indietreggiai.
Gli rivolsi un breve sorriso timido e poi chiusi la porta.
Sospirai ed accesi il telefono.
Avevo ricevuto una chiamata persa da Kylie, e successivamente un messaggio in cui specificava a caratteri cubitali che aveva urgenza di parlare con me.
Conoscendola, la sua "emergenza" sarebbe stata sicuramente che aveva finito il suo smalto preferito, o che la piastra le si era rotta. O peggio! Le si era staccato il Wi-Fi!

Attraversai il corridoio digitando il numero di Kylie, ed aspettai che rispondesse. Dopo un paio di squilli, in cui io avevo deciso di distendermi sul letto, ecco che la mia migliore amica mi rispose.
Come avevo immaginato, la sua emergenza era talmente stupida che mi venne da ridere.
Voleva solamente avere la conferma che sarei uscita con lei e Kelsie, quella sera stessa. Le dissi di sì, seguito poi da un 'devi darti una calmata'.
La feci ridere ed io sorrisi.
Dopo ancora qualche secondo, o forse minuto di telefonata, riattaccammo.
Buttai il telefono sul letto, proprio accanto alla mia testa, ed io ricominciai a fissare il mio fantastico ed interessantissimo soffitto bianco sporco con un po' di muffa ai lati.
Bleah, che schifo la muffa.

Pur sapendo che era il compleanno della mia sorella defunta, le mie migliori amiche mi avevano obbligato ad uscire con loro quella sera. Non volevano vedermi seduta sul letto a piangere. Dicevano sempre che Harriet sarebbe stata molto più felice nel vedermi godere la mia adolescenza, proprio come avrebbe fatto lei se solo ne avesse avuto la possibilità. Probabilmente avevano ragione, ma sentivo che uscire durante il suo compleanno e divertirmi, mi avrebbe fatto apparire come una menefreghista.
Magari Harriet mi stava guardando dall'alto, in quel preciso istante.
Forse aveva le braccia incrociate e faceva 'no' con la testa, come per vietarmi di uscire.
Ma forse era semplicemente distesa su un lettino a prendere il sole, acconsentendo di farmi divertire in suo onore.

Non lo sapevo.
Non potevo saperlo.
Chissà se Harriet era fiera di me, felice per me. Chissà se ancora mi riconosceva! Perché io no, non mi riconoscevo più.
A scuola ero una persona, a casa un'altra, con le mie amiche un'altra ancora.
E poi c'era la mia versione preferita: la persona che diventavo quando stavo assieme a Jay.
Di notte, sul tetto e sotto le stelle.
Forse quell'immagine di me stessa era la più "vicina" alla vecchia Keira Kelley. Forse Jay Evans mi stava trasformando in ciò che ero stata tempo prima e che avevo voluto nascondere per tanto tempo.
Non ne avevo idea, ma sapevo che Jay qualcosa con me la stava combinando.
E non era nulla di buono.

~~~
Buoongiorno, oggi sarei dovuta andare al cinema con due mie amiche a vedere 'After' ma il ciclo ha detto di no, e quindi eccomi qui. A casa da sola, a morire di dolore a letto. Odio il ciclo ed odio essere donna. Voi come state, invece?
Vi ringrazio per aver raggiunto e superato le 1k letture!! ❤❤
Vi voglio bene, sento che Wattpad sta pian piano diventanto parte di me, ed io parte di lui. Spero di poter lasciare una mia piccola impronta in questo mondo digitale.
Vi ringrazio ancora e spero che il capitolo vi sia piaciuto! 
Grazie per la lettura e buona serata 😘

-Alessia

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Where stories live. Discover now