Capitolo 58: Una bella ragazza

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«Kylie, apri.» dissi con voce pacata, fuori dalla porta di casa sua.

Silenzio.
Zero passi avvicinarsi, né alcun altro rumore.

«KYLIE!» strillai.

Gettai l'ombrello fradicio per terra.
Io e Jay eravamo coperti dalla piccola tettoia, la pioggia non ci toccava più.
Un po' bagnati, in attesa della mia migliore amica. Suonai di nuovo, ripetutamente, il campanello.

«Kylie, maledizione, apri questa porta.» dissi battendo una mano contro la porta.

Poi d'un tratto la mano smise di toccare la superficiale in legno.
La porta si aprii, e Kylie si presentò di fronte a me in uno stato pietoso.
Un pigiama sgualcito addosso, gli occhi gonfi e rossi, il naso altrettanto rosso e le labbra secche, screpolate.

«Ciao.» sorrisi.

«Ti sei portata la scorta?» chiese indicando Jay con il mento, poi tirò su con il naso.

«Ti prego, possiamo parlare?»

Si asciugò il naso gocciolante ed iniziò a respirare con la bocca. «Ho l'influenza e sono in post sbronza, non ho voglia di parlare.»

«Allora ascoltami e basta, per favore.» le posai le mani sulle spalle.

Incrociò le braccia al petto e mi sfidò con lo sguardo. Alzò un sopracciglio, lanciò un'occhiataccia a Jay dietro di me, e poi tornò a guardarmi.
Accennai ad un timido sorriso, sperando di contagiarla.
Così non fu, rimase seria com'era.
Presi un bel respiro.

«Scusa. Scusa tanto, tanto, tanto. Ero ubriaca, e con uno stupido bacio che credevo innocuo, ho ferito più persone di quante credessi. Anzi...cioè non l'ho fatto per fare del male a qualcuno, ero ubriaca!
Non sono una migliore amica degna di nota, lo so bene. Ti chiedo scusa, non dovevo farlo, non dopo quella notizia...» mi schiarii la voce. «Sono tremendamente pentita, credimi.
Ero scioccata, avevo litigato con Jay...insomma non era la mia serata migliore. Ho ragionato proprio come una stupida diciassettenne, lo so bene. Volevo "dimenticare", ma ho solo peggiorato la situazione. Ti chiedo scusa.»

Mi fissò con occhi vuoti.

«Okay.» tossì. «Sei venuta qui per dirmi questo? Okay. Potevi risparmiarti l'accompagnatore, o dirmelo al telefono.»

«Posso sapere che vuoi da me?» chiese bruscamente Jay, da dietro di me.

«Cosa voglio? Uhm...» finse di pensarci. «Oh giusto! Sono innamorata della tua ragazza, ricordi?»

«Non è la mia ragazza.»

«Bene.» lei tornò a guardarmi. «Hai finito? Posso tornare in casa o avete intenzione di baciarvi di fronte a me? Magari fatevi anche un profilo di coppia su Facebook, non ci avete pensato?»

«Kylie...» sussurrai. «Non comportarti così, per favore.»

«Così come, Keira? Sono stufa di tutta questa situazione, voglio solo stare da sola. Non ho bisogno della tua pietà.»

«Mi stai dicendo che non riavremo mai più il rapporto che avevamo prima? Andava tutto così bene.» ripresi a parlare con gli occhi lucidi.

«Sto dicendo solamente che voglio stare da sola, ed averti qui non rientra nei miei piani.»

«E i tuoi piani in cosa consistono? Stare segregata in casa a guardare film ed evitarmi?»

«Din din din, risposta corretta.» sorrise falsamente.

«Se per te, questa è la giusta opzione, allora sceglila. Ricorda solo che, comportandoti così, metti solo in luce il tuo egoismo.»

«Okay, ciao?» disse posando la mano sulla porta.

Indietreggiai sconvolta, con gli occhi bagnati che non riconoscevano più la mia migliore amica.
Le avevo spezzato il cuore, ma io non ero destinata a ricambiare i suoi sentimenti. Non stava scritto da nessuna parte, io non sentivo le stesse cose che lei sentiva per me, ne ero più che sicura. Quando stavo con Kylie percepivo solo ed esclusivamente una magnifica amicizia.

Con lei non sentivo tutto ciò che sentivo con Jay.

Mi voltai lentamente, incredula.
Jay aprì l'auto ed io ci salii su in un batter d'occhio. Sbattei con forza la portiera, poi guardai di fronte a me, sperando di trovare la mia migliore amica pronta ad abbracciarmi.
Invece la porta era chiusa, e la pioggia continuava a scendere incessantemente.
Bagnava i finestrini durante il tragitto, ed io mi persi ad osservare Miami attraverso piccole gocce scivolare in giù. Nessun viaggio fu stato mai così silenzioso.

Jay parcheggiò la sua auto dopo dieci minuti, poi salimmo fino al quarto piano.

«Vado, devo fare...i compiti.»

«I compiti.» sottolineò incurvando un sopracciglio.

«Esatto, ho un sacco di esercizi di matematica da svolgere. Sai, tanti numeri, lettere...poi mi perdo.»

«Vengo con te, sono bravo in matematica.»

Infilai le chiavi nella serratura. «Anche io. Non mi serve il tutor.»

«Allora posso guardarti e basta?»

«Perché dovresti?» accennai ad una risata aprendo la porta.

«Sei bella.»

Quella frase gli uscì così spontanea, come se avesse detto la cosa più banale al mondo. Per me invece non era stata una sciocchezza, tutt'altro.
Sentii un sorriso aprirsi sul mio volto, partì da un orecchio e finì all'altro.

«Lascia le scarpe in entrata.» mormorai soltando, sorridendo ancora come un'imbecille.

Mi voltai e lo sentii sghignazzare dietro di me. Chiuse la porta, accesi la luce e lasciammo le scarpe all'entrata.
Quando tolsi la giacca ormai fradicia, mi accorsi di aver bagnato anche i pantaloni.
Fuori continuava a piovere, io continuavo a piovere.
Sentivo qualcosa dentro di me che stava tentando in tutti i modi di convincermi che la mia amicizia con Kylie sarebbe presto giunta al termine.

Poi una mano di Jay si posizionò sul mio fianco, e lo strinse.
Si abbassò all'altezza del mio viso e mi baciò, un po' di volte.
Piccoli baci a stampo lasciati sulle mie labbra. Posò l'altra mano sulla mia guancia, la mia mano sopra la sua che la stringeva.
Voleva qualcosa di più, invece io mi stavo limitando a degli stupidi baci a stampo. Con le sue dita premute sulle mia pelle, la sua bocca sulla mia, cercavo di svuotare la mente.
Io e Jay potevamo finalmente stare assieme, eppure ad ogni tocco sentivo il cuore di Kylie spezzarsi.
Non potevo farle una cosa del genere.

«Non credo sia il caso.» lo allontanai dal mio viso.

«È per via di Kylie?»

Annuii timidamente, sentendo le sue mani prendere le mie per avvolgergliele attorno al collo.
Gli accarezzai i capelli, un po' imbarazzata.
Fece due passi indietro e sentii la schiena premere contro la parete.

«Starà bene, smettila di pensare agli altri. È una bella ragazza, scommetto che ha anche delle ottime qualità da offrire. Credimi, troverà qualcun'altro che sarà disposto a contraccambiare e tutto tornerà come prima. Inizia a pensare alla tua, di felicità, non a quella degli altri. Non è la fine del mondo, Kylie si riprenderà.»

Accennai ad un altro sorriso timido.

«Però adesso baciami, ne ho bisogno.»

Mi misi in punta di piedi e lo baciai felice.
Lui aveva ragione.
Dovevo svuotare la testa e lasciarmi trasportare. Lei sarebbe stata bene.
Toccava a me, in quel momento, essere felice.

Interruppi il bacio, e sentii la sua mano stringermi il fondoschiena. «Hai detto che è una bella ragazza?»

Roteò gli occhi al cielo e poi scoppiò a ridere, illuminandomi gli occhi. «Mai quanto te.»

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Buongiorno buongiorno scusate l'assenzaa ma sono in vacanza in Calabria, quindi non uso troppo il telefono. Come va? Io sto benone e spero che il capitolo vi sia ovviamente piaciuto, fatemelo sapere! ❤

-Alessia

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora