Capitolo 35: L'inizio della fine

3.8K 147 12
                                    

Avanzai verso scuola a grandi passi.
Ignorai le mie amiche che da lontano mi salutavano, ed entrai nell'edificio.
Sbattevo i piedi, stringevo la borsetta talmente forte da farmi sembrare le nocche bianche. Sentii dei passi dietro di me, ma sapevo che erano Kelsie e Kylie. Riconoscevo i ciondoli del braccialetto di Kelsie che sbattevano l'uno contro l'altro, e riconoscevo anche il profumo di Kylie.
Svoltai l'angolo ed andai in bagno.
Riuscii a chiudermi prima che le mie amiche mi potessero raggiungere.
Sorrisi soddisfatta di me stessa ed incrociai le braccia.
Poi mi voltai allo specchio.
Una ragazza dai capelli biondo fragola con una faccia da schiaffi, le occhiaie e il cuore a pezzi.
Sentii tirare uno sciacquone e dall'ultima porta dei bagni uscì Nikki.

«Oh, ciao Keira» sorrise avanzando verso uno dei lavandini. «Come stai?»

«Come hai potuto?» sussurrai.

«Cosa?» chiese confusa spalmandosi del sapone tra le mani.

«Hai baciato il ragazzo che piaceva a tua sorella»

Roteò gli occhi al cielo e poi sorrise, infilando le mani sotto al getto automatico del lavandino. «Nora è brava a raccontare palle, ricordatelo»

Mi avvicinai a lei, e dal suo sguardo capii che le facevo paura.
Era un mio potere.

«Hai una fottuta sorella e tu ti diverti a metterti contro di lei? Ti piace fare la stronza?»

«K-Keira, non conosci l'intera situazione» indietreggiò verso la carta con cui asciugarsi.

«Ah no? Beh, non mi interessa! Tua sorella ha dei sentimenti e a te piace frantumarli!» quasi urlai. «Perché non volete capire che potreste andarvene anche domani? Eh? Non ci arrivate? Perché dovete perdere tempo litigando quando là fuori possiamo morire quando cazzo capita?!»

Sentivo gli occhi pizzicare e sapevo per certo che il mio discorso aveva perso del tutto un filo logico.
Avevo bisogno di Harriet.
Nikki mi guardava preoccupata con il viso impallidito e gli occhi sbarrati.
Le sue mani gocciolanti e le mie che mi stringevano i capelli.
Forse dovevo tornare dalla psicologa.

«Keira, non stai bene. Bevi qualcosa! Hai fatto colazione questa mattina? Vuoi che ti porti qualcosa?»

«No» piansi e mi accasciai a terra. «Non è fame, non è sete. È solo un disperato bisogno di voler tornare indietro nel tempo»

Si sedette di fianco a me anche se titubante, e mi prese la mano. «Non so cos'hai, ma sei Keira Kelley. Sei la ragazza più popolare e temuta della scuola. Sei forte, coraggiosa, senza peli sulla lingua. Non c'è niente e nessuno che può sconfiggerti»

Tirai su col naso. «Ci credi alle coincidenze?»

«Beh-»

La interruppi. «Intendo...se una persona importante non se ne fosse andata dalla mia vita tempo fa, mai ne avrei incontrato un'altra altrettanto importante. Ma, adesso, sento che ho perso anche questa seconda persona. Penso che conoscerla sia stata come una seconda opportunità. Come se Dio o qualche altra entità strana, mi avesse trascinato di fronte a questa persona e mi avesse detto "ecco, ricomincia da qui". Ho perso entrambe. Due persone se ne sono andate da me e hanno preso ciascuna, metà del mio cuore» dissi prendendo la mano di Nikki e portandomela al petto. «Senti? Batte forte, sì, ma non è un cuore. È un macigno, è una roccia durissima che si appoggia alla gabbia toracica ma che piano piano mi sta trascinando giù.
Ho perso sentimenti, emozioni.
Tutto perché due persone se ne sono andate dalla mia vita. Non sono brava a cogliere le seconde opportunità, evidentemente sono stupida»

Tolsi velocemente la sua mano dal mio petto e mi rialzai. Mi asciugai le ultime lacrime e mi guardai allo specchio. Presi del correttore da spalmare sul viso, ripassai il mascara e mi spruzzai una nuvola di profumo addosso.
Nikki mi guardava esterrefatta.

«Tu adesso uscirai da qui come se niente fosse successo?» chiese indicando la mia figura allo specchio.

Mi voltai verso di lei e sorrisi. «Fa parte del gioco. Se io sono la cattiva, il mio lato debole non dovrà mai essere scoperto»

Andai dritta verso la porta ma poi mi voltai una seconda volta verso la rossa. «Se dirai a qualcuno di ciò che è successo ora, credimi, ti renderò quest'anno il peggiore che tu abbia mai avuto»

Non aspettai che parlasse ed uscii dal bagno. Trovai Kelsie e Kylie sedute a terra che mi attendevano.
No, dell'interrogatorio non ne avevo voglia.

«Non ho dormito, sono incazzata con mia madre e voglio scegliere il college adatto. Sono stressata, non infierite»

Detto questo, me ne andai.
Mancava un solo minuto al suono della campanella. Mi diressi nell'aula di matematica e mi sedetti al primo posto libero.
Sapevo che avrei visto Jay e Vicki, a quella lezione, ma non mi importava.
Arrivò l'insegnante, arrivarono le mie migliori amiche ed arrivarono anche il mio odioso vicino di casa e la sua insopportabile quasi ragazza.
Delle altre persone che entravano, non me ne importava un accidenti.
I due entrarono chiacchierando e sorridendo. Sentivo la gelosia invadermi totalmente il corpo.
Si sedettero nella fila di fronte alla mia e continuarono a parlare.

Il professore ci salutò e ci chiese subito di formare gruppi da tre.
Il tempo di sbattere le palpebre che già le mie migliori amiche mi si erano affiancate.

«K, ricordati che noi ci siamo per te» sussurrò Kelsie sorridendomi.

«Già! Per qualsiasi cosa puoi contare su di noi» continuò Kylie accarezzandomi il ginocchio.

Sorrisi velocemente e lasciai un bacio sulla guancia di entrambe.
Il professore passò di gruppo in gruppo e ci diede un foglio con vari esercizi da svolgere assieme.
E quando il professor Walker assegnava lavori di gruppo, allora o non aveva voglia di lavorare o era una brutta giornata.

Non riuscivo a concentrarmi.
Se Vicki se ne fosse stata zitta anche un solo secondo, magari sarei riuscita a capire almeno l'argomento di cui stavamo trattando. E invece no.
Quell'oca sghignazzava, rideva e parlava con il mio vicino di tetto.
La mano di Jay sulla coscia di lei mi fece arrivare al culmine.

«Vicki!» esclamai a denti stretti, e lei e il moro si voltarono. Kylie e Kelsie smisero di scrivere cifre strane e radici quadrate. «Avresti una gomma da cancellare?»

«Cert-» disse prendendo l'astuccio.

«No!» la interruppi. «Lascia, faccio io»

Sfoggiai un altro dei miei sorrisi spaventosi e mi sporsi in avanti.
Tirai indietro i perfetti capelli lucenti di Victoria e presi il suo astuccio. Estrassi la gomma da cancellare e sorrisi.

«Grazie»

Lei rimase a guardarmi con le mani tra i capelli. Forse avevo tirato troppo forte. No, ero stata addirittura gentile.
Jay mi rivolse un'occhiataccia ed io tornai con lo sguardo sul foglio con gli esercizi.

«Kylie, gomma da masticare» dissi porgendole il palmo vuoto, in attesa di essere riempito.

La mia amica prese la sua borsa, cercò, ma poi mi fece cenno di no con la testa. Mi voltai verso la bionda e trovai Kelsie già con la borsetta in mano. Sorrise perfida e mi passò la gomma. La masticai un po' e poi la presi tra l'indice e il pollice.

«Vicki!» richiamai l'attenzione della vipera. «Tieni, grazie per la gomma»

Mi sporsi avanti e feci di nuovo il gesto di prima: le tirai i capelli all'indietro e misi la gomma da cancellare nel suo astuccio nero.
Quella da masticare l'avevo accuratamente appicicata tra i suoi capelli castani.
Era stata solo una piccola vendetta.
Solo l'inizio della fine.

Buongiorno, come va?
Io bene, ho preso 8+ in italiano daje
Ora devo andare a studiare, grazie per aver letto e buona giornataaa

-Alessia

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Where stories live. Discover now