Capitolo 57: La lista

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Un'ultima possibilità.
Un'ultima possibilità.
Un'ultima possibilità.
Quelle parole rimbombavano nelle mie orecchie come una vecchia canzoncina sentita per radio di cui non riesci a sbarazzartene.
La voce di Jay mentre pronunciava quelle parole, si insinuava nella mia testa. Non voleva lasciarmi in pace.
Nemmeno durante una stupida doccia.
Lui era di là, in camera mia.
Dopo il bacio si era andato a cambiare, poi era tornato da me.
Avevo convinto Mary a prendersi la serata libera, dicendole che sarei stata io a cucinarmi la cena. Dopo ennesimi tentativi, finalmente ero riuscita a convincerla.
Mia madre sarebbe arrivata la mattina seguente, mio padre attorno alle undici di sera.
Non c'era fretta, erano appena le sette e mezza.

Chiusi l'acqua calda, mi coprii con un asciugamano bianco e pulii con il palmo della mano lo specchio appannato.
Mi guardai riflessa in quella lastra.

Un'ultima possibilità.

Ne valeva davvero la pena?
Sospirai per l'ennesima volta e poi uscii dal bagno, facendo scomparire la nuvola di vapore che mi stava avvolgendo fino a quel momento.

Raggiunsi camera mia e trovai Jay intento a curiosare tra i miei scatoloni.
Mi schiarii la voce.

«Uhm.» iniziai. «Dovrei vestirmi.»

«Esco?»

«Fai un po' te...»

«O-okay»

Finse un colpo di tosse, lanciò un'occhiata alle mie spalle scoperte ed uscì a passo svelto dalla camera.
Chiusi la porta a chiave ed indossai la biancheria.
Ne misi una carina, non perché volevo succedesse qualcosa.
Semplicemente perché...mi piaceva.
Mi faceva stare a mio agio, in pace con il mio corpo.
Lanciai un'occhiata allo specchio e non riuscii a non notare un po' di cellulite sulle mie gambe.
Qualche smagliatura sul seno e sul sedere.

Mi vestii prima di iniziare a farmi strane paranoie mentali per quanto riguardasse il mio fisico.
Indossai una felpa nera e dei semplici pantaloncini di una vecchia tuta.
Il pavimento era freddo, quindi un paio di calzini mi sarebbero stati utili.
Una volta "pronta", uscii dalla mia camera da letto.
Asciugai un po' i capelli con il phon e poi raggiunsi Jay.

Era seduto sul mio divano.
La schiena non toccava lo schienale, le spalle erano incurvate in avanti, i gomiti appoggiati sulle ginocchia.
Lo sguardo fisso ed imbambolato sulla televisione spenta.

«Vuoi qualcosa da bere o da mangiare?» chiesi.

«Sono a posto, grazie.» sorrise brevemente guardandomi, poi tornò nella stessa posizione di prima.

Imbarazzata, mi schiarii la voce e mi sedetti di fianco a lui.
A debita distanza.

«L'ho lasciata, comunque.» disse d'un tratto, voltandosi verso di me.

«Davvero?»

«Ah-ah. Questo pomeriggio.»

Sembrava triste.

«Non mi sembra che tu abbia fatto la scelta giusta, vista la tua faccia.»

«No, è che...bah, non lo so. Stavo bene con lei, alla fine è una bella persona.»

Sbattei le palpebre un po' di volte.
Ero scioccata.

«Vai da lei allora, no?» dissi ironica.

Lui roteò gli occhi. «Santo cielo.»

«Sei tu quello che ha iniziato il discorso.»

«Non credevo fossi così gelosa.»

«Io? Gelosa? Ma per favore!» sbuffai, schioccando la lingua sul palato.
«Parli tu, poi.»

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