Capitolo 70: Mi fingerò Nikki

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Entrai a scuola.
Avevo ricevuto la più bella notizia che potessi ricevere.
Sorrisi radiosamente a chiunque mi guardava.
Camminai saltellante verso l'aula di spagnolo.
Avevo appena avuto la mia vendetta.

Corsi in direzione di Victoria.
Le sorrisi, a trentadue denti.
Poi appoggiai la borsa sul suo banco e tirai fuori il cellulare.

«Come stai, tesoro?» le chiesi sbloccando il telefono.

«Che diavolo vuoi?»

«Sapere quanto ti è costata la rinoplastica. Sai, una mia amica vuole rifarsi il naso e le vorrei sconsigliare il tuo medico!»

Sorrise beffarda. «Perché non ti vai a fare un ritocchino anche tu?»

«No, grazie. Non vorrei mi scambiassero con il cesto della plastica...come fanno con te.» mi portai una mano sulla bocca. «Ops! Non dovevo dirlo! Era un segreto...eh vabbè!»

«Keira, non ti conviene sfidarmi. Ti devo ricordare quale foto possiedo?» disse sventolandomi il cellulare di fronte agli occhi.

«Miseriaccia!» mi schiaffeggiai la fronte.

«Ma che diavolo ti prende?!» chiese in un ringhio infastidito.

«Niente, niente...» andai nella galleria. «Solo, vorrei ricambiare il favore.»

«Quale favore?»

«Se tu mandi a qualcuno quella foto, allora dovrai fare i conti con me. Non vorrai mica che questo video di te che fumi una canna finisca nelle mani dei tuoi genitori. O sbaglio? Magari potrei fare anche i nomi delle persone che erano con te. Tutti maggiorenni, no? Questo tizio non ha trent'anni? E tuo padre non fa il poliziotto?»

«Come hai fatto ad avere questo video?»

«Ma certo che ha trent'anni! Te lo volevi anche portare a letto!»

«Chi te l'ha inviato?!»

«Non ti importa. L'unica cosa che devi tenere a mente in quella zucca vuota è che mai e poi mai mi supererai. Elimina quella foto o questo video finirà dritto di fronte a tuo padre. Ti è chiaro?»

Rimase con la bocca semi aperta e con gli occhi puntati su di me. Le sopracciglia incurvate verso il basso e i pugni stretti.

«Hai capito o devo farti un disegno?»

Strozzò un urlo di rabbia e poi battè un piede sul pavimento.
Eliminò la foto di fronte ai miei occhi ed io sorrisi vittoriosa.
Feci un passo in direzione della porta, dandole le spalle.
Tanto mancavano ancora dieci minuti prima che la lezione iniziasse.
Poi mi rivoltai verso di lei e le puntai un dito contro.

«Se scopro che ne hai anche solo una copia, giuro su Dio che ti rovino la reputazione così tanto che persino i tuoi pro nipoti si vergogneranno di essere tuoi parenti.»

Detto questo, uscii, ma mi bloccai quando vidi Jay in piedi appoggiato allo stipite della porta. Con le braccia incrociate, tratteneva un sorriso.

«Che ci fai qui?» chiesi.

«Passavo di qui e-e sei... sei perfida, meschina, vendicativa. Io ti amo!»

Mi strinse il volto tra i palmi delle sue mani e mi baciò con foga mentre ridevo. Sussurrai sulle sue labbra che anche io lo amavo e riprese a baciarmi, portando le mani sui miei fianchi. Stavo bene.

***
«Allora!» gridai e la mia voce rimbombò nella palestra. «Domani sera ci sarà la partita di football di inizio anno. Saremo contro la South M. High School, e non dobbiamo assolutamente farci battere dalle loro cheerleader. Sono stata chiara?»

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora