Capitolo 20: Il rientro a scuola

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La Miami High School era rimasta sempre la stessa: accogliente fuori, glaciale dentro. Chi la vedeva pensava che fosse una delle scuole migliori di Miami, ma tutto ciò che faceva era inghiottire masse informi di ragazzi, masticarli per qualche anno e poi sputarli fuori sperando di averli resi maturi ed autonomi. Ed invece la maggior parte degli ex alunni era diventata impiegato in qualche catena di fast food o lavavetri per auto.

Una facciata assolutamente bianca appena riverniciata annunciava agli studenti l'inizio di un nuovo anno scolastico.
Il cancello principale arruginito non faceva una bella figura a mostrare la vernice verde tutta incrostata e le aiuole poste ai lati dell'entrata erano tutte nuove: fiori colorati e nessun segno di cedimento o morte da parte di alcuna pianta.
Le auto, le moto ed anche un paio di biciclette, man mano, iniziavano ad occupare il parcheggio della scuola.
Io ero arrivata a piedi assieme a Kylie.
Kelsie ci avrebbe raggiunte poco dopo, dato che era passata a prendere un quotidiano. La mia amica aveva la fissazione di leggere il quotidiano ogni singola mattina. Ammirevole vista la sua -nostra- età, perché di adolescenti così interessati alle attualità, ormai, ne scarseggiavano.
Kylie si legò i capelli mossi castani in un'alta coda di cavallo e poi si guardò attorno assottigliando gli occhi a causa del sole troppo accecante. Teneva le mani sui fianchi e scrutava con attenzione ogni studente che entrava nell'edificio.

Prima di uscire di casa avevo visto Jay allacciarsi le scarpe sul pianerottolo.
Non appena si alzò e cercò di instaurare una conversazione, lo bloccai. Gli dissi che a scuola io e lui non avremmo potuto dialogare più di tanto, sia per riprendere la mia autorità, la mia supremazia che era andata a sgretolarsi piano piano dopo la notizia della mia casa andata a fuoco, sia per far sì che la popolarità di Jay non venisse influenzata da me, o almeno non al primo giorno di scuola.
Dopo tutto lo facevo per lui, ero stata solo che gentile. E invece lui aveva frainteso tutto. Si era incupito. Era amareggiato, triste. E poi come se non mi fossi accorta del suo evidente e repentino cambio d'umore, mi disse che stava per dirmi esattamente la stessa cosa. Dopodiché corse via da me, lasciandomi in piedi con la fronte corrucciata.
Lo facevo per lui! Prima riconquistavo la mia credibilità e prima avrei potuto iniziare a salutare Jay per i corridoi. Non era stata di certo colpa mia se le voci di corridoio avevano ingigantito la faccenda dell'incendio. Tutti parlavano di un 'possibile spodestamento del potere' da parte mia per far prendere il mio posto da qualche dilettante con la puzza sotto al naso, ma non diciamo fesserie. Nessuno poteva stare ad un gradino più alto di Keira Kelley.

Finii il mio cappuccino e gettai il bicchiere di carta nel primo cestino che trovai. Mi stirai i jeans bianchi e poi sistemai il leggero maglioncino nero infilato dentro. Controllai i miei sandali con il tacco laccati di nero e poi mi specchiai un'ultima volta, passando una mano tra i capelli color biondo fragola. Non rosa. Biondo fragola.
Riposai lo specchietto nella mia Michael Kors nera e poi vidi finalmente Kelsie venire verso di noi.
Ci salutò con il solito bacio sulla guancia e poi si complimentò con me per le scarpe e con Kylie per come si vedessero i risultati della palestra attraverso la gonna nera a vita alta che portava. Le disse che il filo di pancia di cui Kylie tanto si lamentava, era completamente sparito.
Anche Kelsie era vestita bene, quindi decisi di farle anche io un complimento, facendo riferimento alla sua camicetta floreale semi-trasparente.

Calò improvvisamente il silenzio tra tutti gli studenti presenti in cortile, e la campanella suonò. Tra lamenti, schiamazzi e chiacchiere generali entrammo nell'edificio.
Avevo riconosciuto qualche volto nuovo ma nessuno di questi aveva suscitato in me troppo interesse.
Ragazzini con aria impaurita, chi pensava di avere tutti ai suoi piedi e chi tentava di approcciare con il sesso opposto.
Le ragazze si stringevano quasi tutte in vestiti striminiziti per niente adatti all'ambiente scolastico, o in gonne talmente corte da poter far vedere tutto il panorama del lato B, non appena si faceva un movimento che non rientrasse nella categoria della marcia da militare. Tutte camminavano a cosce strette, per paura di rompere gli indumenti troppo piccoli o per timore di mostrare le curve al ragazzo a cui non avevano intenzione di mostrare assolutamente niente se non il dito medio.

Camminai affiancata dalle mie amiche ed attraversammo il corridoio ricevendo continue occhiate.
Chi mi guardava il fondoschiena, chi parlottava contemplandoci, chi ci indicava sussurrando qualcosa.
Keira Kelley era tornata.
Avevo sentito una ragazza parlare di me, aggiungendo come fossi ingrassata nel corso dell'estate.
A precedere una qualsiasi mia prossima mossa, fu Kylie, che con tutta la grazia che possedeva in corpo, le calpestò un piede non appena le passammo di fianco.
Sorrisi alla mia migliore amica e lei mi fece l'occhiolino sotto lo sguardo divertito di Kelsie.

Raggiungemmo l'ufficio della segreteria e dopo aver sorpassato un paio di ragazzi, finalmente ricevemmo le chiavi per i nostri armadietti.
Ero a scuola da cinque minuti e già mi ero fatta riconoscere: uno dei ragazzi che avevo sorpassato si stava già lamentando con i compagni perché era stato superato da Keira Kelley.
Me ne andai sorridente e non curante, sempre seguita dalle mie fedeli amiche.
Eravamo state fortunate: i nostri armadietti erano vicini tra loro tanto che a separare me e Kelsie erano solo altri due armadietti, mentre a Kylie era toccata la fila di armadietti posta di fronte alla nostra.
Posammo le borsette e poi ci avviammo verso la prima lezione: matematica.
Per quanto tutti odiassero quella materia, io la adoravo.
Kelsie e Kylie mi avevano preso per pazza la prima volta che dissi loro della mia passione per i numeri.
Tutta la scuola pensava che andassi bene a scuola perché corrompevo i professori, ma in realtà mi piaceva studiare ed anzi, lo trovavo anche abbastanza semplice. Mi bastava ascoltare una lezione e già l'avevo memorizzata. Davo una letta al libro, scrivevo qualche facciata di appunti e dopodiché la mia media rimaneva sempre alta.
Già, sembravo un'aliena.
L'aula di matematica si trovava al secondo piano, e noi lo raggiungemmo a passo svelto.
Una volta svoltato l'angolo vidi Jay chiacchierare allegramente assieme a dei ragazzi. Tutti ridevano in seguito a qualche frase di Jay, che pensai fosse una battuta, che però io non riuscivo ad udire da quella distanza. Jay era maledettamente bello quella mattina: non lo sopportavo.
Decisi di passargli accanto, seguita dalle mie amiche. Il mio intento di farmi notare andò a buon fine, perché il moro non smise di guardarmi nemmeno per un istante per tutta la mia sfilata fatta nel corridoio.
Io non lo salutai, lui non mi salutò.
Tutto secondo i piani.

Per mia sfortuna, però, incrociai anche gli occhi di Chad Bennett.
Gli odiosi, raccapriccianti e fastidiosi bellissimi occhi color cobalto appartenenti a quell'essere disgustoso quanto attraente.
Era odioso ed assurdo pensare a quante ragazze gli permettessero di togliere loro l'innocenza e la purezza che avrebbero potuto conservare fino all'arrivo del ragazzo giusto.
Chad aveva visto fin troppe gambe aperte, forse era per quello che era così stupido. Magari alla vista di così tante intimità gli si era spappolato il cervello. Mi considerai fortunata a non rientrare nella lista delle conquiste di quel viscido. Se gli avessi permesso di togliermi la verginità, non mi sarei più guardata allo specchio.

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Buonaseraa! Scusate l'orario improponibile per aggiornare ma in questi giorni non ho avuto né molto tempo né molta voglia di scrivere, devo essere sincera ahahah.
Non dico che mi manca la voglia di scrivere, assolutamente no! Mi sono semplicemente dilettata nell'arte della procrastinazione, rinunciando così a finire di scrivere il capitolo. Vi chiedo scusa, è che sto leggendo una storia talmente bella da mozzarmi il fiato. Se non sapete a cosa mi riferisco basta guardare le mie attività dal mio profilo, e troverete solo me che reagisco e commento ogni parola della storia che sto leggendo AHAHAH
quando leggo una storia devo sempre dire qualcosa, ma alla fine mi ritrovo sempre a scrivere "lo odio" "lo amo" "siete due idioti" e via così ahahah
spero di non essere l'unica!
In ogni casoo, come state? Spero tutto bene! Come state trascorrendo queste vacanze di Pasqua?
Vi ringrazio per aver letto il capitolo, ci terrei ad un vostro parere personale, sempre che abbiate la voglia di lasciarmi un commento a riguardo.
Ora scappo a leggere AHAHAH
buona notte! ❤

-Alessia

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Where stories live. Discover now