Capitolo 24: Gli occhi neri

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Odiavo il fatto che Jay avesse gli occhi neri. Perché neri? Non sapevano di nulla. Potevo solo giocare con la fantasia, immaginando pagliuzze dorate all'interno dell'iride. I suoi occhi non avevano sfumature, né colori misti che si dilagavano in tutta l'area. Solo...neri. Oblio.
Erano così scuri che a malapena riuscivo a scovare la pupilla.
Che odio. Io volevo guardarlo negli occhi, non specchiarmici.

E quando i suoi occhi mi guardavano, io non riuscivo a leggere niente. Erano apatici.
Potevano essere apatici degli occhi?
Apatici, insipidi, passivi.
Quei due occhi neri non riuscivano a trasmettermi nulla.

«Keira? Mi stai ascoltando?» chiese Jay sventolandomi una mano davanti al viso.

«Eh? Sì»

«Che cos'ho appena detto?» incrociò le braccia al petto.

«Uhm-» non lo stavo ascoltando. «Che mi vuoi tanto tanto bene?»

Roteò gli occhi al cielo. «Fammi entrare»

«No!» esclamai. «Lasciami da sola, è la quarta volta nel giro di questi venti minuti che passi per controllarmi»

«Ringrazia che non sia la decima, di volta!»

«Oh e adesso devo ringraziarti?» feci una smorfia. «In tutta la serata sarai passato cinquanta volte»

«Su, fammi entrare. Non ho mangiato niente a cena e sto morendo di fame»

«Sei da solo?»

«No, c'è anche la mia ragazza immaginaria. Potrei farla conoscere al tuo ragazzo! Scommetto che hanno un sacco di cose in comune!» finse un sorriso.

«L'ho già detto che sei un idiota?» mi misi di lato per farlo entrare.

«Non abbastanza da offendermi» mi fece l'occhiolino ed entrò.

Chiusi la porta e tornai a sedermi sul divano, ma trovai Jay in piedi con una smorfia di disgusto stampata in volto.

«Che c'è?» chiesi sedendomi.

«Non mi piace il cibo cinese, non hai niente da darmi per placare la mia fame?» si lanciò sul divano, mettendosi accanto a me.

«No, e sono sicura che tu non abbia mai assaggiato questa roba» sorrisi prendendo un involtino primavera.
Lo avvicinai a lui, ma Jay si allontanò, facendomi scoppiare a ridere. «Assaggialo!»

«No!» cercò di alzarsi, ma allacciai una gamba attorno alla sua.

«Justin Evans, ti ordino di mangiare questo involtino primavera!»

«Non chiamarmi Justin, Jennifer»

«Davvero originale utilizzare il mio secondo nome contro di me» gli feci la linguaccia. «Dai, per piacere, assaggialo»

Roteò gli occhi al cielo e poi mi guardò. «E va bene, va bene!»

Aprì la bocca ed io gli feci l'aeroplanino. Mi lanciò un'occhiataccia ed io scoppiai a ridere. Diede un piccolo morso e masticò. Lentamente. Mi guardava male ma non dava opinioni.

«Buono eh?» chiesi sorridente.

«Gnabe...sdea sno» farfugliò masticando.

«Lo prendo come un sì» dissi trionfante. «Adesso assaggia questo»

Misi via l'involtino e presi il riso alla cantonese.

«Devo per forza mangiare anche questo?» si lamentò.

«Sì!»

Sbuffò, prendendo un boccone con le bacchette.

«Spero non ti faccia schifo utilizzare le stesse bacchette che ho usato io» sorrisi guardandolo mangiare.

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora