Capitolo 2: Neil

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"Ciao mamma" Srotolo la tovaglia sull'erbetta tagliata in stile inglese e ne sistemo con cura gli angoli, allisciandola con la mano.

"Ciao amore" dice papà sedendosi a gambe incrociate e iniziando ad armeggiare con la bottiglia di spumante, mentre io caccio qualche tramezzino dallo zaino.

Intorno a noi passeggiano persone di ogni genere: un'anziana con un mazzo di fiori in una mano e il bastone nell'altra, un uomo sulla sessantina che, appena individuata la moglie, si sfila il cappello e si siede al suo fianco. Bambini che giocano a nascondino tra le pietre lisce con i loro nonni, per renderli partecipi della loro infanzia... anche se non ci sono più. E poi ci siamo io e mio padre, seduti a fianco alla lapide di mamma.

Oggi molte famiglie si sono riunite e sono venute a far visita ai cari che li hanno abbandonati qui, condannandoli a vivere una porzione della loro vita, senza di loro. Chissà se chi se ne va prova nostalgia, o se la morte inaugura il 'grande buio'. Io posso solo dire che da quest'altra parte leggere ogni volta il suo nome sulla pietra fa male.

Elisabeth Sanders. Moglie e madre amatissima.

Oggi sembrano essere venuti tutti per festeggiare il compleanno di mamma.

Papà mi passa il bicchiere con lo spumante "Buon compleanno Liz" parla con la sua foto. Mia mamma era bellissima, e lo è ancora. Lunghi capelli castani e occhi azzurri che la genetica ha deciso di non darmi, ma in compenso ho le sue stupende fossette. Ricordo che quando ero piccolo facevamo un gioco: lei faceva la faccia seria e io le toccavo la guancia lì dove pensavo che fossero, poi sorrideva ed ecco che comparivano... puntualmente a qualche millimetro di distanza da dove avevo il dito.

Nella foto sorride, ma non è la stessa cosa. Sono passati alcuni anni e, dopo il dolore, sono tornati prepotenti i bei ricordi. Se anche provassi a concentrarmi, non ricorderei nulla di brutto in maniera ben definita. È come se il nostro cervello facesse una selezione di ciò che è più importante ricordare. Di ciò che vale pena.

"Buon compleanno mamma" alzo il calice e lo porto alle labbra, ma appena sento l'odore forte dell'alcol lo allontano. Dovrò riabituarmi a sentirne l'odore e il sapore senza essere nauseato o paralizzato dalla paura di quella notte. Papà non sa cosa è successo dopo che me ne sono andato dalla città e non dovrà mai saperlo, anche perché oramai è tutto finito. Che senso avrebbe?

"Come va all'università, Neil?" chiede lui addentando il suo panino.

"Devo finire a dare qualche esame dello scorso semestre per rimettermi in regola e poi sono a posto, James mi sta dando una mano per quel che può, ma a breve inizierà a cercare un lavoro. Sai, non gli piace pesare economicamente su Miranda e Nick"

Miranda è la solita madre protettiva ed era la migliore amica della mia, perciò da qualche anno a questa parte è diventata una presenza costante nella mia vita, preoccupandosi sempre per me tramite James.

"Che bravo ragazzo, salutamelo quando torni al campus. State in camera insieme quest'anno?"

"Il suo vecchio coinquilino se n'è andato e non ho fatto in tempo a chiedere il trasferimento nella sua stanza alla segreteria che un altro se l'è accaparrata. Si chiama Erin, è un biondino simpatico, anche se non mi convince molto il suo modo di approcciarsi al gruppo. Né tanto meno a James. Non sono geloso della loro amicizia, semplicemente non lo conosco così bene da fidarmi di lui..."

"Vedrai che è solo una tua impressione, tu sii sempre gentile con tutti"

Sorrido alla sua raccomandazione. Me lo diceva sempre mamma prima di lasciarmi a scuola ogni giorno, diceva che la gentilezza e l'educazione non passano mai di moda. Ora spetta a papà ricordarmi chi ero e chi sono.

Finiamo di mangiare e rimettiamo tutto a posto. Si sta per fare sera e io tra qualche ora dovrò riprendere l'aereo di ritorno. "Vai da Mary?" chiede papà senza guardarmi. Non voleva chiedermelo e probabilmente ora si sta mordendo la lingua. Sentire il suo nome lega un nodo allo stomaco a entrambi.

"Sì, è l'ultima tappa prima dell'aeroporto. Mi accompagni?"

"No, tranquillo... Credo che troverai sua madre comunque. Ti aspetto qui fuori con la macchina"

Oh, papà, prima o poi dovrai pur tornare a rivolgere la parola ad Amanda. Certe cose non le cancellano neanche i lutti e il loro amore era una di queste. Mi giro e inizio a cercare una lapide bianca.

*Angolo autrice*

Ecco a voi il background famigliare del nostro protagonista maschile. Cosa ne pensate? In che modo questo potrebbe influenzare il suo futuro? Chi è Mary? 

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