Capitolo 1: Amy

14.1K 217 22
                                    

Luci viola, blu, verdi, rosa danzano veloci davanti ai miei occhi, riflesse dagli specchi del locale sulle pareti. L'odore di alcol e l'aria pesante per via della miriade di persone che, ballando, levano ossigeno all'ambiente. I corpi sudati che si affannano alla ricerca di una preda contro cui strusciarsi o semplicemente di un drink al bancone in fondo alla sala. Le risse, le gomitate, le litigate. Tutto avviene come se avessero messo il muto alle voci e il volume della musica al massimo. Questo ambiente mi è così tanto familiare, in un certo senso mi sento a casa immersa in questo caos infernale, ma appena lo penso ecco che il senso di colpa mi stringe lo stomaco. Dovrei vergognarmi di sentirmi a mio agio in una situazione del genere. Sono su un palco rialzato vicino alla postazione del dj. Ogni serata mi lancia delle occhiate: cristo cos'altro pensi di scoprire con quegli occhiacci! Addosso ho solo un bikini da spettacolo striminzito di pelle nera. Non c'è molto altro da immaginare circa le forme del mio corpo, ma i ragazzi cercano sempre di vedere ciò che è coperto.

La musica cambia, ha un ritmo più veloce e io inizio a muovermi di conseguenza. Gioco un po' con i capelli in parte per dare aria alla nuca, in parte perché non saprei dove altro mettere le mani, do le spalle alla pista da ballo e i ragazzi sotto impazziscono. Appena mi rigiro faccio in tempo a cogliere l'espressione indignata di alcune ragazze contro i loro partner.

Finita la canzone decido di prendermi una pausa di cinque minuti per un drink. Incredibile il potere che gli straccetti di pelle nera che indosso esercitano sulla gente. Mi sento come Mosè che separa le acque: cammino e la gente mi fa largo, così ci metto due secondi ad arrivare al bancone e chiedere un Metropolitan al barista. Jeff sorride e si mette all'opera facendo volteggiare le bottiglie per aria. Lo fa solo quando sono io a chiedergli da bere: è come quei ragazzi che ti si avvicinano con la maglietta a maniche corte aderente solo per far vedere i muscoli delle braccia, beh ecco lui è così mingherlino che non gli resta che questo piccolo show per farsi notare. Mi serve il drink sorridendo ancora una volta.

"Amyyyyyy" riconosco la vocina stridula della mia migliore amica e mi giro per abbracciarla. Brianna, la mia piccola e stronza Brianna. Eccola lì in tutto il suo splendore. Bassina, ma non per questo meno bella (la verità è che sono bassa anche io senza questi tacconi che porto e sono fermamente convinta che l'altezza non pregiudichi la bellezza di una ragazza), capelli castano scuro tagliati tre dita sotto il mento, lei dice che l'ha fatto così che quando mette le maglie non perde tempo a spostare le ciocche fuori. Quando eravamo piccole se ne dimenticava sempre e girava tutto il giorno coi capelli dentro il maglione.

Questa sera indossa un abitino viola glitterato e devo dire che risalta molto bene il verde chiaro dei suoi occhi.

"Avevi detto che questo fine settimana saresti tornata dai tuoi genitori" le faccio notare, dato che poche ore prima l'avevo aiutata a fare la valigia per tornare in Ohio.

"Non potevo perdermi il tuo ritorno in pista e devo dire che non hai perso un colpo negli ultimi mesi... ti guardano tutti come se avessero visto madre natura invitarli ad andare a letto con lei" Sto bevendo da una cannuccia che non tira un cavolo quindi non ho il tempo di risponderle. "E poi pensavo che magari avevi bisogno di un po' di sostegno psicologico una volta tornata a casa"

Ci incupiamo entrambe. Effettivamente non avevo pensato alle conseguenze della mia scelta: tornare in un ambiente del genere mi avrebbe portato parecchie notti in bianco e, a lungo andare, al senso di colpa di Brie per averlo permesso.

Io e Brie avevamo scelto una nuova città e un college per cambiare vita, ma neanche un mese dopo le prime lezioni stavo avendo difficoltà a pagare l'appartamento che avevo trovato all'ultimo minuto. Proprio per la mia fantastica mancanza di organizzazione non ero riuscita a trovare una coinquilina con cui dividere le spese e Brie aveva già preso l'ultima stanza nel dormitorio del college. Gli unici lavori che avevo cercato erano da barista o cameriera, ma mi avrebbero pagato una miseria, poi avevo visto quel cartello sulla vetrina del bar sotto casa con su scritto "Cercasi ballerina. Stipendio trattabile" il cartello portava il nome del locale in grassetto color giallo e nero "Ticket". Perchè non provare a chiedere? Mi ero detta e, almeno per una volta nella vita, mi ero trovata nel posto giusto al momento giusto.

A fine serata io e Brianna torniamo nel mio appartamento gentilmente accompagnate dal buon Jeff. E' un bravo ragazzo per lavorare in uno dei locali più loschi ed esclusivi della città. Ci da la buonanotte e aspetta di vederci rientrare nel portone per ripartire.

Dopo una bella doccia ordiniamo cinese e mangiamo sul divano davanti a un film d'azione.

Brianna è silenziosa e continua a guardare il fondo della sua scatolina di spaghetti che scommetto abbia finito. "Hei Brie che hai?"

"Non mi piace nulla di quel posto. Sono preoccupata per te. Abbiamo fatto tanto per cambiare e non voglio che per mantenerti questo tugurio torni alle vecchie abitudini. Ti ho quasi persa una volta e non posso permetterti di farlo accadere di nuovo." 

Credevo avrebbe impiegato più tempo a far tornare a galla il suo lato materno. "Eravamo più piccole, ora so come tirarmi fuori al momento giusto se dovesse servire"

Si fa bastare queste poche parole e sorride cauta "Lo sai che se vuoi ti posso cercare una stanza nel dormitorio, vero?"

"Ne abbiamo già parlato, ma grazie" taglio corto. Non voglio la carità, soprattutto dalla mia migliore amica.

Brie posa la scatoletta degli spaghetti sul tavolino basso tra il divano e la tv e si dirige in cucina per andarsi a fare una camomilla... non è mai riuscita a reggere il piccante del cinese, poverina!

"Che mi dici di Jeff... è sempre così carino con te, secondo me gli piaci" dice con aria ammiccante.

"Dai, ti prego ma hai visto quel suo nasino stretto e le lentiggini... sembra un criceto! Se gli saltassi addosso si spezzerebbe per quanto è magro"

"Ah allora te li fai i film su di lui!"

"Cristo Brie era per dire!" e scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.

"Più che altro salterei addosso al mio capo e non per piacere, ma per mettergli le mani al collo e minacciarlo di pagarmi di più"

Effettivamente nonostante avessimo contrattato il prezzo era comunque poco e riuscivo a mala pena a mettere qualcosa da parte a fine mese. Il resto erano bollette di luce, gas, acqua, spazzatura, la spesa, la roba per pulire casa, i libri per studiare e... ah già dovevo anche vestirmi per andare in giro.

"Devo cercarmi un secondo lavoro" dico lasciando che i miei pensieri diventino voce e Brie gira leggermente la testa di lato come fanno i cani quando non capiscono il linguaggio del tuo corpo "Devo cercarmi un altro lavoro" ripeto.

"Ho capito, non sono sorda" dice quasi offesa "Stavo solo pensando che forse non faresti in tempo a studiare se ti mettessi a lavorare anche il pomeriggio, o comunque la mattina avresti sempre le occhiaie di un panda per la mancanza di riposo, dormiresti a lezione, non ascolteresti una parola dei professori e si sa che la maggior parte dello studio si fa in aula e non a casa. Non riusciresti a recuperare gli esami e non ti laureerai mai!" riprende fiato "forse l'ho fatta un po' tragica?" dice con quell'espressione del volto che io sapevo bene significasse 'ops...finto senso di colpa'. La stronza non aveva troppo torto.

"Già"

*Angolo autrice*

Finalmente conoscete Amy. Cosa ne pensate di lei e Brianna? Pronti a conoscere il nostro fantastico Neil?

Proteggimi da teWhere stories live. Discover now