Capitolo 22: Non lo so

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Quella prima ora di scuola l'avevo trascorsa nel più totale tormento interno. Avevo sentito per l'intera lezione, uno strano bruciore e calore dentro al mio corpo. Prima si radunava in piccole zone, specialmente nel basso ventre, ma più il tempo andava avanti, più quel senso di bruciore si espandeva in tutto il corpo. Mi ero ritrovata una matita tra le dita, e quella poverina si era ritrovata spezzata in due parti.

Quella gatta morta di Victoria non staccava le mani di dosso a Jay.
Continuava a chiamarlo 'Justin', ignara del fatto che il suo nuovo compagno di scuola odiasse il suo nome. Quasi mi faceva pena, lei.
Si credeva così superiore a tutti, avendo ricevuto tutta l'attenzione di "quello nuovo", ma la verità era che gli occhi di Jay volevano strangolarla.

Mi venne trattenni dal ridere quando, in seguito al sentir pronunciare il suo nome completo per la decima volta di fila nel giro di pochi minuti, Jay strinse la mano destra attorno alla gamba del suo banco. La stringeva così forte che potei immaginare le sue vene esplodere da un momento all'altro. E Victoria parlava e parlava.
E Jay si guardava attorno disperato, in cerca di qualcuno su cui appigliarsi per potersi salvare da quello strazio.
Vicki era l'agonia fatta a persona.
Era impossibile mettere un freno a quella sua lingua così lunga.

Quando la campanella suonò, ringraziai ogni divinità esistente.
Non ce la facevo più a vedere quel terribile spettacolo.
Victoria aveva persino cercato di toccare un bicipite di Jay.
Ridicola.

«Cos'abbiamo ora?» chiesi a Kelsie per distrarmi dall'uscita di Jay dalla classe. Più che uscita, sembrò una sfilata. Che Jay si stesse dando troppe arie?

«Economia» disse fingendo di conficcarsi un paletto nel cuore.

Sorrisi e mi alzai dal mio posto, seguita da Kelsie e, successivamente, anche da Kylie. Salutammo il professor Walker seduto ancora alla cattedra, ed uscimmo dalla classe ormai quasi vuota. Tornammo a camminare per i corridoi con tutti gli occhi puntati addosso.
Chissà che avevano da guardare.
Poi mi accorsi.
Non stavano guardando noi, ma Jay ed un suo amico poco più di indietro di noi. E perché guardavano loro?
E chi diavolo era quel tipo di fianco al mio vicino di casa?

«Kelsie» le diedi una leggera gomitata, per poi indicarle con la testa il ragazzo di colore poco distante da noi.
«Scopri chi è» sussurrai.

«Mi sottovaluti, K» sorrise. «Si chiama Matt Roberts, anche lui all'ultimo anno di liceo. Si è trasferito a Miami tre estati fa, ma tu non ti sei mai accorta di lui nonostante ti corresse dietro fin dal primo istante in cui ti ha vista. Ha stretto amicizia con Jay qualche giorno fa, mentre Matt era di turno in un bar che, evidentemente, Jay frequenta spesso. Per ora sono riuscita a scoprire solo questo, ma ti terrò aggiornata» parlò a bassa voce per non farsi sentire.

«Un giorno mi svelerai il tuo segreto» sorrise Kylie.

«Facebook e pettegolezzi sono all'ordine del giorno per una come me!» ci fece l'occhiolino. «Ma a differenza di Vicki, io non mi informo sulle persone per diffamarle»

«Esiste il karma. Un giorno si troverà da sola con tutti contro» scrollai le spalle. «È solo questione di attesa e pazienza»

«Avercela la voglia di aspettare» sospirò Kylie, portandosi una mano sulla fronte in modo teatrale.

***
Il resto della giornata scolastica era andato discretamente. Avevamo conosciuto la nuova insegnante di scienze, ed io avevo avuto il mio primo litigio con la macchinetta del caffè che non aveva avuto intenzione di restituirmi il mio dollaro di resto. Impaziente ed arrabbiata, lanciai un calcio contro la macchinetta, e questa sputò velocemente fuori la mia moneta da un dollaro.
A mali estremi, estremi rimedi.

Oscar era venuto a prendermi e mi aveva portato direttamente a casa, dove Mary ed il suo prelibato pasticcio di verdure, mi stavano aspettando per accogliermi calorosamente. Ingurgitai tutto il pezzo che Mary mi aveva riservato e, non essendo ancora sazia, leccai tutto il piatto. Se qualcuno mi avesse vista, mi avrebbe scambiato per una pazza.
Per fortuna, però, Mary era abituata alla mia fame incontrollata una volta tornata da scuola. Andavamo avanti così fin dal primo giorno delle elementari, e Mary non si era mai stancata di sfamarmi come se fossi un'intera ciurma di marinai grandi e grossi, racchiusi nel gracile corpo di una ragazzina.

Durante il pranzo mi chiesi se Oliver frequentasse con noi la MHS, dato che mai l'avevo intravisto per i corridoi.
Per di più, quel giorno non lo avevo visto assieme a Jay.
Finii di mangiare e ringraziai Mary, poi andai in camera mia per raggiungere il terrazzo. Magari avrei potuto incrociare Jay.
Mi sedetti sulla panchina in legno, e finsi di star leggendo un libro.
Aspettai, aspettai ed aspettai.
Senza accorgermene mi ero ritrovata a leggere sul serio un capitolo in più.
Ero stata almeno mezz'ora lì seduta da sola, ed alla fine mi chiesi che fine avesse potuto fare il mio vicino di terrazzo.
Arresa, mi alzai.
Rientrai dentro casa e mi distesi sul letto. Annoiata, scocciata.
Non avevo piani per l'intera giornata; forse dovevo chiamare le mie migliori amiche e farmi distrarre da loro.

Presi il cellulare e trovai già una chiamata persa da Kylie. La richiamai.
Mi aveva invitato a casa sua per fare un bagno nella sua piscina.
Acconsetii immediatamente e non appena chiusi la telefonata, preparai la borsa per andare da lei con tutto l'occorrente necessario.
Non avevo intenzione di sporcare i miei vestiti utilizzati per quella mattina a scuola, così decisi di cambiarmi.
Infilai dei semplici ma comodi pantaloncini di una tuta grigi e sopra di essi misi una maglietta bianca della Levi's. Ai piedi misi le prime scarpe da ginnastica trovate sotto mano.
Dissi ai miei che sarei stata tutto il pomeriggio da Kylie, e poi me ne andai alla svelta, salutando distrattamente i presenti.

Lì.
Sulle scale.
Appena usciti da casa Evans.
Jay, Matt e Oliver.
Ah.

«Ciao» disse sorridente, Oliver.

«Ciao» sorrisi timidamente.

Jay mi guardò.
Mise le chiavi nella tasca dei jeans ed alzò un sopracciglio.
Matt se ne stava lì in piedi.
Mi guardava con occhi spalancati ed il sorriso a trentadue denti stampato in volto.

«K-Keira» mormorò.

«E tu saresti...?» chiesi titubante, fingendo di non conoscerlo.

«Matt! Piacere!» mi strinse forte la mano.

«Okay, Matt» annuii.

«Esci?» chiese Jay.

«Così sembra»

«Dove vai?» domandò curioso Oliver.

«In piscina, da una mia amica»

«In piscina» ripeté Matt.

«Capito» aggiunse Jay. «Bene, noi andiamo. Ci si vede» disse scendendo le scale, seguito dai suoi due amici dopo avermi rivolto un veloce saluto.

«Ah, Jay!» lo richiamai una volta giunto al termine della prima rampa di scale. «Sta sera?»

Sbuffò, e poi chiuse gli occhi. Li riaprì e li incastrò nei miei. «Non lo so»

Dopodiché se ne andò.

~~~
Orari perfetti per aggiornare: ✅
Ebbene sì è mezzanotte e ventidue ed io ho appena finito di scrivere il capitolo yeee
non volevo aspettare ed ho deciso di pubblicarlo subito, ignorando l'orario.
Non vi chiedo come va ecc perché la maggior parte di voi starà dormendo ahahah
buona notte cari e sogni d'oro! ❤

-Alessia

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Where stories live. Discover now