Capitolo 32: Neil

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La pressione che sento alle tempie arriva a momenti alterni, pulsa e ogni volta acquisisce vigore. Ora è talmente forte che mi scuote dal sonno senza sogni in cui sono scivolato in un momento indeterminato ieri notte e mi costringe ad alzarmi. Non è l'idea migliore che potessi avere perché corro in bagno a vomitare.

Quando torno in camera c'è James col culo appoggiato allo schienale del divano. Braccia incrociate, rughe di disapprovazione sulla fronte, sguardo severo: devo aver combinato un casino ieri sera.

Avevo mandato un messaggio ad Amy per chiederle se volesse unirsi a noi, ma per l'ennesima volta ero stato rifiutato. Sapendo che Amy non c'era, alla fine non era venuta neanche Brianna che oltretutto diceva di odiare andare a disturbare James sul lavoro, non voleva distrarlo e da un lato ammiravo il suo senso di professionalità. Non appena ero entrato al Ticket avevo iniziato a cercare con lo sguardo Amy. Sapevo che non poteva essere lì, ma oramai i miei occhi si erano allenati a cercarla in qualunque stanza entrassi. Un paio di volte avevo scambiato alcune ragazze in pista per lei, le guardavo mentre erano girate di spalle e volteggiavano con i loro capelli color caramello, ma quando si giravano restavo sempre profondamente deluso. Non avrei potuto passare tutta la serata pensando a lei, così mi ero rimesso in macchina facendo rotta al suo appartamento. Se Brianna non era venuta sicuramente erano insieme a studiare. Quelle due vivevano in simbiosi e mi faceva sorridere questo pensiero perché era esattamente ciò che gli altri potevano pensare di me e James.

Ho citofonato a qualcuno a caso per farmi aprire il portone in modo da farle una sorpresa una volta aperta la porta.

"Mi scusi signora può aprire il portone?"

"Nathan sei tu?" la signora era anziana a giudicare la voce tremolante e un po' mi era dispiaciuto approfittarne.

"Un amico"

"Oh entra caro" però... gentile la vecchietta. Chissà se Amy da anziana sarebbe stata altrettanto dolce e premurosa. Avevo scacciato questo pensiero dalla testa e cominciato a salire le scale.

Ripercorrendo a ritroso i miei ricordi della sera precedente, vedo me stesso davanti alla porta dell'appartamento. Suono il campanello e aspetto, ma non viene nessuno ad aprire.

Accosto l'orecchio alla porta, ma dall'altra parte non proviene alcun segno di vita. Silenzio.

Suono di nuovo. Niente.

Inizio a pestare pugni sulla porta convinto che facciano più rumore del campanello.

Un signore esce dalla porta accanto e mi guarda torvo. A giudicare da come è vestito deve uscire: per fortuna non ho disturbato il suo sonno.

"Giovanotto, o è uscita o non vuole vederti" Esclama scocciato, torna dietro la porta per prendere qualcosa ed esce chiudendola alle sue spalle.

Mi aveva mentito! Aveva detto che sarebbe rimasta tutta la notte sveglia a studiare e invece era uscita.

Se fosse andata a lavorare me lo avrebbe tranquillamente detto. 

Tuffo la mano nella tasca del giubbino per cercare il telefono e chiamo Brianna "Sei con Amy?"

"Hei che succede? Non si usa più il 'Ciao Brie scusa se ti chiamo alle undici di sera, sei con Amelia?'"

"Sei con Amy?"

"Hai bevuto?"

Struzzo James se le ha raccontato qualcosa del mio passato.

"Fanculo Brie, sono davanti la porta di casa di Amy e lei non c'è. E' con te?"

"No, è a lavoro"

"Ne sei sicura?"

"Sì, perc-"

Proteggimi da teWhere stories live. Discover now